Il virus Fifa colpisce ancora: l’effetto infortuni in nazionale sulla Serie A
- Postato il 17 ottobre 2025
- Di Panorama
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Il paradosso è che, rispetto ad altre finestre dedicate alle nazionali, è anche andata bene. Nel senso che dei 102 giocatori della Serie A costretti al giro del mondo, non solo figurato, per rispondere alla chiamata dei rispettivi ct non sono molti quelli tornati alla base con acchiacchi o infortuni veri e propri. Fine del paradosso. Perché poi vai a spiegarlo a Max Allegri o ai tifosi del Milan che hanno vissuto due settimane ad alta tensione tra un bollettino medico e l’altro e che dovranno fare a meno di un paio di pilastri alla ripresa del campionato.
In Spagna da tempo lo hanno ribattezzato “Virus Fifa” e da tempo hanno scoperto che non esiste cura, né antidoto. Le regole della Fifa non lasciano margine ai club: se un giocatore viene convocato, deve rispondere alla chiamata. Che sia in ottima condizione, solo affaticato oppure appena rientrato da un precedente infortunio (magari rimediato nella sosta del mese prima), poco conta: si va e basta. E ci si affida al buon cuore dei selezionatori e delle federazione che nella media hanno interessi divergenti rispetto a quello delle società: garantirsi la qualificazione al Mondiale o al torneo successivo, oppure ricchi contratti degli sponsor per amichevoli senza senso sul piano calcistico. Punto. I danni eventuali li pagano i club e un mese dopo si ricomincia daccapo.
Sosta nazionale, il Milan danneggiato e ridotto in emergenza
Nel caso della sosta di ottobre, l’ultima della storia visto che dal 2026 la Fifa ha studiato un nuovo calendario che accorperà lo stop di ottobre e novembre in un unico periodo più lungo dedicato alle nazionali, chi può legittimamente avere qualcosa da ridire è il Milan. Il caso più eclatante è quello di Christian Pulisic, top scorer rossonero della stagione e capitano degli Stati Uniti già iscritti al Mondiale 2026 che ospitano in casa propria.
Pulisic è volato oltre oceano con qualche problema alla caviglia, è stato schierato nel finale con l’Ecuador e poi rischiato con l’Australia. Entrambe amichevoli. Ha fatto crac tornando a casa con un infortunio muscolare ai flessori della coscia destra che lo toglierà dalle rotazioni di Allegri. Voto alla gestione da parte di Pochettino, ct degli Usa? Cinque meno.
E’ andata peggio ad Adrien Rabiot che nel ritiro della Francia ha rimediato una lesione del muscolo soleo del polpaccio sinistro. E’ possibile che il Milan lo abbia perso per un mesetto, da sosta a sosta (quella di novembre). Unica consolazione per i rossoneri il fatto che Estupian e Saelemaekers, anche loro oggetto di preoccupanti bollettini medici dalle rispettive nazionali e rientrati precipitosamente a Milanello, si siano rivelati meno gravi di quanto apparso in prima lettura.
Anche altre squadre hanno avuto danni. Il Como non potrà schierare il giovane Addai, uscito malconcio nel corso della partita della Under 21 olandese di cui fa parte. La Fiorentina è in apprensione per Kean cui si è girata la caviglia nei primi minuti del match tra l’Italia di Gattuso e Israele. Un consistente numero di allenatori dovrà fare i conti con calciatori tornati alle squadre di appartenenza dopo voli intercontinentali a ridosso dell’impegno di campionato in un week end che per molte big inizia il sabato – non la domenica – perché poi bisogna lasciare spazio alla settimana delle coppe europee che incombe.
Serie A, quanto hanno giocato i convocati nelle nazionali
L’esercito dei giocatori della Serie A chiamati dalle rispettive nazionali contava in questa sosta di ottobre 102 componenti. Di questi, solo 23 sono stati in campo dall’inizio alla fine delle due partite per le quali erano stati convocati. Gli altri hanno avuto minutaggio inferiore oppure, come nel caso dell’olandese della Juventus Koopmeiners, non hanno mai visto il campo.
La squadra che ha avuto il maggior impiego dei suoi giocatori è stata l’Inter con 1.250 minuti e ben tre titolari (Akanji, Dimarco e Dumfries) che non hanno mai tirato il fiato. A seguire il Napoli con 1.115 minuti (Di Lorenzo, Elmas e McTominay super impiegati), la Roma con 1.012 minuti, la Juventus con 956 e il Milan con 708. Fatiche che si faranno sentire sulla ripresa del campionato e delle coppe europee e che si sommano alle assenze per infortunio. La verità è che molti tecnici sono obbligati a scelte di turn over per evitare ulteriori sovraccarichi ai loro top player; da tempo le società protestano, ma senza che la loro voce venga ascoltata.