Il viceministro Leo: “Spesso la Cassazione non è in linea con gli obiettivi del governo. Serve un tavolo di confronto preventivo”
- Postato il 12 marzo 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il viceministro dell’Economia con delega al fisco Maurizio Leo vuole un “tavolo di confronto” con i giudici di Cassazione “nell’ottica della certezza del diritto“. Perché, ha detto durante la cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario tributario 2025 nella Sala della Regina di Montecitorio, “assistiamo spesso a sentenze della Corte di Cassazione, ma anche altri organi di merito, che in qualche modo vanno un po’ non in linea con gli obiettivi che il governo vuole perseguire“. Nel mirino non c’è stavolta l’ordinanza sul caso Diciotti che ha causato gli strali di Giorgia Meloni, ma una “sentenza sulla valenza di una sentenza irrevocabile perché il fatto non sussiste o l’imputato non l’ha commesso nell’ambito del processo tributario”.
Il riferimento dell’esponente di Fratelli d’Italia è al pronunciamento del 14 febbraio con cui la sezione tributaria della Suprema Corte ha interpretato una norma riformata dalla delega fiscale del governo Meloni sancendo che una sentenza di piena assoluzione nel processo tributario “si riferisce esclusivamente alle sanzioni tributarie e non all’accertamento dell’imposta, rispetto alla quale la sentenza penale assolutoria ha rilievo come elemento di prova, oggetto di autonoma valutazione da parte del giudice tributario”. Insomma: nonostante la nuova norma introdotta con il decreto di revisione del sistema sanzionatorio tributario, che ha inserito nel D. Lgs. n. 74/2000 l’articolo 21-bis, non decade automaticamente la richiesta dell’Agenzia delle Entrate al contribuente. Una pronuncia che si scontra esplicitamente con gli intenti della riforma che puntava a mettere fine al doppio binario penale-tributario.
“Nel rispetto assoluto dei ruoli e del massimo organo giurisdizionale – ha detto Leo – mi permetto di segnalare la possibilità di metterci a un tavolo di confronto per evitare che il governo, il legislatore, faccia interventi normativi che non sono in linea con il sentiment degli organi giurisdizionali”. Si potrebbero anche “promuovere sessioni di studio seminariale in cui si anticipi la volontà del legislatore e al tempo stesso si trovi conforto da parte dell’organo giurisdizionale”.
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