Il vero dittatore? È un comunista e devasta il Nicaragua

  • Postato il 1 febbraio 2025
  • Di Libero Quotidiano
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Il vero dittatore? È un comunista e devasta il Nicaragua

Senza eccezioni o un fiato, giove- dì 30 gennaio l'Assemblea nazionale del Nicaragua (il parlamento monocamerale dominato dal Fronte nazionale di liberazione sandinista) ha approvato l'ultimo tassello della riforma della Costituzione. Dopo avere incerottato la legge fondamentale del Paese con ben 12 pecette dal 2007, ora il presidente Daniel Ortega ha il potere totale. La di lui moglie, Rosario Murillo, è stata per l'occasione insignita del titolo surreale di «co-presidente». Già capo dei comunisti di lotta e di governo negli anni 1980 (quando creò tre religiosi progressisti ministri di un esecutivo che perseguitava la Chiesa Cattolica), Ortega, 79enne maestro di funambolismi e riciclaggi politici (fra cui l'autoconcessione di un numero indefinito di mandati), oggi si muove infatti solo all'ombra della consorte: la «Diavolessa», come la chiama il popolo per i suoi flirt grossolani e inquietanti con l'occultismo (l'altro nomignolo è «strega»).

In un Paese dove l'articolo 133 della Costituzione ora recita, con spregio del senso comune e della buona scrittura, «la presidenza della Repubblica è composta da un co-presidente e una co-presidente», i coniugi Ortega hanno dunque il «controllo dell'amministrazione pubblica e degli enti autonomi», e fanno il bello e il cattivo tempo in ambito legislativo, giudiziario ed elettorale (in precedenza indipendenti), allungandosi pure il mandato di un anno (da 5, com'era dal 2007, a 6) con l'articolo 135. Sfidando non poco la tautologia, poi, la Costituzione (articolo 130) stabilisce che adesso i funzionari pubblici siano tenuti a difendere la Costituzione, pena il licenziamento. Non solo. L'articolo 97 istituisce una polizia cittadina, volontaria e ausiliaria di quella nazionale. Forse il modello è quello delle polizie “di villaggio” della Cina, grande sponsor infatti del Nicaragua, dove «volontario» e «cittadino» hanno significati che ricordano i kapò terrorizzati a leccare la mano che li bastona.

 

Infatti la misura serve a legalizzare le squadre paramilitari che da tempo fanno il gioco sporco per conto degli Ortega, reprimendo nel sangue proteste e dissidenti. La “cinesata” resta comunque nell'articolo 92, che definisce l'Esercito del Nicaragua come «il popolo in uniforme e organizzato». E la libertà di culto, assicurata nella rigorosa separazione tra Stato e Chiesa, non significa nulla. Anche l'Unione Sovietica aveva una norma così e oggi ce l'ha pure la Cina comunista.

Perché il veleno mortale sta nella coda in formato clausola: tutti sono liberi, ma «in nome della religione nessuna persona o organizzazione può dare vita ad attività che attentino all'ordine pubblico», e «le organizzazioni religiose devono sottrarsi a ogni tipo di controllo estero». In cosa consistano tali attentati e l'intelligenza con potenze straniere lo stabiliscono infatti insindacabilmente il compagno Ortega e signora strega, quelli che solo pochi giorni fa hanno confiscato le proprietà di diversi ordini religiosi e sfrattato le suore clarisse da tre monasteri, dopo avere fatto saccheggiare dalla polizia la curia della città-capoluogo di Matagalpa, sul Rio Grande, e la clinica Nazareth dei francescani a San Rafael del Norte, nel dipartimento di Jinotega.

 

 

 

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Libero Quotidiano

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