Il valore politico di Vinitaly in India. Il racconto di Vas Shenoy
- Postato il 8 marzo 2025
- Esteri
- Di Formiche
- 2 Visualizzazioni

L’arrivo per la prima volta di Vinitaly in India non è un semplice evento promozionale, ma un tassello significativo nel rafforzamento dei rapporti strategici tra Italia e India. Con il Vinitaly India Roadshow, inaugurato presso l’ambasciata d’Italia a Nuova Delhi in questi giorni, il vino italiano si inserisce nel più ampio quadro delle relazioni economiche, culturali e geopolitiche tra i due Paesi.
L’iniziativa giunge in un momento cruciale: le relazioni tra Roma e Nuova Delhi si trovano oggi al loro apice storico, con una cooperazione economica e politica sempre più strutturata. L’Italia è diventata un interlocutore chiave per l’India in Europa, e il settore vinicolo si pone come uno dei canali di espansione delle relazioni bilaterali, in un contesto in cui commercio e diplomazia si intrecciano sempre più.
Il vino come strumento di diplomazia economica
Se l’Italia è il più grande produttore di vino al mondo, questo prodotto non è soltanto una voce dell’export, ma un elemento identitario della cultura italiana. Lo ha sottolineato l’ambasciatore d’Italia in India, Antonio Bartoli: “Il vino non è solo un prodotto economico, ma un simbolo dell’autenticità e della diversità dei nostri territori, un elemento di convivialità e di qualità della vita. Sono valori che l’Italia e l’India condividono e che possono rafforzare il nostro rapporto bilaterale.”
L’arrivo di Vinitaly in India si inserisce in una cornice più ampia di diplomazia economica, che vedrà ad aprile il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, guidare una delegazione economica a Nuova Delhi per rafforzare le sinergie commerciali tra i due Paesi. A questo si aggiunge il negoziato in corso per un Accordo di Libero Scambio Ue-India, che potrebbe ridurre le barriere tariffarie sui prodotti europei e aprire un nuovo capitolo per le esportazioni italiane, incluso il settore vinicolo.
Vinitaly e la riorganizzazione dei flussi commerciali globali
Oltre alla sua dimensione culturale, la scelta di espandere Vinitaly in India è anche una risposta strategica e geoeconomica alle trasformazioni in atto nel commercio globale. Matteo Gelmetti, Vicepresidente di Veronafiere, coglie il senso di tale discorso quando evidenzia l’importanza del tempismo dell’iniziativa: “Questo evento avviene in un momento perfetto, nel mezzo di una guerra tariffaria che ha messo in allarme l’industria vinicola.”
Il settore del vino è infatti tra quelli più esposti alle tensioni commerciali globali. Solo negli Stati Uniti, i produttori italiani hanno perso oltre 1 miliardo di euro a causa delle barriere tariffarie. In questo contesto, l’India non è più solo un’opportunità di mercato, ma una necessità strategica.
L’attenzione verso l’India riflette una tendenza più ampia a livello europeo. La recente missione della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen in India, accompagnata dal Collegio dei Commissari e dal Commissario italiano Raffaele Fitto, ha avuto tra i dossier prioritari proprio la riduzione delle tariffe sui prodotti chiave per l’export europeo, incluso il vino. Questo dimostra come l’Europa stia accelerando la ricerca di nuovi sbocchi commerciali, rafforzando la propria presenza nei mercati emergenti in un contesto di crescente frammentazione del commercio internazionale.
L’India-Middle East-Europe Corridor: un fattore geoeconomico chiave
Vinitaly in India si inserisce inoltre in un quadro geopolitico più ampio, legato alla crescente rilevanza del Corridoio India-Medio Oriente-Europa (Imec), un’infrastruttura commerciale alternativa alla Belt and Road Initiative cinese. Sempre Gelmetti ha sottolineato il ruolo strategico dei porti europei in questo scenario: “Si sta giocando una partita strategica anche sulla logistica: la Cina spinge perché il porto del Pireo diventi il principale terminale europeo per i flussi commerciali dall’India, mentre l’Italia punta su Trieste come snodo chiave”.
L’Italia ha tutto l’interesse a consolidare il proprio ruolo come hub logistico per il commercio tra India ed Europa, sfruttando la propria posizione strategica nel Mediterraneo. In questo contesto, il settore vinicolo può beneficiare della ristrutturazione delle rotte commerciali globali, diventando parte integrante delle nuove connessioni tra il subcontinente indiano e l’Europa.
Un mercato in rapida crescita
Dal punto di vista commerciale, l’India rappresenta una grande opportunità di espansione per il vino italiano. Secondo i dati dell’Osservatorio Unione Italiana Vini-Vinitaly, il consumo di vino in India sta crescendo a un ritmo del 17% annuo e si prevede un aumento del 40% tra il 2024 e il 2028. Se il negoziato UE-India porterà a una riduzione delle tariffe di importazione, il mercato indiano potrebbe diventare uno sbocco cruciale per i produttori italiani.
Il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, ha evidenziato come, pur essendo ancora marginali rispetto agli 8 miliardi di euro di export vinicolo italiano nel 2024, le vendite in India abbiano un enorme potenziale di crescita: “In un mondo segnato da guerre commerciali sempre più intense, seguiamo con attenzione il partenariato strategico tra India e Unione Europea. Crediamo fermamente che l’India possa diventare un mercato chiave per il vino, un prodotto che da sempre è sinonimo di consumo responsabile”.
Il Vinitaly India Roadshow ha rappresentato dunque molto più di un evento promozionale: è un segnale chiaro della strategia italiana di rafforzamento della propria presenza economica e diplomatica in India. Con il mercato indiano in espansione, nuove alleanze economiche in fase di consolidamento, e l’Italia che si posiziona come snodo chiave nei flussi commerciali tra Asia ed Europa, l’arrivo di Vinitaly a Nuova Delhi è un passo significativo in un contesto più ampio di ridefinizione degli equilibri globali.
Vas Shenoy è Chief Representative per l’Italia della Indian Chamber of Commerce