Il turismo italiano un flop? Macché. Dati utili per i nemici di Meloni & Co
- Postato il 20 settembre 2025
- Di Il Foglio
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Il turismo italiano un flop? Macché. Dati utili per i nemici di Meloni & Co
Se c’è una cosa che non è mancata quest’estate, è il sole. E la retorica. Insieme alle immancabili polemiche. Un esempio? Proprio due mesi fa governo e opposizioni hanno litigato sulle “spiagge vuote”, citando Elly Schlein, come fosse un derby.
L’istantanea arrivata martedì dall’Istat (parziale, perché fotografa il secondo trimestre e non include il cuore della stagione, luglio e agosto) restituisce però un quadro meno drammatico: nel secondo trimestre del 2025 le presenze turistiche sono salite del 4,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024, e gli arrivi dell’1,1 per cento. Un dato niente male. E’ però interessante scomporlo: le località montane corrono, più 12 per cento nel trimestre rispetto all’anno precedente, mentre il balneare a giugno segna un leggero aumento dello 0,7 per cento. La permanenza media della clientela residente è aumentata, così come quella estera (il 60,5 per cento delle notti).
Secondo il vicepresidente di Federalberghi, Giuseppe Roscioli, e il presidente del Sindacato italiano balneari (Sib), Antonio Capacchione, “Questi dati sono solamente complessivi e rappresentano un’immagine distorta”. Insiste poi Roscioli: “L’extra-alberghiero quest’anno mostra trend leggermente falsati in quanto ci sono tutti quei nuovi ingressi dovuti al Codice identificativo nazionale (Cin), che dal primo gennaio 2025 obbliga queste strutture a dichiarare gli arrivi. L’anno scorso erano stati dichiarati meno della metà ad Alloggiati web”. I dati del secondo trimestre 2025 segnalano una crescita sostenuta della presenza presso strutture extra-alberghiere, dove è stata rilevata una crescita negli arrivi (6,1 per cento) e nelle presenze (5,4 per cento). Nella realtà però, per Roscioli, questo aumento non è stato reale: “l’Istat l’anno scorso non poteva tenere conto di tutte le presenza perché molti gestori di strutture extra-alberghiere non comunicavano tutti gli arrivi. I dati vanno letti nella maniera giusta” chiosa il vicepresidente di Federalberghi .
Elly Schlein ha parlato di “spiagge vuote” come “cartolina del governo Meloni”. La premier e il ministero del turismo hanno però risposto con i dati sugli arrivi: secondo i conteggi del Viminale contenuti nella banca dati “Alloggiati web”, a luglio gli arrivi nelle strutture hanno registrato un aumento del 4,5 per cento rispetto a luglio 2024. Un trend sicuramente positivo. Ma Capacchione, rappresentante dei balneari, invece nota una fragilità della domanda interna, e punta il dito: “I dati dell’Istat ci dicono che i costi per il trasposto interno sono aumentati del 35 per cento, il costo delle strutture ricettive del 6 per cento, e il balneare solo del 3,4 per cento. Le accuse che ci hanno rivolto sono state sproporzionate”. Continua poi il rappresentante dei balneari: “Noi abbiamo registrato una partenza sprint a giugno con le spiagge piene, a luglio una diminuzione, per poi vedere le spiagge di nuovo piene ad agosto. Il primo prodotto turistico rimane comunque il mare, nonostante ora la stagione estiva sia più distribuita”.
Magda Antonioli, professoressa di economia politica del turismo presso la Bocconi, ha spiegato al Foglio: “Ci sono stati periodi di maggio e luglio che hanno avuto un trend inferiore. Ma ciò non vuol dire che il settore sia in crisi: bastano due fine settimana di brutto tempo a causare quelle flessioni”. Antonioli poi chiarisce: “Ho avuto la possibilità di consultarmi con albergatori esperti della riviera romagnola e mi hanno garantito che nessuno ha registrato alcuna flessione – continua la docente della Bocconi – Molti stabilimenti, per esempio sull’Adriatico, sono riusciti a vendere in anticipo le prenotazioni stagionali e, per evitare di mantenere l’ombrellone chiuso, a fronte comunque di una richiesta molto alta, hanno introdotto un sistema di registrazione per cui il detentore dell’ombrellone, sapendo di non andare in determinati giorni, poteva ottenere uno sconto comunicandolo al gestore dello stabilimento, e quest’ultimo poteva così rivendere l’ombrellone. Magari la spiaggia poteva sembrare vuota, ma l’ombrellone era comunque già stato venduto”. I nuovi dati Istat alleggeriscono la tesi di una crisi generalizzata del mare, e “mostrano un trend che va nella direzione che ci piace”, conclude Antonioli.
I dati mostrano un turismo che aumenta in montagna, dove i costi talvolta sono più gestibili e, soprattutto, il clima è più clemente. C’è il fattore economico, con vacanze relativamente meno costose in quota e quello ambientale, con l’idea di rifugiarsi dal caldo verso. E ci sono anche fattori culturali. I social e le piattaforme amplificano destinazioni non tradizionali e spingono a scegliere un “turismo lento”, basato sul rallentare i ritmi, scoprire luoghi meno battuti, e dialogare con la cultura del territorio. Mentre la possibilità del lavoro da remoto e di microvacanze frammentano i soggiorni e allungano la stagione. Conclusione (provvisoria, in attesa dei numeri completi di luglio e agosto): l’estate italiana 2025 non consegna la cartolina delle spiagge vuote. Spiega invece come un paese turistico cresce e si ridistribuisce.