Il turismo estivo non è un flop, ha solo cambiato faccia. La versione di Assoturismo

  • Postato il 11 agosto 2025
  • Di Il Foglio
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Il turismo estivo non è un flop, ha solo cambiato faccia. La versione di Assoturismo

L’estate italiana non è più quella di una volta. Città deserte, spiagge affollate, grandi valigie stipate nei bagagliai, le ferie di due settimane ad agosto. Questa è una fotografia che ormai non rispecchia più la realtà italiana. Oggi le ferie si spalmano lungo tutta la stagione; si parte prima, si torna dopo, si spende con più attenzione e si scelgono vacanze più brevi ma più frequenti. “L’estate non è più solo agosto. Le vacanze si distribuiscono lungo tutta la stagione, spesso concentrate in lunghi weekend. Le famiglie continuano a viaggiare, ma con un occhio più attento alle spese: magari un giorno in meno al mare, una cena fuori in meno, ma la vacanza non salta”, spiega parlando al Foglio Vittorio Messina, presidente di Assoturismo. Una tendenza che trova conferma nei numeri: 36,1 milioni di italiani in viaggio e più di un terzo con in programma almeno due periodi di ferie tra giugno e settembre.

  

“Negli anni post-Covid ci eravamo abituati a crescite costanti e consistenti. Ora, però, ci troviamo davanti a una lieve battuta d’arresto che non deve allarmare, ma farci riflettere. Le tensioni internazionali, il caro energia e l’aumento del costo del denaro incidono. Era prevedibile un piccolo rallentamento”, dice Messina, richiamando alla necessità di leggere i mutamenti strutturali del settore. Il turismo, che nel 2024 ha generato oltre 225 miliardi di euro – pari all’11 per cento del pil – è infatti sensibile a ogni variabile esterna. “Il clima sta cambiando le abitudini di viaggio. L’alta stagione ormai parte a metà luglio e si allunga fino quasi a ottobre. Il nostro comparto deve saper intercettare questi nuovi comportamenti e adeguarsi rapidamente”. Un’esigenza di adattamento che si riflette nella crescente attenzione alla sostenibilità, al contatto con la natura e alla ricerca di autenticità, elementi sempre più determinanti nelle scelte dei turisti italiani e stranieri.

  

Non sorprende allora che, mentre il mese di luglio ha registrato un calo di presenze e consumi sulle spiagge rispetto a giugno, località alternative come le montagne abbiano guadagnato terreno. È tutta colpa del caro-ombrellone? “I rincari hanno colpito soprattutto il balneare, costretto ad alzare i prezzi per far fronte all’aumento dei costi. È inevitabile che ciò si ripercuota sui flussi. Ma il turismo italiano ha la fortuna di poggiare su un’offerta ricca e diversificata: città d’arte, colline, laghi e borghi rappresentano un’importante risorsa”, dice il presidente di Assoturismo. “Saper leggere per tempo questi cambiamenti è fondamentale per le imprese. Se non li anticipiamo, rischiamo di subirli. E non possiamo permetterci di essere travolti da dinamiche che invece dobbiamo guidare”, conclude Vittorio Messina.

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Il Foglio

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