Il tennista perfetto? Un po’ di Sinner, un po’ di Alcaraz, un tocco di Djokovic e… Alexander Bublik!

  • Postato il 17 novembre 2025
  • Di Panorama
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Il tennista perfetto esiste? Sicuramente Sinner e Alcaraz, i due campionissimi che probabilmente si incontreranno in finale alle ATP Finals e si sfideranno l’anno prossimo per occupare il trono di numero uno al mondo, ci sono molto vicini. Ma noi abbiamo provato ad analizzare colpo per colpo chi è al momento il più forte in circolazione. Teoricamente basterebbe combinare i colpi dei finalisti di Torino per creare il cyborg definitivo del tennis, ma in realtà non è così, anche perché Novak Djokovic ha dato forfait: e chi è più cyborg di lui? Nella classifica abbiamo deciso di non includere il “migliore smash” perché è un colpo veramente complesso, a seconda della posizione del campo in cui si gioca e delle condizioni ambientali e, prima o poi, tutti sono incappati in una figuraccia nel tentare di schiacciare una palla a campanile nella metà campo avversaria. Ma procediamo con ordine.

Miglior dritto: Carlos Alcaraz

Ci sono dritti che fanno tremare le gambe e stenderebbero chiunque, come certi colpi che tira Taylor Fritz, o certi altri come quello incrociato di Danil Medvedev che, quando è in forma, rimane la rasoiata più bella e letale del circuito, ma se dobbiamo guardare al mix tra potenza ed efficacia non possiamo che fare un nome soltanto: Carlos Alcaraz. Lo spagnolo lo destreggia in tutte le forme possibili: incrociato, aperto, di controbalzo e anche quando deve rispondere con posizioni del corpo precarie o innaturali. 

Miglior rovescio: Jannik Sinner

Tirare la pallina sul lato sinistro del campo di Sinner equivale a dargli le chiavi della cassaforte del gioco. Anche se lo sciorina a due mani il campione altoatesino è in grado di fare con questo colpo qualsiasi cosa: rispondere a un bolide, tirare un passante lungo linea in corsa, fare una palla corta, tenere l’avversario vicino alle righe, incrociare, variare il ritmo e chissà che altro ancora. In due parole fare impazzire l’avversario. In mezzo a tanti rovesci a due mani, tutti uguali ma non altrettanto precisi e potenti, una menzione per gli amanti del tennis in purezza, la merita il rovescio a una mano di Lorenzo Musetti: elegante, raffinato e poetico, soprattutto nella sua versione in slice.

Migliore risposta al servizio: Jannik Sinner 

Racchette, palline e superfici odierne permettono ormai di servire a velocità esagerate, tanto è vero che gli ace possono decidere la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Ma di fronte a tali missili resta decisiva la capacità di reagire in tempo e tenere la risposta in campo, e l’arte della risposta ha un solo e incontrastato re: Jannik Sinner. Il nostro numero uno riesce ad ancorare palle che sfrecciano verso l’infinito e oltre, rigettandole al di là della rete in ogni modo possibile, ma soprattutto di rovescio e molto spesso vicino alle righe. E se nel tennis di oggi, per via delle velocità, i punti vincenti in risposta sono meno di un tempo, fare partire lo scambio è già metà dell’opera.

Migliore palla corta: Carlos Alcaraz

La palla corta, si dice, è il rifugio di chi non riesca a tenere uno scambio da fondo campo troppo a lungo senza essere annichilito dall’avversario. Ma, se giocata bene e in continuità, è una variante tattica notevole per fiaccare le resistenze di chi invece si affida a un tennis operaio (e infatti Sinner ultimamente la sta sperimentando). Tra i tanti giocatori che la adoperano meno saltuariamente, il migliore è senza dubbio Carlos Alcaraz. Non soltanto perché, quando non esagera col movimento del braccio, è capace di giocarla con perfetta padronanza sia di dritto che di rovescio, ma soprattutto perché la utilizza in maniera strategica, anziché come “ultima spiaggia”: alternata a certi dritti potenti è uno dei suoi colpi letali.

Migliore volèe: Carlos Alcaraz

Il tennis moderno e operaio che allieta i più ha almeno una vittima: il serve and volley che praticamente ad alto livello non gioca più nessuno, se non sporadicamente, e quindi ci si può scordare maestri della volèe come Federer, Sampras, Becker o Edberg. Eppure Carlitos è tra i primi dieci al mondo, insieme a Djokovic, quello che più volte attacca con un colpo a uscire e poi va a rete a prendersi il punto, destreggiandosi sia nei colpi d’approccio che in quelli decisivi, forti nell’angolino oppure in versione stop-volley lungo linea o incrociati. L’unico colpo in cui è fortemente insidiato da Sinner, quanto ad efficacia, è lo schiaffo al volo da metà campo, anche se in questo caso siamo nel territorio ibrido tra volèe e smash. 

Migliore tenuta fisica: Novak Djokovic

La finale del Roland Garros 2025 dovrebbe dire che c’è un solo concorrente: Carlos Alcaraz, riuscito a piegare Jannik Sinner dopo 5 ore e 29 minuti di gioco. Mentre il nostro tennista era alle corde, il campione spagnolo è riuscito a fare appello a energie misteriose. Tuttavia crediamo che il vincitore della categoria debba essere Novak Djokovic: non soltanto perché agli Australian Open 2012 ha giocato la finale più lunga della storia, 5 ore e 53 minuti, contro Rafa Nadal. Ma soprattutto perché a 38 anni è ancora in grado di farsi rispettare dai ragazzini che hanno 15 anni in meno, mostrando spaccate vincenti come nella recente finale vinta al torneo di Atene contro Musetti o arrivando in semifinale nei tornei del Grande Slam nonostante gli acciacchi dell’età. 

Migliore creatività: Alexander Bublik

Nel tennis ATP che è sempre più spettacolo oltre che sport, in cui ad ogni cambio di campo entra in pista il dj, con la gente che in tribuna balla, e dove i giocatori sembrano robot in grado di farsi del male soprattutto da fondo campo, la fantasia e la creatività sono due doti in via di estinzione, messe da parte dalla prepotenza fisica e dalla tattica. Tra i giocatori arrivati a Torino, anche se in veste di riserva, e pur se è “solo” il numero 11 del mondo, scegliamo senza ombra di dubbio il kazako Alexander Bublik: un vero funambolo di questo sport, dotato di un talento cristallino, è anche uno dei pochissimi che tenta colpi impossibili come la “volèe” ottenuta lanciando la racchetta sulla palla di Ben Shelton ai Masters di Montreal l’anno scorso (il punto non era valido, ma che goduria!). Tra servizi dal basso, palle corte, tweener e altre funambolerie, è sicuramente il giocatore più creativo e divertente del circuito.   

Miglior servizio: Novak Djokovic

In teoria il colpo che apre ogni game dovrebbe essere messo all’inizio dell’elenco. Noi lo abbiamo messo alla fine perché qui è davvero difficile scegliere il migliore. Potremmo dire Taylor Fritz, che è in testa alle statistiche ATP con uno score di 297.1 e il 79,7% di punti vinti sulla prima palla, ma serve solo il 63,9% di prime (in cima c’è Alexander Zverev col 71,8%), oppure Giovanni Mpetshi Perricard che è secondo per statistiche e allo scorso Wimbledon ha tirato una fucilata a 246,2 km l’ora, stabilendo il record del servizio più veloce di sempre nel torneo londinese. Servire però non equivale solo a tirare forte, e così al posto di Fritz, scegliamo Novak Djokovic. Le sue statistiche sono da quarto posto, ma non c’è nessuno come lui capace di tirare fuori l’ace anche con una seconda palla nei momenti decisivi del match. 

Autore
Panorama

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