Il tennis italiano piange Pietrangeli Addio al principe del tennis
- Postato il 1 dicembre 2025
- Di Panorama
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Nicola Pietrangeli è morto a Roma a 92 anni, lo chiamavano il principe del tennis per quel suo modo di state in campo e anche per lo stile di vita. Pietrangeli era nato a Tunisi da padre italiano e madre di origine russa, arrivò a Roma dopo che la famiglia era stata espulsa dalla Tunisia e solo allora imparò l’italiano. “Se mi fossi allenato meglio forse avrei vinto di più, ma mi sarei divertito meno”. In questa frase c’è tutto il modo di stare al mondo di Nicola Pietrangeli, il primo italiano a vincere a Parigi, cosa che gli era riuscito due volte (nel 1959 e nel 1960) e poi al Roland Garros era arrivato altre due volte in finale. Due trionfi anche a Roma, tre a Montecarlo, Pietrangeli è stato numero tre al mondo in un periodo in cui il tennis era dominato dai campioni australiani (Hoad, Fraser, Rosewall, Laver) e dagli americani (Seixas e Trabert), ma il tennis di Nicola soprattutto sulla terra battuta era bello e vincente. Il rovescio era il suo colpo migliore, la palla corta giocata con grande maestria e tempismo l’arma a cui ricorreva più spesso. Voleva fare il calciatore ma quando dalle giovanili della Lazio (di cui è rimasto sempre tifoso) lo mandarono in prestito alla Viterbese scelse il tennis che considerava meno faticoso. “Se restassimo su un’isola deserta senza poterci allenare Nicola ci batterebbe tutti” disse scherzando Rod Laver, perchè la classe di Nicola era enorme, quasi come la poca voglia di faticare.
La Coppa Davis e le polemiche
Eppure il successo a cui era più legato era la Coppa Davis del 1976, la prima conquistata dall’Italia con Pietrangeli capitan non giocatore. Pietrangeli combattè e vinse una battaglia politica per convincere il governo a non vietare la trasferta in Cile per la finale. Alla fine nonostante l’opinione pubblica fosse decisamente contraria per le violenze del regime di Pinochet, si trovò un compromesso e gli azzurri giocarono in Sud America senza la diretta tv della Rai che scelse di trasmettere la partita solo alla radio. L’Italia vinse e Pietrangeli tornò in Italia da trionfatore. Nella sua vita avventurosa è stato amico e maestro di tennis del principe Alberto di Monaco , proprio nel principato ha vissuto a lungo. Bello, occhi azzurri, spontaneamente simpatico, sembrava un divo del cinema e si circondò di donne bellissime, dalla moglie Susanna Artero (che gli ha dato i tre figli Marco, Giorgio e Filippo) a Licia Colò, di 27 anni più giovane, con cui infiammò le pagine dei rotocalchi: “Piacevo alle donne, ma non sono mai stato un playboy”. L’estate scorsa aveva perso il figlio Giorgio, morto a 59 anni dopo una lunga malattia. Pietrangeli era uno che non le mandava a dire, aveva polemizzato a distanza con Adriano Panatta ma tra i due c’era un grande affetto. E anche su Sinner non era stato tenero anche se nelle ultime dichiarazioni aveva smorzato i toni: “Si merita tutto per come gioca e per come si comporta in campo e fuori, è incredibile con quale facilità riesca a vincere”, aveva aggiunto Pietrangeli, respingendo l’accusa di essere un ‘rosicone’: “Spero che la gente ora smetta di pensare che io ce l’abbia con lui. Qualcuno ha detto che io rosicavo, ma figuriamoci…”.Ma sul no di Jannik alla coppa Davis era stato duro: “È un grande schiaffo al mondo sportivo italiano. Non capisco quando parla di scelta difficile, deve giocare a tennis, mica fare una guerra. Quando mi toccano la Coppa Davis smanio perché lo scopo di uno sportivo è mettere la maglia azzurra. Ma purtroppo parlo di un’altra epoca”.