Il taglio del rating Usa spinge i rendimenti dei Treasury sopra il 4,5%. Dollaro ancora in calo
- Postato il 19 maggio 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Si fa sentire il taglio del rating statunitense da parte dell’agenzia Moody’s. Il rendimento dei titoli di Stato decennali sale sopra il 4,5% mentre quelli a trent’anni tornano sopra il 5% per la prima volta da novembre 2024. Il dollaro perde ancora valore nei confronti delle altre valute. Nel cambio con l’euro scende dello 0,8%, un euro si scambia ora con 1,125 dollari. Negativi i futures su Wall Street che anticipano il segno di apertura delle borse. Moody’s era l’ultima agenzia che manteneva il giudizio di affidabilità più alto (tripla A) sul debito Usa. Standard & Poor’s e Fitch avevano già ridotto la loro valutazione negli scorsi anni. Moody’s ha pure modificato l’outlook (ossia le previsioni) che passa ora da negativo a stabile.
L’agenzia osserva però che, senza una riforma fiscale, il deficit statunitense è destinato a salire dal 6,4% del Pil del 2024 al 9%, entro il 2035, mentre il debito salirebbe al 134% del Pil. L’amministrazione Trump sostiene che le entrate provenienti dai dazi consentiranno di ridurre i disavanzi, anche senza interventi fiscali (tagli delle spese e/o aumento delle tasse). Tuttavia la maggior parte degli economisti è scettica su questa ipotesi.
Una valutazione di rating più bassa significa che scende l’affidabilità di un debitore. Nel caso degli Usa rimane su livelli molto elevati ma non massima come era in precedenza. Ciò fa si che per prestare soldi agli Stati Uniti, comprando i suoi titoli, gli investitori chiedano interessi un po’ più alti di prima. Ciò spiega l’aumento dei rendimenti dei bond Usa. In realtà i rendimenti sono fissi in cifra assoluta ma vengono espressi come percentuale del valore del titolo. Un loro incremento significa in realtà una diminuzione delle quotazioni dei bond Usa, chi li compra chiede di pagare un po’ meno rispetto a prima. Non è altro che lo stesso principio visto da un’altra angolatura.
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