“Il suidicido di Paolo Mendico per bullismo? Bisogna parlare e mai fermarsi all’apparenza. In Riv4li non sono un bullo, ma un ragazzo fragile”: così Samuele Carrino

  • Postato il 2 ottobre 2025
  • Televisione
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La preadolescenza, i primi amori, la costruzione della propria identità, le aspirazioni dei ragazzi e le aspettative degli adulti, l’amicizia, e tanto altro è la nuova serie tv “Riv4li”, già disponibile su Netflix.

I protagonisti sono divisi inizialmente in due gruppi contrapposti. Nella Terza D della scuola media Montalcini di Pisa regnano gli Insiders, il cui leader è il ragazzo più popolare della scuola, Claudio (Samuele Carrino), spalleggiato dal suo migliore amico Dario (Edoardo Miulli). Ma Terry (Kartika Malavasi), appena trasferita da Roma, scompaginerà le carte.

Nella serie Riv4li sei Claudio, possiamo considerarlo il bullo della scuola?
Non mi sento di dire che Claudio è un bullo, è soltanto un ragazzo che, in realtà, fragile. Non ha i genitori che lo seguono perché, a volte, sono troppo impegnati con il lavoro, hanno sempre qualcosa da fare. Quindi fuori da casa cerca soltanto di attirare l’attenzione, ma quando torna a casa è solo. Nel primo episodio si vede che lui torna a casa mentre la mamma gli ha lasciato un post -it sul piatto di pasta con le indicazioni per scaldarla. Lei non c’è.

Come definiresti Claudio?
Un ragazzo insicuro. I piccoli atteggiamenti che adotta anche con forza e decisione sono per sentirsi meglio con se stesso, ma è lui il ragazzo fragile.

Paolo Mendico è morto suicida a 14 anni a Latina perché bullizzato. Perché ancora avvengono episodi del genere?
Sicuramente non mi sento di dare soluzioni, ma mi sento di dare un consiglio. Come dico sempre, è meglio parlare sempre, perché è sbagliato tenersi tutto dentro. Diventa un po’ come una bilancia, aggiungi sempre un peso, che alla fine ti schiaccia. Quindi sicuramente mi sento di dire a tutti i ragazzi di parlare con i genitori e ai genitori dico di stare attenti ai loro figli perché dietro un semplice sorriso si nasconde anche altro. Bisogna cercare di approfondire alcuni tempi con i figli ed evitare che il ‘male’ parta proprio da loro.

Quali sono i principi fondamentali?
I valori veri della vita.

Sei mai stato escluso dai tuoi amici per qualcosa?
Da piccolo è successo un po’ di volte perché ho sempre voluto fare l’attore. Mi è sempre piaciuto, loro invece pensavano che io mi fossi montato la testa. Mi dicevano ‘ma dove vuoi andare?’… Quindi venivo un po’ messo da parte, venivo considerato come l’alieno del gruppo.

Perché?
Perché mentre tutti giocavano a calcio, io dicevo ‘no, non mi interessa. Voglio recitare’. Quindi mi auto-escludevo un po’ per questa cosa qui. Però adesso mi sono arrivato a prendermi le mie rivincite.

Qual è la cosa che ti colpisce positivamente e negativamente dei tuoi coetanei?
La cosa che mi colpisce positivamente è che sono dei ragazzi che sognano tanto, che hanno tantissima immaginazione, che hanno tantissima voglia di fare. Invece una cosa che mi spaventa molto è l’uso di social, perché basta un commento, un post, un like, una cosa che passi automaticamente dalla parte del torto. Quindi questa cosa sì, mi spaventa tanto.

I tuoi genitori si sono trasferiti da Gallipoli a Roma per la tua carriera da attori. Hanno sempre creduto in te?
L’appoggio della famiglia è fondamentale. Io per fortuna ho dei genitori fantastici che mi hanno sempre seguito in quello che voglio e che volevo fare fin da piccolo, quindi è molto importante. La mia famiglia per realizzare il mio sogno si è trasferita in un’altra città. Non lo dimentico e per me sé molto importante.

Cosa diresti a chi vuol diventare attore come te?
A tutti i ragazzi dico che se hanno qualcosa che gli piace davvero, un sogno nel cassetto da realizzare, basta avere tanta forza per andare avanti e, soprattutto, fregarsene di quello che dicono gli altri. Andate avanti per la vostra strada, credeteci, perché il sogno è solo vostro.

Cosa ti regala ogni volta e in cosa ti migliora la recitazione?
La recitazione, a volte, mi regala una nuova personalità. Claudio, ad esempio, è distante ma allo stesso tempo simile a me. Io faccio amicizia con tutti, lui rimane sempre un po’ nella sua comfort zone. Le cose che mi accomunano sono, per esempio, il fatto che lui sa suonare la batteria o giocare a calcio. La recitazione migliora sicuramente il mio approccio con le altre persone. Inizialmente mi vergognavo di più su alcune cose, ora invece non mi vergogno più di nulla (ride, ndr).

Come fai a conciliare studio e lavoro?
Frequento una scuola privata, ho la fortuna appunto di avere dei professori che mi raggiungono sul set. Faccio anche le video-lezioni… Un modo si trova sempre e poi a fine anno mi toccherà fare un esame che sancirà se mi promuoveranno al quarto anno. Quindi bisogna metterci davvero tanto impegno e bisogna studiare tanto.

Con quale regista e attore ti piacerebbe recitare?
Mi piacerebbe recitare tantissimo con Favino, sicuramente perché è il mio attore italiano preferito e per sognare in grande mi piacerebbe essere diretto da Martin Scorsese.

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Il Fatto Quotidiano

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