“Il successo con le Lollipop? Tra di noi c’era chi dava la voce, solo quella e nient’altro. Io oggi vivo completamente isolata tra le montagne e creo musica”: Dominique Fidanza (che oggi si chiama Sighanda) si racconta
- Postato il 20 gennaio 2025
- Musica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Al Festival di Sanremo 2002 si classificò penultimo, ma negli ultimi mesi Batte forte si sta prendendo una bella rivincita. Il brano delle Lollipop, la girlband messa insieme nel primo talent italiano Popstar nel lontano 2001, spopola infatti sui social, TikTok in primis, in versione remix. Tutto merito di un balletto divenuto un vero e proprio trend in Cina (ma non solo) con clip da milioni di visualizzazioni sulle note del singolo che catapultò Dominique, Marcella, Marta, Roberta e Veronica sul palco più prestigioso d’Italia pochi mesi dopo la loro nascita come gruppo.
Il progetto si esaurì nel 2005 e da allora le ragazze sono tornate insieme in due occasioni: nel 2013 in una formazione a 4, e nel 2018 come trio. Dominique Fidanza non ha mai risposto all’appello delle compagne e ha avviato una carriera solista ripartendo da un altro talent, “Star Academy”, in Francia. FQMagazine l’ha intercettata tra i monti svizzeri per farsi raccontare i tanti progetti cui si dedica oggi con lo pseudonimo di Sighanda e per fare un salto indietro nel tempo a partire proprio dalla rediviva “Batte forte”.
Come sei arrivata in Svizzera?
Per lavoro, ormai ci abito da 16 anni. Dal 2017 collaboro con un paio di musei piuttosto rinomati nel Ticino e seguo altri progetti tra cui il doppiaggio. Mi piace questa terra, sono completamente isolata dalle montagne, dipingo e creo musica. È il mio paradiso.
Isolata ma tutt’altro che immobile, fai tantissime cose.
La musica e l’arte sono delle discipline a cui dedico tempo e che tratto con molto rispetto. Per me prescindono dal risultato finale: non inseguo le luci della ribalta perché io godo mentre creo, non quando arrivo alla fine e presento l’elaborato.
Riavvolgiamo il nastro. Dopo più di 20 anni “Batte forte” viene ballata in diverse parti del mondo. L’avresti mai detto?
La potenza del web si vede anche in questo, è divertente e abbastanza sorprendente.
Ma a voi 5 in quanto interpreti entra qualcosa in tasca?
Ai tempi eravamo talmente poco provviste di informazioni che si firmava la qualunque. Una volta che abbiamo messo la voce e siamo state pagate per la prestazione la cosa è finita lì. Quello a cui tutto questo giova è l’autore del brano.
Sull’onda di questo revival Warner Music ha provveduto a caricare su YouTube l’audio ufficiale della versione remix. A voi nessuno ha comunicato nulla?
La casa discografica e l’autore possono fare qualsiasi cosa con quel pezzo senza dire nulla, anche farlo cantare ad altre 5 ragazze, perché noi siamo prestavoce di un gruppo che non c’è più, non abbiamo diritti sulla canzone.
In tanti chiedono la pubblicazione in vinile almeno del vostro primo album che l’anno prossimo spegnerà 25 candeline.
In quel caso o ho diritto a un disco oppure andrò a comprarmelo (ride, ndr). Non sono una persona nostalgica, vivo fortemente nel presente. Quando mi guardo indietro mi fa tenerezza quella ragazzina. Vedo 5 ragazze agguerrite, ignare di quello che il mondo poteva riservare loro. L’operazione è stata molto snobbata dai media nonostante sia stata un successo, ed è un peccato. Incredibile come in 25 anni la mentalità sia cambiata: oggi se non fai tv non sei nessuno.
Anche dire che si ascoltavano le Lollipop era motivo di dileggio ai tempi.
I pregiudizi erano tantissimi nei nostri confronti, ci abbiamo convissuto per 4 anni e dovevamo difenderci con i denti. Oggi, però, quando racconto questo fenomeno non mi guardano più con gli occhi di 20 anni fa, anzi stranamente mi può anche aprire delle porte.
Tu stessa nei mesi scorsi hai pubblicato sui social una tua versione di “Batte forte”. Allora ti piace ancora, ammettilo.
Mi sono divertita a rifarlo in chiave mia, elettronica, togliendo quella patina degli anni 2000. Melodicamente non è un brutto pezzo.
Quindi il ricordo che hai non è “sporcato” dall’esperienza di Sanremo?
Personalmente era meglio non farlo. Non eravamo pronte, ma siccome non avevamo tanta voce in capitolo ci hanno messe su un palco alla mercé delle critiche e dei lupi. Eravamo carne fresca da addentare e criticare. Da lì è iniziato il declino e poi la morte del progetto.
Ti ricordi il giorno in cui è finito tutto?
Ci è stato comunicato che il nostro contratto – che era già predefinito di 4 anni – non era stato rinnovato. Non so se per il fatto che tra noi 5 non corresse buon sangue, cosa che non era un segreto. Dopo un po’ Roberta mi chiamò dicendomi che lei e le altre volevano ricomporre il gruppo, ma io già ero avanti con i miei pensieri e rifiutai. Da quel momento non ho più pensato a una reunion delle Lollipop.
Loro invece ne hanno fatte un paio, prima in 4, poi in 3: è accanimento terapeutico?
In 4 poteva anche starci se c’era un progetto discografico valido, come hanno fatto i Take That e le Spice Girls. Ritrovarle in 3 mi ha fatto un po’ tristezza: quando un progetto nasce in un certo modo, si sviluppa in un altro e muore in un altro ancora si vede proprio la decadenza. A quel punto mi avrebbe fatto più piacere vederle con lavori solisti, però non giudico, anzi ammiro la volontà di continuare che hanno avuto.
A proposito dei dissapori interni al gruppo, Marcella di recente ospite del podcast “PopPorno” ha dichiarato: “Purtroppo si tendeva in quegli anni a farsi il produttore per cantare di più”.
Forse so a cosa si riferisce ma non voglio ribattere. Sai, essendo ragazze giovani eravamo prede abbastanza facili, c’era chi ci cascava e chi cercava di dare la voce, solo quella e nient’altro. Posso immaginare a cosa alludesse con quelle parole. Dico che ognuna aveva un proprio cervello per decidere di fare o meno determinate cose.
Com’è stato il ritorno alla vita normale dopo gli anni con il gruppo?
Per me è stata una ventata d’aria fresca, mi sono diplomata all’Accademia di belle arti a Firenze portando a termine quel che avevo iniziato prima dell’avventura Lollipop. Due anni dopo mi sono ritrovata a Parigi.
Perché sei ripartita da un altro talent come “Star Academy”?
Il format era completamente diverso, ospitava gente come Madonna, Beyoncé, il budget era veramente alto. I miei cugini mi avevano parlato di questo programma e io madrelingua francese ho sempre avuto il sogno di arrivare in Francia come cantante, per cui mi sono chiesta: “Come posso entrare il più velocemente possibile nelle case dei francesi?”. Così ho fatto i provini.
Dopo il programma sembravano esserci buone basi per una carriera mainstream. Che cosa è successo invece?
Mi davano per vincitrice, purtroppo sono arrivata seconda. Avendo vinto l’Italia i mondiali nel 2006 contro la Francia hanno detto: “Non facciamo vincere due volte gli italiani in Francia”.
Prego?
È andata veramente così, non scherzo. Mi hanno penalizzata ma il giorno dopo su tutte le prime pagine c’era scritto che ero io la vera vincitrice. A parte questo, il problema con Universal (casa discografica legata alla trasmissione, ndr) è stato il licenziamento del direttore. Di conseguenza il 50% degli artisti in sviluppo, tra cui io, sono stati messi in discussione con l’arrivo di quello nuovo che si portava dietro i propri cantanti. È stato un boccone amaro da mandare giù, però con il mio manager abbiamo comunque tirato fuori l’album a cui stavo lavorando. È costato tantissimo, più di 100mila euro, ma senza il sostegno della casa discografica per la promozione ha fatto la vita che ha fatto.
E dopo è nata Sighanda.
Un bel giorno, come quando uno rinasce dalle proprie ceneri, ho deciso che era arrivato il momento di unire arte e musica e firmarmi con uno pseudonimo.
Stai lavorando a nuova musica?
Sì, a un progetto a cui tengo tantissimo che ha a che fare con musica e pittura. Ho lasciato la chitarra, è molto ballabile, davvero da club.
Uscirà entro l’anno?
Non do date perché voglio prendermi il giusto tempo. Ci sto lavorando già da un annetto, però bisogna vedere che direzione prende la musica. Ti posso anticipare che è tutto in francese e scritto da me.
Nel 2026 saranno 25 anni dall’esordio delle Lollipop. Oggi come sono i rapporti con le altre ragazze?
Non ci siamo lasciate con l’amaro in bocca. Ogni tanto messaggio con Marcella, porto sempre nel cuore Marta perché eravamo molto simili di carattere, ed eravamo anche le più grandicelle del gruppo. Le situazioni della vita non ci hanno fatto ritrovare ma se dovesse arrivare un invito per andarci a bere un caffè con tutte, molto volentieri!
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