Il soffiatore di vetro

  • Postato il 31 dicembre 2025
  • Di Il Foglio
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Il soffiatore di vetro

In questa nuova autoantologia che raccoglie i versi di un quarantennio, cogliamo tutta la profondità e lo spessore della poesia di Tiziano Broggiato, uno dei nostri autori maggiormente apprezzati anche all’estero. Il titolo dato alla raccolta, Il soffiatore di vetro, non poteva non essere d’altronde più pertinente, visto il movimento lento e meticoloso che sottostà alla creazione poetica per questo poeta originario del vicentino, abituato a modellare i suoi versi con la pazienza dell’artigiano.
Se volessimo dare uno sguardo d’insieme a questa raccolta, potremmo dire che ci sono dei temi che ritornano in quasi tutte le sillogi inserite, che però divergono una ad una per intensità di sguardo e di riferimenti spazio-temporali: intendo dire che la poesia di Broggiato non solo si sviluppa verticalmente in un crescente afflato che le dà colore e pathos, ma che essa si aggancia quasi sempre a una toponomastica precisa per mezzo della quale lo sguardo si allunga verso spazi via via più ampi, aprendoci a una rêverie inconsueta per la parola poetica. Si potrebbe allora asserire che ogni città o spazio geografico presentati contribuiscono alla messa in rilievo della propria condizione di uomo, al proprio racconto di vita e di crescita in un momento definito che ha segnato i ricordi del poeta, e di cui vale la pena metterne a fuoco le circostanze, anche se si tratta di momenti dolorosi: “C’è un’urgenza di voci, / di urla strozzate come / in un sottofondo di foresta / in questa città eccessiva, / perennemente sospesa / tra i suoi inestinti furori / e la nostra seconda vita”.
Il tono della poesia di Broggiato non sconfina mai però dentro quel risvolto tragico che sembra a una prima lettura appartenergli, ma questa tecnica si rivela essere più che altro un intento lirico ed elegiaco per avvicinarsi, attraverso una scrittura fine ed elegante, a personaggi e figure familiari che il poeta spesso evoca, come se la poesia stessa gli permettesse di catturarne l’aura o l’essenza in maniera più significativa. I componimenti dedicati nello specifico ai figli (“Ai miei figli. Miei tamburi”) traducono questa presenza di luce nei versi del poeta, una luce che si irradia talvolta in negativo per mezzo di rimpianti che conferiscono al poetare di Broggiato una enorme autenticità, una testimonianza di vita vera profondamente vissuta: “Sarà questa l’espiazione / che accompagnerà fino allo sfinimento / la mia luce pomeridiana? / O in un altro giorno della vita / mi verrà concesso di riassumere / le sembianze di giovane padre / per poter accorrere / un’altra volta / al dolce richiamo di quei tamburi?”.

   

Tiziano Broggiato 
Il soffiatore di vetro
Marietti 1820, 188 pp., 16 euro

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Autore
Il Foglio

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