“Il sesso aiuta a restare giovani. Da 5 anni ho un compagno che ne ha 30 meno di me, quando gioca alla Playstation torno indietro nel tempo”: parla Rita Rusic

  • Postato il 3 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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La sua infanzia in tre campi profughi dove “abbiamo vissuto come rifugiati politici grazie a un certificato dell’Onu”: inizia così l’intervista di Rita Rusic al Corriere della Sera, da quando da Parenzo, in Croazia, prese la corriera fino a Trieste con la famiglia. “Dormivo su un materasso macchiato, una sola stanza per tutta la famiglia. C’era anche gente malvagia, alcune donne si prostituivano. I campi erano circondati dal filo spinato. Mia sorella grande, Lierka, piangeva tutto il tempo, voleva tornare indietro. Io da qui non mi muovo, dissi”. Poi “una casa a Busto Arsizio, ma volevo andare a Milano. Mi iscrissi a una scuola di odontotecnica e cominciai a fare la modella. Anni dopo in un ristorante conobbi l’assistente di Celentano, cercavano un giovane volto per il film Asso. Il produttore era Vittorio Cecchi Gori. Lì lo conobbi. Avevo 20 anni, siamo stati insieme per quasi 19″.

Una lunga chiacchierata, nella quale Rusic parla di tutto, e chiaramente anche del rapporto col produttore: “Presto divenne geloso alla follia. Ero troppo stupida per ribellarmi. Non potevo andare da nessuna parte da sola, nemmeno in palestra, e non voleva che facessi l’attrice o la cantante”. La crisi che “fu figlia delle sue insicurezze”, la decisione di diventare produttrice, la fine dell’amore: “Diede l’assegno di mantenimento per i nostri due figli, ma solo per alcuni anni. Io non ho avuto niente. E quando nasci povera, hai il terrore di tornare a esserlo”.

Oggi Rusic su Cecchi Gori dice: “Mi occupo di lui se sta male. Se ci vedi insieme è anche un rapporto formalmente affettuoso, ma non riesce a coprire il rancore e il dolore per tutto quello che ci è capitato”. Il racconto tocca anche i tanti con cui ha lavorato (“Ricordo Fellini ne La voce della luna. Lo accompagnai a vedere le scene montate (…) Poi ricordo Benigni che discuteva con noi e Troisi di Non ci resta che piangere in barca. Troisi nel poco che diceva faceva morir dal ridere, Benigni era a disagio, odia le barche e aveva paura dell’enorme cane di un nostro amico che gli scodinzolava intorno) e non manca un passaggio sull’amore, oggi: “Sono una donna dell’Est, il sesso aiuta a restare giovani, è una componente importante della mia vita. Da 5 anni ho un compagno che ne ha 30 meno di me, un piccolo imprenditore. Se sento la differenza d’età? Ma certo! L’esuberanza, la solarità, anche questo aiuta. Quando lo vedo giocare alla Playstation, torno indietro nel tempo. Però nel lavoro posso essere molto dura. Sono come Terminator, mi sciolgo e mi ricompongo. Vi do una notizia, la prossima estate ripartirò con due progetti insieme con mio figlio Mario. Ci sarà un altro Cecchi Gori nei miei film”.

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Il Fatto Quotidiano

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