Il senso del patteggiamento e del messaggio di Andrea Agnelli apre al ritorno futuribile alla Juventus e al calcio
- Postato il 23 settembre 2025
- Di Virgilio.it
- 3 Visualizzazioni

Nulla di nuovo sul fronte giudiziario, se la prospettiva è quella che avevamo intuito e che rimane l’unica percorribile ovvero il patteggiamento scelto sia dalla Juventus sia da Andrea Agnelli per chiudere un iter processuale doloroso quanto problematico, soprattutto sul versante societario. L’opzione necessaria per non immergersi, trascinando pubblico e privato in una vicenda che avrebbe occupato anni su cui edificare un futuro ipotecato da una sentenza in attesa. Il tempo è un valore assoluto, la propria innocenza pure e la soluzione adottata è parsa la via aderente alle condizioni attuali, alle variabili che sono divenute fattori.
Ieri il Gup ha sancito la linea di demarcazione che stabilisce un prima e ammette una prospettiva che investe la Juventus, società quotata in Borsa, e Andrea Agnelli che ha traslato in un testo-manifesto. Per il futuro, non per questo patteggiamento.
- Il patteggiamento per la Juventus e Andrea Agnelli
- La decisione nelle parole dell'ex presidente
- Il manifesto tra FIEE e IRCCS di Candiolo
- Il rientro futuribile alla Juventus
Il patteggiamento per la Juventus e Andrea Agnelli
Almeno non solo per questa decisione del Gup di Roma, con le sue implicazione. Che la decisione in questione potesse tradursi in una cesura, almeno formale, una sorta di punto sulla linea del tempo da fissare per assegnare una ripartenza era intrinseco. Lo era per la Juventus, che ha ribadito il concetto chiave in un comunicato apparso nel pomeriggio (le ragioni sono note) in cui è sancita la sanzione pecuniaria di 157mila euro “ribadendo la correttezza del proprio operato e la fondatezza delle proprie argomentazioni difensive”. Per Andrea Agnelli, l’agenda sul futuro contenuta nelle dichiarazioni che le agenzie e i siti di informazione si sono impegnati a ribattere è incominciata de facto dalla conclusione della sua esperienza in qualità di presidente della Juventus.
L’uscita di scena di AA come sappiamo ha coinciso con il capitolo Superlega, un progetto che nel calcio non ha trovato dispiegamento al pari di altri sport, e che rimane un percorso appartenente allo stesso imprenditore il quale ha maturato la decisione, per ragioni professionali, di lasciare Torino per Amsterdam. “Il mio amore per la Juventus resta totale e immutato, così come il mio legame con l’Italia e, in particolare, con Torino, la mia città”. D’altronde non si tratta di una questione di affari, un capitolo circoscritto ma una questione di famiglia, di un legame indissolubile per via dell’Avvocato Gianni ma soprattutto per il padre Umberto e Giovannino, l’erede designato scomparso troppo presto e con ancora troppe idee da realizzare.
La decisione nelle parole dell’ex presidente
Andrea Agnelli ha illustrato nel dettaglio le componenti di questa sua valutazione per vivere in una condizione di maggiore libertà, intesa nella sua complessità, è indubbio. Il suo testo-manifesto costituisce un atto di responsabilità pubblica anche per il presente, gli incarichi attuali e la possibilità, adesso solo une remota ipotesi, di un ritorno che a tempo debito sarebbe da intercettare dalle frasi riservate al club bianconero. Al mandato di famiglia.
“La decisione di avanzare la richiesta di applicazione della pena, sospesa, priva di effetti civili e di sanzioni accessorie, senza riconoscimento di responsabilità, quindi coerente con la mia posizione di innocenza, è stata indubbiamente molto sofferta. Dopo aver a lungo riflettuto, sono però convinto che rappresenti la scelta più opportuna, considerando che questo procedimento penale, avviato ormai quasi quattro anni fa, si trova ancora nella fase iniziale dell’udienza preliminare e l’alternativa sarebbe stata un limbo destinato a trascinarsi ancora per moltissimo tempo. Avendone quindi oggi l’opportunità, ritengo giusto porre fine a questo lungo periodo nel pieno rispetto delle procedure”. Altri fronti rimangono comunque aperti, va aggiunto, e il pensiero va alla giustizia sportiva e alla Corte Europea. Ma si tratta di un capitolo a sé.
Andrea Agnelli ai tempi della presidenza della Juventus
Il manifesto tra FIEE e IRCCS di Candiolo
Negli impegni attuali, Agnelli annovera le attività legate alla transizione energetica grazie allo sviluppo del FIEE, Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica, che opera da quasi dieci anni, sotto la guida di un management esperto. A Torino mantiene, inoltre, il ruolo di Presidente dell’IRCCS Istituto di Candiolo – Fondazione Piemontese per l’Oncologia, un incarico che ricopre dal 2017 di enorme responsabilità pubblica e di abnorme visibilità, proprio perché vincolato a temi quali salute e cura.
Da circa due anni, come anticipato, AA ha deciso di trasferire la sua famiglia in Olanda ad Amsterdam, da dove cura e pianifica ulteriori progetti che potrebbero avere una loro attinenza al mondo dello sport e del calcio, industry che conosce alla perfezione per il decennio trascorso da Agnelli ai vertici della Juventus e dell’ECA poi.
Il rientro futuribile alla Juventus
Si potrebbe intravedere una qualche forma di progressivo ritorno al mondo e alla società che ha guidato fino alle dimissioni e all’inchiesta Prisma, che ha segnato il confine per la generazione attuale della stessa famiglia Agnelli.
Forse non è così arduo o azzardato intravedere l’eventualità di un ritorno in seno alla Juventus di Andrea Agnelli, posti tutti i presupposti noti e l’opportunità. Il tema, insomma, sarà il come. Come dovrebbe rientrare, posti i termini dello stesso patteggiamento? In che veste? E che deciderà John Elkann, numero 1 di Exor e guida di Stellantis, della società oggi affidata a Gianluca Ferrero, riferimento suo e dei fratelli, Lapo e Ginevra?