Il Senato vota il decreto Sicurezza tra le proteste delle opposizioni
- Postato il 4 giugno 2025
- Di Il Foglio
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Il Senato vota il decreto Sicurezza tra le proteste delle opposizioni
Oggi è il giorno del decreto Sicurezza. Approvato la scorsa settimana dalla Camera, con il voto di oggi in Senato – anche qui il governo ha posto la fiducia – il provvedimento avrà il via libera definitivo.
Protestano, anche se con formule diverse, le opposizioni. Nel corso del dibattito in Aula, i senatori di Pd, M5s e Avs si sono seduti davanti ai banchi del governo urlando “Vergogna, vergogna”, e hanno mostrato cartelli con scritte come “Denunciateci tutti”, chiedendo poi la convocazione urgente della conferenza dei capigruppo. La seduta è stata sospesa dal presidente Ignazio La Russa ed è poi ripresa poco dopo.
Nel mirino dell’opposizione ci sono alcuni articoli controversi del decreto, tra cui quelli che estendono la punibilità di atti di resistenza passiva durante rivolte carcerarie o manifestazioni, e quelli su intercettazioni e servizi segreti. “Se i servizi vogliono compiere un colpo di stato possono farlo. Ma siete impazziti?”, ha attaccato Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che nel corso del suo intervento in Aula ha definito il provvedimento "quanto di più lontano dalla nostra cultura". I renziani non hanno partecipato al sit-in degli altri partiti d'opposizione, ma, ha specificato Renzi "la mia indignazione è a un punto senza ritorno".
Anche i parlamentari di Azione sono rimasti ai propri posti. Nel suo intervento Carlo Calenda ha preso le distanze dalla protesta in Aula: “State facendo il più grande favore alla destra con questo show. Le battaglie si fanno nel merito, non con gesti simbolici”, ha detto. Mentre, Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato, ha denunciato la “sudditanza” della maggioranza verso il governo e ha parlato di un Parlamento umiliato: “Siamo al 93esimo voto di fiducia, un record. Il governo decide tutto e la maggioranza abbassa la testa”.
Sul fronte governativo, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, intervenuto stamattina in video collegamento con Skytg24 Live in Milano, ha difeso il decreto e lo ha definito di “importanza strategica”. Ha poi ribadito l’urgenza di approvarlo. “Non credo ci sarà un impatto sul sistema carceri. Molte fattispecie erano già previste come reato. Abbiamo solo circoscritto le ipotesi per consentire misure preventive e cautelari più efficaci”. Quanto alle critiche per il presunto deficit di dibattito parlamentare, il ministro dell'Interno ha ricordato che “il dl sicurezza è in Parlamento da un anno e mezzo” e che l’Aula “ha avuto modo di esprimersi”.
Il dl sicurezza era già arrivato al Senato ma era stato bloccato, non avendo ottenuto la fiducia. I 39 articoli del decreto hanno poi subito diverse modifiche – alcune chieste dal Quirinale, come spieghiamo qui. Ma il provvedimento continua a sollevare critiche da giuristi, penalisti e opposizioni. Le norme più contestate riguardano aggravanti per reati vicino alle stazioni e pene ritenute sproporzionate per occupazioni e resistenza passiva in carcere. Diverse associazioni e la rete "No Dl sicurezza" lo definiscono un provvedimento eccessivamente repressivo e gestito in modo strumentale. Diverse sono state le manifestazioni, che hanno portato anche ad alcuni scontri con la polizia, l'ultima il 31 maggio.
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