Il salvataggio di Salis spacca la destra, la Lega contro il Ppe: “Traditori”

  • Postato il 23 settembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La conferma dell’immunità a Ilaria Salis da parte della Commissione Juri del Parlamento Ue spacca il centrodestra ed evidenzia la distanza tra Lega e Forza Italia. Il voto sull’eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra, sotto processo in Ungheria, scatena i colleghi del Carroccio. Non solo per la decisione in sé ma anche contro il Partito Popolare, di cui fa parte l’alleato di governo in Italia: “Una eurovergogna targata sinistra e traditori del centrodestra, che usano la giustizia come un manganello”, hanno messo nero su bianco i parlamentari europei salviniani.

Una reazione che mette nel mirino chi tra i 7 rappresentanti del Ppe in Commissione Juri – due tedeschi e altrettanti spagnoli, un polacco, un bulgaro e un austriaco – ha votato per confermare l’immunità a Salis. “Ma non finisce qui”, hanno avvisato i leghisti che ora aspettano il passaggio in Aula: “Restiamo fiduciosi che la plenaria saprà correggere questo errore, riaffermando i principi fondamentali dello stato di diritto e restituendo dignità al ruolo del Parlamento europeo. Se qualcuno a Bruxelles crede ancora nella giustizia, è ora che esca allo scoperto”.

Per gli europarlamentari leghisti, il voto contrario alla richiesta di revoca dell’immunità è “un altro colpo alla già scarsa credibilità della maggioranza del Parlamento europeo, ridotto a combriccola di gestione degli affari propri”. Quindi l’attacco diretto ai popolari: “I deputati del Ppe dovranno spiegare ai propri elettori il perché di un voto miseramente politico”. La scelta “invia un segnale sbagliato ai cittadini: la legge non è uguale per tutti”. Per i leghisti si tratta di “un precedente grave, che rischia di incrinare il rapporto di fiducia tra istituzioni e società civile” e rappresenta “una sconfitta del diritto e un pericoloso arretramento dei principi di giustizia che dovrebbero guidare le istituzioni europee”.

Il voto dei Popolari, del resto, è figlio di un dilemma: la decisione di non revocare l’immunità di Salis rappresenta un vantaggio politico per Viktor Orban in vista delle elezioni di aprile, ma la decisione contraria avrebbe finito per legittimare un sistema giudiziario da anni sotto osservazione da parte della Commissione Ue per il mancato rispetto degli standard europei sullo stato di diritto. Un peso potrebbe anche averlo avuto anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, tra i maggiorenti dei Popolari europei: la decisione della Commissione Juri, se confermata, gli evita il delicato ruolo politico di dover difendere un’esponente di sinistra da Orban.

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Il Fatto Quotidiano

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