Il ritorno di Fico: dal reddito di dignità alla corsa da governatore in Campania

  • Postato il 5 ottobre 2025
  • Di Panorama
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«Se in politica sei scarso come a pallavolo, siamo rovinati». Carlo Zevino, insegnante di educazione fisica alle medie «Della Valle» di Napoli, quando s’è trovato davanti il celebre ex alunno non ha saputo resistere. Roberto Fico amava il volley, ma il sentimento non era ricambiato. E se anche come alfiere pentastellato, ironizzava il professore, fosse stato una schiappa? Quell’assillo, adesso, torna prepotentemente d’attualità. Dopo quasi tre anni di forzato inabissamento, l’ex presidente della Camera ci riprova: aspirante governatore della Campania per il campo larghissimo.

Dalla rottura con Grillo all’investitura di Schlein

Prima ha freudianamente ucciso il suo padre politico, Beppe Grillo, che osteggiava le ricandidature dei vecchi adepti. Poi ha benedetto l’ascesa di Giuseppe Conte, che ha rimosso gli odiosi impedimenti al terzo mandato. Infine ha atteso che la stessa regola, sebbene istituzionalizzata, gli togliesse di torno Don Vincenzo De Luca, il detestato viceré. «Rieccolo!» diceva Indro Montanelli dell’eterno Amintore Fanfani. «Rieccomi!» annuncia più modestamente il felpato Fico.

L’arma del reddito di dignità

Il cognomen non è omen. I trascorsi del prescelto sono densi, ma non certo ganzi. Giravolte, tradimenti, imposture. Il solito armamentario degli ex arcigrillini, perpetrato però da colui che s’annunciava come il più integerrimo e ortodosso. Duro e puro. Non tanto Fico, insomma. A dispetto della spericolata investitura di Elly Schlein, la segretaria piddina: «È il volto del rinnovamento in Campania». […]
Fra Roberto da Posillipo punta a un risultato superbo. Per questo, il samaritano partenopeo vorrebbe proporre il reddito di dignità regionale, versione riveduta e corretta della misura assistenziale simbolo del Movimento.

Il nemico numero uno: Vincenzo De Luca

Gli alleati fiutano già una robusta vittoria. Lo appoggiano tutti: dai riformisti turborenziani all’Alleanza Verdi-Sinistra. Tutti meno uno: lo spietato De Luca. […] Il reddito di dignità? «No a porcherie clientelari». La nuova sede della Regione? «O va avanti quel progetto o va indietro il candidato». Mancano i programmi? «Resto in attesa, altrimenti è politica politicante».

Mastella, Cesaro e il festival degli eredi

Urge un paciere. E chi meglio di Clemente Mastella? L’ex ministro si propone come mediatore e lancia in corsa anche il figlio Pellegrino. A ruota, spunta pure Armando Cesaro, erede di Giggino ’a purpetta. «Uno spettacolo agghiacciante», sintetizza Carlo Calenda.

Un curriculum tra miti e realtà

Fra Roberto: cinquant’anni, brizzolato, barba biblica. Laurea in Scienze della comunicazione, con una tesi sulla musica neomelodica napoletana. Master in «Knowledge management» che però non era di un politecnico, ma di un progetto ministeriale per disoccupati. Nel 2005 fonda il primo Meet Up grillino a Napoli. Poi il grande salto: Vigilanza Rai e presidenza della Camera.

L’epoca dei privilegi?

Probo tra i probi, annuncia: «L’epoca dei privilegi è finita». Ma dopo l’autobus, arrivano taxi, auto blu e scorta. Dopo le restituzioni grilline, il passo indietro. Dopo le battaglie anti-casta, gli uffici da ex presidente. Contraddizioni che pesano. Insomma, caro professor Zevino, venendo al suo lancinante dubbio: Fra Roberto, anche in politica, non è certo un prodigio. Ma è quello che passa il convento della sinistra.

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Panorama

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