Il ritorno delle piazze

  • Postato il 3 marzo 2025
  • Di Il Foglio
  • 2 Visualizzazioni
Il ritorno delle piazze

Il primo fu Giuseppe Conte ad avere l'idea, un po' estemporanea a dire il vero, di ridare vita alle piazze, provare a riempirle con una grande manifestazione per dire basta al governo Meloni, ma anche forse per riacquistare la leadership del centrosinistra. Era il 19 febbraio quando chiamò a sé il popolo annunciando che "faremo a Roma prima di Pasqua con una piattaforma molto semplice: la gente non ce la fa più con le bollette e non può accettare che il governo brindi per avere uno scorporo sulle spese militari. Le persone vogliono soldi per il capitale umano, per contrastare il lavoro povero, per l'istruzione, la sanità. Quelli sono i settori su cui dobbiamo investire". Qualche giorno dopo diede appuntamento a tutti il 5 aprile. Lunghi tempi tecnici di manifestazione e partecipazione incerta degli altri partiti dell'opposizione.

 

E così prima di Giuseppe Conte hanno fatto in tanti. Perché si sa che quando è tempo di piazze nessuno perde l'occasione di occuparne una. Va così dalla Prima repubblica, anche perché nel nostro paese non c'è mai stata un'opposizione, ma tante opposizioni e quindi di manifestazioni ne sono sempre servite diverse.

 

Carlo Calenda è stato il più lesto: centometrista della piazza, quasi un sitmobber. Domenica a piazza dei Mercanti a Milano ha radunato centinaia e centinaia di persone per esprimere supporto alla "resistenza dell'Ucraina". Accanto ad Azione c'era buona parte delle opposizioni: Pd e +Europa. M5s non pervenuto. Ha detto Calenda: "Lo spettacolo aberrante dato da Trump e Vance alla Casa Bianca dimostra che gli Usa sono con Putin, nemici dell'Europa e dell'Ucraina. Possiamo scegliere se essere vassalli di autocrati e oligarchi o emanciparci, combattere per la nostra libertà e dare forma agli Stati Uniti d’Europa. Ciò accadrà solo se i cittadini europei torneranno all’impegno politico e ideale. Dobbiamo ora dimostrare di avere il coraggio di difendere le libertà democratiche che abbiamo ereditato".

    

E pure la sinistra ha anticipato i lunghissimi tempi di Conte. Certo ci ha pensato Michele Serra e non il principale partito dell'opposizione, che però alla manifestazione europeista ci sarà, forse, o quanto meno ci sarà in buona parte, ma forse del tutto: insomma, si è capito poco di quello che vuol fare Elly Schlein. Però alla "manifestazione di sole bandiere europee, che abbia come unico obiettivo (non importa quanto alla portata: conta la visione, conta il valore) la libertà e l’unità dei popoli europei, avrebbe un significato profondo e rasserenante per chi la fa, e si sentirebbe meno solo e meno impotente di fronte agli eventi", come ha scritto Michele Serra lanciando la proposta, ci saranno molti sindaci del Pd, quasi tutti a dire il vero, e pure la segretaria si è detta pronta a dare una mano per raggiungere l’obiettivo di "un abbraccio collettivo che reagisca all’offensiva dei nazionalisti". Quindi appuntamento a Roma sabato 15 marzo alle 15 "per dimostrare che gli europei ci sono, e bisogna dunque fare l’Europa". Appuntamento al quale parteciperà anche la Cisl, unico sindacato per ora ad aver annunciato la partecipazione: "La Cisl ci sarà. Senza bandiere, se non quella stellata dell’Unione, ma con le proprie idee. Quella di un’integrazione sociale, politica, economica, anche militare, che non può più aspettare. Quella di una coesione che richiede una nuova governance con il superamento del vincolo dell’unanimità, politiche integrate su industria, energia, servizi, la riforma di un patto di stabilità asfittico e recessivo. Ma soprattutto con l’idea che bisogna dare voce a un popolo che è molto più avanti delle istituzioni che lo rappresentano".

Continua a leggere...

Autore
Il Foglio

Potrebbero anche piacerti