Il ritorno alla vittoria di Bernal in una Vuelta privata anche del traguardo

  • Postato il 9 settembre 2025
  • Di Il Foglio
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Il ritorno alla vittoria di Bernal in una Vuelta privata anche del traguardo

Sa essere bizzarro e spietato il ciclismo. Bizzarro e spietato come certi imprevisti che ti capitano tra capo e collo e ti lasciano sbigottiti e incapaci di capire con chiarezza cosa ti sta accadendo attorno.

 

E infatti oggi i corridori si guardavano attorno pieni di smarrimento all'arrivo non arrivo della sedicesima tappa della Vuelta 2025. Non sapevano cosa fare, dove guardare, soprattutto dove fermarsi. Erano lì, sperduti in una stradina qualsiasi, e pure piuttosto tristanzuola, dispersa tra le colline galiziane e senza nemmeno il dono di un bel panorama. Una stradina che doveva essere passaggio e invece si è tramutata in arrivo, parecchio raffazzonato, perché più in alto, verso il Castro de Herville, manifestanti a favore della causa palestinese, avevano invaso la strada e deciso che quella corsa non sarebbe passata da lì.

 

Sa essere bizzarro e spietato il ciclismo. Perché tra i tanti che potevano trovarsi in testa a provare a vincere, si sono trovati in testa due corridori che è da anni che non vincono e che in queste ultime stagioni hanno avuto più guai che periodi tranquilli. Egan Bernal e Mikel Landa non fuggivano solo dal gruppo oggi. Cercavano di seminare anche anni di delusioni, di paure, di piccole e, soprattutto, grandi sfortune. Egan Bernal aveva rischiato di morire, Mikel Landa di non tornare più a camminare normalmente. Si erano messi entrambi le paure del passato dietro le spalle, avevano provato a seminarle accelerando il ritmo, in qualche modo ci sono riusciti.

 

Egan Bernal e Mikel Landa era riusciti a entrare nella fuga buona, poi si erano dimostrati i più abili in salita. Erano rimasti soli. E per una volta sembrava che la buona sorte gli avesse dato una mano, facendo afflosciare la gomma di chi stava con loro avanti a tutti Clement Braz Afonso.

 

Qualcuno però aveva altri programmi.

 

Egan Bernal e Mikel Landa si sono trovati a sprintare su una stradina qualsiasi, e pure piuttosto tristanzuola, dispersa tra le colline galiziane verso un traguardo che non c'era, cercando una linea messa per terra distante pure dal cartellone dei meno otto all'arrivo, che almeno avrebbe creato un po' di scenografia.

 

Ha vinto Egan Bernal nella desolazione di un traguardo privo di gente e pieno di tecnici e cronometristi del tutto disinteressati alla bizzarria spietata del ciclismo.

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Autore
Il Foglio

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