Il repulisti di Trump ai vertici delle forze armate: licenziato il capo di Stato maggiore Brown, simbolo delle politiche di inclusione
- Postato il 22 febbraio 2025
- Mondo
- Di Il Fatto Quotidiano
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Cambiare tutto, a ogni livello, in ogni settore. Compresa la Difesa. L’amministrazione Trump ha decapitato i vertici dello Stato maggiore dell’esercito più importante del mondo. A farne le spese è tra gli altri Charles “CQ” Brown, generale, capo di Stato maggiore, secondo afroamericano a raggiungere questo posto dopo Colin Powell una trentina d’anni fa. La comunicazione del presidente Donald Trump è arrivata tramite social: “Voglio ringraziare il generale Charles ‘CQ’ Brown per i suoi oltre 40 anni di servizio al nostro Paese”. Nel frattempo il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha licenziato altri due altissimi ufficiali: la capa delle operazioni navali, l’ammiraglia Lisa Franchetti, e il vicecapo di Stato maggiore dell’Aeronautica, il generale Jim Slife. “Sotto la presidenza di Trump, stiamo mettendo in atto una nuova leadership che concentrerà il nostro esercito sulla sua missione principale: scoraggiare, combattere e vincere le guerre”, ha dichiarato Hegseth.
Si tratta di un “repulisti” annunciato. Ancora prima di essere nominato segretario alla Difesa Hegseth aveva detto che avrebbe fatto fuori qualsiasi mentalità “egualitaria” e i programmi di promozione della diversità all’interno del Pentagono e avrebbe accompagnato alla porta i promotori di questa cultura. Il generale Brown – nominato dal precedente presidente Joe Biden e in scadenza nel 2027 – corrispondeva suo malgrado ad entrambi gli identikit. Quanto all’ammiraglia Franchetti era stata definita da Hegseth un simbolo delle politiche di inclusione.
Al posto di Brown sarà nominato il tenente generale dell’Aeronautica Dan Caine, pilota di carriera di F16 che di recente è stato direttore associato per gli affari militari della Cia. Si tratta di un generale “a tre stellette” anziché quattro come di solito avviene. Ma è considerato dalla Casa Bianca quasi un eroe, perché “fondamentale” nella sconfitta dello Stato Islamico “in poche settimane” dopo che “molti presunti geni militari impiegarono molti anni per battere l’Isis”.
Brown aveva interrotto il suo proverbiale silenzio quando aveva parlato delle difficoltà dei soldati neri di scalare la gerarchia militare. Durante le manifestazioni di Black Lives Matter aveva anche raccontato in un video – diventato virale – le discriminazioni vissute dentro l’esercito.
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