Il “re dei maranza” arrestato, Don Alì accusato di atti persecutori e diffamazione aggravata

  • Postato il 22 novembre 2025
  • Cronaca Nera
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Si nascondeva da giorni nelle cantine di un palazzo alla periferia nord di Torino, nel quartiere Barriera di Milano, protetto da un gruppo di amici. Ma per Said Alì, 24 anni, noto sui social come Don Alì e autoproclamatosi “re dei maranza”, la fuga è finita venerdì sera. Gli agenti della Squadra mobile lo hanno arrestato su disposizione della procura torinese con l’accusa di atti persecutori e diffamazione aggravata.

Con oltre duecentomila follower, Don Alì ha costruito la sua popolarità postando contenuti dal tono violento e provocatorio. Il video che ha fatto scattare l’inchiesta risale alla fine di ottobre, quando, insieme a due membri del suo gruppo, ha atteso un insegnante fuori dalla scuola dove l’uomo era arrivato per prendere la figlia di tre anni e mezzo. Davanti alla bambina, terrorizzata, il tiktoker ha minacciato il docente, lo ha colpito alla nuca e lo ha accusato di aver maltrattato un alunno che lui sosteneva essere suo nipote.

Alle indagini, però, non risulta alcun bambino di origini marocchine iscritto nell’istituto dove insegna il maestro. Nonostante questo, Don Alì ha pubblicato il filmato su Instagram definendo il docente “pedofilo” e “preda”, e successivamente ha rilanciato nuove minacce in un video diffuso dopo un’intervista con la trasmissione Le Iene: “La prossima volta che abusi di bambini finirà molto peggio”. Il maestro ha denunciato tutto, allegando un certificato medico che documenta lo stato d’ansia provocato dalle intimidazioni. Gli investigatori hanno accertato che le accuse erano del tutto infondate. L’inchiesta, coordinata dai pm Patrizia Caputo e Roberto Furlan, collega inoltre Don Alì all’aggressione dell’11 novembre contro una troupe di Dritto e Rovescio (Rete 4), arrivata in Barriera di Milano per intervistarlo. Un uomo con il volto coperto e armato di mazza chiodata aveva distrutto il parabrezza dell’auto Mediaset. I due presunti complici che avevano accompagnato il tiktoker davanti alla scuola, di 24 e 27 anni, sono stati sottoposti all’obbligo di firma.

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Il Fatto Quotidiano

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