“Il quadro di Giorgio de Chirico, battuto all’asta per 35mila sterline, era di mio padre. Ci è stato sottratto”: Amedeo Goria porta il caso in tribunale
- Postato il 2 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Il giornalista sportivo Amedeo Goria è sul piede di guerra. L’oggetto del contendere è un’opera di Giorgio de Chirico “La storia di Venezia”, olio su tela, 30 per 40 centimetri. Goria sostiene, prove alla mano, che l’opera sia stata sottratta al padre nel 1969 per poi essere battuta all’asta da Christie’s per 35mila sterline. Il giornalista sostiene anche che il suo valore sarebbe “almeno il triplo”. L’avvocato Paolo Mendolicchio che assiste Goria ha annunciato il prossimo due aprile è stata fissata l’udienza.
Ma cosa è accaduto esattamente? Gli investigatori hanno cerca di ricostruire tutti i passaggi della tela. Dopo il “furto” del 1969, il quadro riappare dopo 50 anni con uno strato di vernice messo da chi lo ha nascosto per far sì che non venisse riconosciuto dagli esperti. Chi lo ha preso poi lo ha fatto restaurare per poi farlo autenticare a Roma. Nonostante il restauro, l’opera d’arte non era a quanto pare in condizioni ottimali, ma nonostante questo nel 2010 la casa d’aste Christie’s lo ha preso per farlo poi certificare dalla Fondazione de Chirico. Ma quest’ultima lo ha rispedito al mittente: “L’opera era stata alterata per renderla irriconoscibile. Occorreva dunque ripristinare”a.
Qui entra in gioco Marco Germasi che ha ritirato il dipinto, lo ha fatto restaurare e nel 2013 lo ha riportato alla Fondazione che lo ha certificato ed è stato poi immesso nel mercato nel 2015.
Come riporta La Repubblica, in una citazione dei carabinieri: “Germasi aveva piena consapevolezza non solo del valore commerciale dell’opera, ma soprattutto della sua provenienza delittuosa. E ha atteso il crepuscolo della vita dell’originario proprietario per ripulirla, autenticarla e reimmetterla sul mercato. La perizia sui restauri certifica interventi maldestri e clandestini, eseguiti da soggetti non qualificati, funzionali a ostacolare l’identificazione dell’opera”.
Dunque sono state chieste perquisizioni, decreti di esibizione alla sede milanese di Christie’s, una rogatoria in Inghilterra. In ballo ci sarebbero diversi reati: ricettazione, riciclaggio, esportazione illecita. Il pm chiede l’archiviazione perché i reati di “riciclaggio di beni culturali, ricettazione culturale ed esportazione d’arte” sono stati introdotti nel codice penale solo nel 2022.
Ma Amedeo Goria non ci sta e, assistito dal suo avvocato, è pronto a presentarsi all’udienza il prossimo 2 aprile.
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