Il primo Museo non si scorda mai

  • Postato il 28 novembre 2024
  • Di Focus.it
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Immaginate un museo nel quale per entrare occorre togliersi le scarpe. Un museo nel quale si può camminare in un bosco di alberi morbidi e colorati, oppure costruire una capanna con forme geometriche giganti. Un museo dove si può disegnare con la luce, trasformarsi in un'ombra fantastica o ascoltare le storie degli oggetti. Questo museo esiste e si chiama Playlab. È il nuovo spazio educativo permanente del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, dedicato ai bambini dai 3 ai 6 anni. Inaugurato il 30 novembre 2024, Playlab è un luogo dove i più piccoli possono vivere la loro prima esperienza museale in modo giocoso e creativo. "Vogliamo che Playlab sia il primo museo nella vita dei bambini", ci ha spiegato Maria Xanthoudaki, direttrice Education del Museo, che insieme a un pool di esperti e pedagoghi ha creato questo laboratorio. "Uno spazio dove possono esplorare, sperimentare, scoprire e imparare divertendosi". Playlab non è solo un luogo di gioco, ma un ambiente di apprendimento progettato con cura, dove ogni dettaglio è pensato per stimolare la curiosità, la creatività e il pensiero critico dei bambini. L'approccio pedagogico che lo ispira si basa sulle teorie che sottolineano l'importanza del gioco, dell'esperienza sensoriale e dell'interazione sociale nello sviluppo cognitivo dei bambini. Ogni stanza di Playlab offre stimoli diversi e invita i bambini a interagire con l'ambiente in modo attivo e creativo. Attraverso il gioco, i bambini possono sperimentare concetti scientifici e matematici in modo intuitivo e spontaneo. Ad esempio, costruendo una capanna con forme geometriche, sviluppano la percezione spaziale e la capacità di problem-solving. Disegnando con la luce, esplorano le proprietà della luce e dei colori. Ascoltando le storie degli oggetti, imparano a conoscere il mondo che li circonda e a sviluppare la loro immaginazione. Ma Playlab è anche un luogo dove i bambini possono sperimentare con il proprio corpo e con i sensi. L'esplorazione, la narrazione e l'azione cinestetica sono al centro delle esperienze proposte. Le teorie pedagogiche che hanno guidato la progettazione di Playlab sono molteplici: il coinvolgimento di tutto il corpo, l'importanza del movimento e dell'esperienza sensoriale per l'apprendimento e la costruzione dell'identità; la teoria degli elementi sciolti, la libertà di azione e l'autonomia nell'utilizzo di elementi di gioco variabili; l'Affordances Theory, l'unicità dell'esperienza di gioco in base alle affordances degli oggetti, ovvero ai significati e ai valori che ogni bambino attribuisce loro; il gioco creativo, il controllo della propria esperienza e l'esplorazione dell'ignoto; il Tinkering, un approccio che incoraggia l'esplorazione aperta, l'iterazione e il focus sul processo.. Playlab si sviluppa su 400 mq e si articola in cinque stanze: La prima stanza è un bosco di quinte e sagome che ricordano alberi con chiome di foglie in equilibrio, un paesaggio sonoro fatto di canti di uccellini, rumori e fruscii del bosco che circonda e invita a prendere tempo e ad ascoltare. Qui i bambini possono sperimentare la sensorialità e la calma, elementi fondamentali per un apprendimento efficace. La seconda stanza accoglie Le Beau Chantier, un'installazione che nasce dalla collaborazione con due scultori, performer e coreografi francesi, Yvan Clédat e Coco Petitpierre. Si tratta di un grande spazio popolato da strutture semplici tutto da inventare: cerchi, triangoli, forme in gommapiuma morbide e colorate che bambine, bambini e adulti accompagnatori possono usare, combinare e indossare per immaginare e costruire il proprio ambiente-paesaggio. Questa stanza stimola la creatività, la collaborazione e la motricità. . La terza stanza propone diverse attività che cambiano in base alla programmazione. Ad esempio, si disegna con fasci di luce e materiali trasparenti e si esplorano i riflessi per riempire di animali un immaginifico bosco digitale; si gioca con la luce, il corpo e gli oggetti di scena come sul palco di un grande teatro d'ombre trasformando la nostra sagoma in chimere e figure fantastiche. Attraverso queste attività, i bambini possono sperimentare con la luce, le ombre e il movimento, sviluppando la loro creatività e la loro immaginazione. Tra tutte le stanze è stata quella in cui il nostro giornalista si è divertito di più e non voleva andare via. La quarta stanza è la stanza delle storie e degli oggetti, che aspira a creare connessioni con le collezioni del Museo attraverso lo storytelling e il gioco simbolico. Insieme agli oggetti storici ci sono anche oggetti della vita quotidiana e l'opera d'arte LdV/P.90 creata da Tristan Blondeau in un tentativo di ampliare ancora di più il modo di esplorare il mondo intorno a noi. In questa stanza, i bambini possono ascoltare storie, manipolare oggetti e sviluppare il loro linguaggio e la loro capacità narrativa. . L'ultimo ambiente, l'Atelier, è uno spazio in cui lo staff educativo del Museo, affiancato talvolta da ospiti speciali quali artisti, musicisti, attori o storyteller, propone un programma di attività facilitate per il pubblico scolastico e per le famiglie dando modo alle piccole visitatrici e ai piccoli visitatori di dedicare del tempo ad un lavoro più approfondito. L'Atelier offre un'esperienza di apprendimento più strutturata, con attività guidate che approfondiscono temi specifici. . Informazioni pratiche Playlab è aperto al pubblico dal 30 novembre 2024, tutti i giorni dal martedì alla domenica (il lunedì il museo è chiuso). L'accesso è consentito solo su prenotazione ed è incluso nel biglietto di ingresso del Museo. I bambini e le bambine dai 3 ai 6 anni devono essere accompagnati da un adulto per tutta la permanenza nel Playlab. È consentito accedere solo senza scarpe. Per maggiori informazioni e per prenotare la visita: museoscienza.org .
Autore
Focus.it

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