Il prezzo della guerra: salvano Zelensky ma rischiano di perdere l’Ucraina
- Postato il 12 agosto 2025
- Di Panorama
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Non capisco quale sia la proposta europea per l’Ucraina. Una proposta credibile intendo. E ammetto di non comprendere neppure la risposta di Kiev alle iniziative dell’amministrazione americana per un cessate il fuoco. Che cosa vuole la Ue e a che cosa punta Zelensky? Davvero l’una e l’altro pretendono la restituzione dei territori occupati dai russi in tre anni e mezzo di guerra? Ancora è possibile sostenere la richiesta di restituzione della Crimea, come pare vorrebbero fare gli esponenti del battaglione Azov evocati dal Corriere della Sera? Io non giustifico l’aggressione di Vladimir Putin, del quale ho più volte detto ciò che penso, ossia il peggio del peggio.
Tuttavia, sono abituato a guardare in faccia la realtà e penso che continuare la guerra non consentirà all’Ucraina di riconquistare le terre, ma piuttosto la espone al rischio di perderne altre. Dal febbraio 2022 a oggi abbiamo letto molte previsioni sbagliate. Le prime riguardavano i danni che le sanzioni avrebbero provocato all’economia russa. Le misure sarebbero state così dure da mettere Putin e la sua corte di oligarchi in ginocchio. Niente di tutto ciò è successo: nonostante lo stop all’acquisto di gas e petrolio da parte dell’Europa, la Russia ha tirato diritto, trovando altri compratori. Non sono andate meglio le valutazioni degli analisti riguardo alla tenuta dell’esercito russo. Sebbene abbiano dovuto subire centinaia di migliaia di vittime, le truppe di Putin hanno continuato e continuano ad attaccare. Il despota del Cremlino considera i suoi soldati carne da macello? Probabilmente sì, ma le decine, forse centinaia, di migliaia di morti non gli hanno fatto cambiare idea, ed è con questo che dobbiamo fare i conti, non con i nostri desideri o con le nostre valutazioni di tipo morale.
Dunque, qual è l’alternativa a un tentativo di far sedere Trump e Putin a un tavolo per parlare di cessate il fuoco? L’Europa sostiene l’Ucraina ed è contraria a concessioni che non siano condivise da Kiev. È una posizione comprensibile: non si può decidere sulla pelle degli ucraini, i quali in tre anni e mezzo hanno visto morire familiari e amici e distrutte le proprie città e le proprie vite. Però è evidente che la guerra non può continuare in eterno, anche per la carenza delle forze che sono disposte a combatterla. Le diserzioni tra giovani ucraini non si contano e l’opinione pubblica è favorevole a un’intesa, a patto però che l’America e gli alleati siano in grado di garantire che la Russia non aggredisca l’Ucraina in futuro.
Invece di discutere di questo, di soffermarsi sul modo migliore per evitare nuove rivendicazioni e invasioni da parte di Putin, l’Europa si intestardisce con dichiarazioni di principio. Ribadire che i territori occupati vanno restituiti non pare avere molto senso. Sono dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano. Si fa presto a dire che l’Ucraina non può essere umiliata, ma questo nel concreto che cosa significa? Anche se Zelensky partecipasse al vertice in Alaska, è chiaro a chiunque che i principali attori di un tentativo di pace resterebbero Putin e Trump. L’Ucraina in questo momento non è in grado di dettare condizioni e, purtroppo, non lo è neppure l’Europa, per quanto le azioni di Emmanuel Macron tendano spesso a lasciare intendere il contrario. Nessuno vuole la resa di Kiev e io di certo non la auspico. Ma se c’è una cosa che può aiutare l’Ucraina credo che questa sia un’azione che consenta a tutti, ma soprattutto a Zelensky, di affrontare con realismo la situazione. Parte del Paese è perso. Resta da decidere come salvare e garantire il futuro di ciò che rimane. Continuare a parlare di pace giusta come ha fatto anche ieri Kaja Kallas, ossia la rappresentante della politica estera della Ue, non serve. Invece di avvicinare il cessate il fuoco, rischia di allontanarlo. Perciò, mi chiedo: che cosa vuole l’Europa, continuare la guerra?