“Il pranzo della domenica”: la sfida dell’Italia verso il riconoscimento di Patrimonio Unesco. Il sottosegretario Mazzi a RTL 102.5: “La cucina italiana vale 251 miliardi di euro ogni anno”
- Postato il 10 settembre 2025
- Di Panorama
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Nel corso di Non Stop News – con Enrico Galletti, Giusi Legrenzi, Ludovica Marafini e Massimo Lonigro – su RTL 102.5, il Sottosegretario di Stato alla Cultura con delega UNESCO, Gianmarco Mazzi, ha raccontato il percorso che sta portando la cucina italiana a diventare patrimonio immateriale dell’UNESCO, presentando in onda la grande iniziativa nazionale “Il pranzo della domenica”, in programma il 21 settembre.
Un evento che coinvolgerà tutte le città italiane, nato per celebrare la forza sociale, il valore culturale e l’unicità di un rito che rappresenta l’Italia nel mondo.
«È una candidatura importantissima: la cucina italiana è cultura ed un asset economico di prima grandezza. Porta un giro d’affari di 251 miliardi di euro ogni anno e 120 miliardi vengono sottratti da chi copia i nostri prodotti», commenta il sottosegretario Mazzi negli studi di RTL 102.5.
La scelta di candidare la cucina italiana a patrimonio dell’UNESCO
«Io la chiamo la “partita”, perché la paragono a un campionato del mondo. Il calcio d’inizio è stato dato il 23 maggio 2023: abbiamo iniziato lì questa partita, che avrà il suo fischio di chiusura il 10 dicembre a Nuova Delhi. Ci battiamo per questo riconoscimento della cucina italiana come patrimonio dell’umanità e, se ci riusciremo, saremo i primi al mondo.
Per noi è particolarmente importante perché la cucina italiana ha un significato culturale molto forte, alla base della candidatura, ma ha anche un aspetto economico rilevante: tutto ciò che ruota attorno alla cucina italiana, o al brand “Italia a tavola”, ha un valore economico di prima grandezza. Il giro d’affari legato al settore è di 251 miliardi di euro all’anno, per cui capiamo bene di cosa stiamo parlando».
L’aspetto culturale della cucina italiana
«I tre pilastri di questa candidatura sono i rituali legati alla nostra cucina, l’aspetto conviviale – come la tovaglia del pranzo tipico della domenica – e il rispetto dei territori: la grande qualità dei nostri prodotti, la biodiversità e la ricchezza delle coltivazioni.
Per ogni stagione arrivano nuovi prodotti dalla terra e questo è un patrimonio immenso. È un carattere tipico dell’Italia che ci qualifica nel mondo».
Il valore commerciale della cucina italiana
«Questo è l’altro aspetto che rende la sfida particolarmente interessante. Nel momento in cui riusciremo, augurandocelo, a ricevere il riconoscimento, metteremo in difficoltà i prodotti “Italian sounding”, che si stima tolgano 120 miliardi di giro d’affari all’anno.
Questa è una sfida che viviamo a livello globale, perché i prodotti contraffatti devono essere combattuti con tutta la forza che abbiamo. Questo riconoscimento, in futuro, potrebbe creare problemi a chi li produce».