Il Ponte sullo Stretto si tinge di giallo: ecco gli ultimi interrogativi sulla piramide di Salvini

  • Postato il 25 maggio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Stiamo parlando del Ponte sullo Stretto, l’onirico, ad oggi, progetto che vuole collegare la Sicilia alla Calabria. Qualcuno dice all’Europa, anche se questo progetto non è stato presentato formalmente a Bruxelles, in quanto non c’è ancora l’analisi costi/benefici, che i progetti europei richiedono anche per un asilo nido.
Ci sono molte perplessità ancora sul Ponte, ultima quella del Quirinale sul decreto di monitoraggio antimafia sul ponte. Perché si vuole cambiare il chi controlla chi? È questo il dubbio del Colle.

Ma poi chi si deve controllare? La Società Ponte sullo Stretto? O il presidente di Eurolink, il consorzio che ha avuto il privilegio, più che l’appalto, di costruire un’opera che oscurerebbe la Piramide di Cheope o il Colosseo? In questo caso sarebbe un paradosso controllare Gianni De Gennaro, l’ex capo della Polizia e dei Servizi, colui che prima controllava gli altri. Può un uomo di quella levatura avere problemi a controllare le ditte del suo consorzio o subappaltatrici? Potrebbe chiedere aiuto a suo fratello oggi a Capo della Gdf, mirabile esempio di dedizione e passione familiare per gli organismi di controllo.

Il ponte dei controlli incrociati

Eppure già qualcuno controllava lui, la procura di Caltanissetta, la stessa che da anni indaga su stragi e depistaggi. Ha beccato l’ex Capo delle spie in colloquio irrituale con il n.2 della Direzione Nazionale Antimafia, quella che deve fare i controlli appunto, il dott. Prestipino, noto magistrato antimafioso, sempre al seguito del Dott. Pignatone, oggi anche lui sotto osservazione a Caltanissetta.

Cosa ha fatto Prestipino di sbagliato secondo i magistrati inquirenti? Ha rivelato segreti d’ufficio riguardanti il ponte. E ritornano i segreti. Di fatto l’Italia sembra capitata in un cortocircuito del chi controlla chi, come un cane che si morde la coda.

Intanto il vero mistero riguarda il progetto esecutivo del Ponte dei Ponti. Questo si che è un vero segreto di Stato, più di Ustica. La si è già capito che tra Sicilia e Calabria non ci furono ponti ma volarono Mig e missili. Nessuno lo ha visto, nessuno lo esibisce, ma Salvini, che con Salini, colui che di fatto l’opera dovrebbe costruirla, aggiunge solo una “v”, dichiara che stiamo partendo sul serio. Senza progetto.

Come un film di Spielberg

Perché è un mistero, anche se Ciucci, in una strana conferenza stampa mesi fa disse che il progetto con i costi definitivi non è uscito perché se no il budget non sarebbe più lo stesso. E questo è credibile visto che le ipotesi progettuali hanno oltre vent’anni, e come la frutta al mercato è cresciuta di prezzo, così i materiali, per esempio l’acciaio, sono lievitati.

Infatti nel decreto delle infrastrutture c’è un articolo che potrebbe consentire l’innalzamento del costo del Ponte, che ad oggi è di 13,5 mld. Nemmeno però il cassetto dei soldi è tanto chiaro. Finora i soldi iniziali li hanno messi solo le Regioni Sicilia e Calabria, le quali hanno rinunciato a fondi di coesione che potevano essere usati per altre necessarie, vedi treno in Sicilia, opere.

La vicenda Ponte, tra spie, indagini, intercettazioni, sembra assomigliare sempre di più al film di Spielberg, il ponte delle spie appunto, che racconta di uno scambio di prigionieri sulla cortina di ferro tra russi e americani. Chi sarà il prigioniero, e quale sarà il prezzo dello scambio?

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Blitz

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