Il pm di Salvini ora incrimina Meloni, continua lo scontro fra poteri dello Stato.

  • Postato il 29 gennaio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
  • 3 Visualizzazioni

Il Pm di Salvini ora incrimina Meloni, continua lo scontro fra poteri dello Stato.

Che altro si sarebbe potuto chiedere ad un immaginario Alfred Hitchock della politica italiana?

Il palcoscenico è quello di Palazzo Chigi, lo scenario è ancora più suggestivo: siamo nel cuore di Roma. I protagonisti del “giallo” sono la premier, i ministri Piantedosi e Nordio e il sottosegretario Mantovano.

giorgia meloni
Il pm di Salvini ora incrimina Meloni, continua lo scontro fra poteri dello Stato (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Tutti raggiunti da un avviso di garanzia (un atto dovuto lo definiscono i giudici) per il caso del generale libico Almasri: prima arrestato, poi liberato e alla fine espulso e rispedito nella sua terra d’origine con un aereo dei servizi segreti. En plein, in un colpo solo. L’accusa contro i nostri politici non è di poco conto: favoreggiamento e peculato.

Il Pm in guerra contro l’esecutivo

Comunque lo si voglia interpretare questo è un altro capitolo della “guerra” fra due poteri dello Stato: la magistratura e l’esecutivo. Un contrasto che dura da 32 anni. Dai tempi di Silvio Berlusconi e di Mani pulite.

Vista dagli abitanti dei paesi europei questa lotta è imbarazzante e getta parecchio discredito sull’Italia. Probabilmente, chi da lontano legge e si informa quasi non crede ai propri occhi. “I giudici si vogliono sostituire allo Stato”, sostiene una parte. “La verità è che ci vogliono sottomettere o meglio far sparire”, risponde l’altra sponda.

Così questo nostro bel paese rimane al palo e dovunque voglia andare per progredire trova un ostacolo che diventa alla fine insormontabile. Perché? Per quale incredibile ragione avviene tutto questo?

Chi vince chi perde?

Chi vince o chi perde non ci vuole stare e si difende con i denti. Ma in questo caso non si tratta di essere vittoriosi o perdenti, è in  gioco la credibilità di una Nazione che non può certo continuare a navigare a vista senza un minimo progetto o presunto tale.

Si usano parole grosse fra i due schieramenti. C’è addirittura chi parla di una vendetta, cioè di un’azione uguale e contraria a quella subita. Non è possibile che in un paese civile che ha dato i natali all’Impero Romano avvenga tutto questo senza che nessuno intervenga e con la ragione riporti ogni cosa alla normalità.

Si organizza e si proclama uno sciopero per somigliare (con tutto il rispetto) all’esercito dei metalmeccanici guidati da Maurizio Landini.

Si lascia l’aula e si sventola la Costituzione nel momento in cui il Guardasigilli vuole spiegare alla platea dei giudici il perché della separazione delle carriere. Per venire incontro alla difesa? Si”, risponde il ministro. “No”, replicano indignati i pubblici ministeri. “Vogliono toglierci prestigio e professionalità”.

E’ chiaro che in un simile contesto non si misurano nemmeno le parole: si svelano segreti e indiscrezioni che possano mettere KO l’avversario.

Insomma, stiamo fornendo agli stranieri un panorama desolante nell’anno in cui si celebra il Giubileo e Roma verrà invasa da oltre trenta milioni di turisti e cattolici.

Si è giunti al redde rationem dopo tanta ostilità che non tiene conto di nulla? Forse si e sarà un periodo assai nero se la situazione non cambierà.

E’ logico che il governo che ha già fatto approvare in prima lettura alla Camera la riforma, metterà il piede sull’acceleratore per arrivare ad approvare rapidamente la legge. Ma è altrettanto chiaro che la magistratura e le toghe che la compongono le proverà tutte perché il disegno fallisca. Con un’opinione pubblica sempre più sconcertata e delusa.

Fino a quando? Non è giunto finalmente il tempo di cambiare pagina nella speranza che poi la gente torni a votare e a eleggere i suoi rappresentanti?

L'articolo Il pm di Salvini ora incrimina Meloni, continua lo scontro fra poteri dello Stato. proviene da Blitzquotidiano.it.

Autore
Blitz

Potrebbero anche piacerti