Il piano Usa per Kiev si riduce da 28 a 19 punti

  • Postato il 24 novembre 2025
  • Estero
  • Di Agi.it
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Il piano Usa per Kiev si riduce da 28 a 19 punti

AGI - Qualcosa si è mosso a Ginevra. Per dirla con Kiev, la controversa proposta americana in 28 punti per la fine della guerra tra Russia e Ucraina non esiste più: ora c'è un elenco concordato di 19 punti da cui sono sparite le questioni politicamente più delicate, su cui saranno il presidente americano Donald Trump e l'ucraino Volodymyr Zelensky in persona a decidere. La nuova bozza è stata negoziata in Svizzera dal segretario di stato americano, Marco Rubio, e dal capo di gabinetto del presidente Zelensky, Andriy Yermak. Colloqui "intensi", è stato ammesso, ma "produttivi".

"Un piano di 28 punti nella forma in cui tutti l'hanno visto non esiste più. Alcuni punti stati tolti, alcuni cambiati. Nessun commento avanzato dalla parte ucraina è rimasto inascoltato", ha spiegato il consigliere del capo del gabinetto della presidenza ucraina, Oleksandr Bevz, confermando le rivelazioni al Financial Times del primo viceministro degli Esteri, Sergiy Kyslytsya, che ieri era al tavolo a Ginevra. Rubio e Yermak hanno "messo tra parentesi" i veri nodi, tra cui le questioni territoriali e le relazioni tra la NATO, la Russia e gli Stati Uniti. Alcune delle proposte cancellate potrebbero finire in documenti separati e l'ultima parola spetterà a Trump e Zelenskyy. Ma per Kyslytsya entrambe le delegazioni hanno lasciato Ginevra con "sensazioni positive".

L'ottimismo di Trump e la posizione di Putin

Non sembra un caso dunque che lo stesso Trump si sia mostrato ottimista, dopo i toni durissimi con cui ieri aveva accusato Kiev di non avere mostrato la dovuta gratitudine. "È davvero possibile che si stiano facendo grandi progressi nei colloqui di pace tra Russia e Ucraina?", ha scritto su Truth, "non credeteci finché non lo vedete, ma qualcosa di buono potrebbe stare per accadere". Dal canto suo, Vladimir Putin continua con la consueta strategia di apprezzare pubblicamente le iniziative americane salvo poi non arretrare di un passo dalle proprie posizioni. Le proposte americane "possono essere utilizzate come base per un accordo di pace finale", ha assicurato dopo una telefonata con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Perché Mosca, ha ribadito, "è interessata a una soluzione diplomatica". Ma ancora, almeno così ha detto, non aveva ricevuto l'ultima versione del piano. E non si sbilancia Zelensky: "Decideremo i prossimi passi in base al resoconto preciso dei negoziati a Ginevra".

Il nodo dei beni russi congelati

Secondo l'agenzia Bloomberg, tra le misure sparite dal piano USA c'è l'uso per la ricostruzione dell'Ucraina dei beni russi congelati. Era al punto numero 14 e prevedeva che 100 miliardi di dollari di frozen assets fossero investiti in progetti a guida americana, con gli USA che avrebbero ricevuto il 50 per cento dei profitti. Una prospettiva che aveva fatto storcere non poco il naso anche agli Europei, che fin qui hanno sostenuto il maggior peso negli aiuti. Nella contro-proposta europea, al punto 14 si parlava solo di "ricostruzione completa" anche attraverso l'utilizzo di "asset sovrani russi". Senza regalie a Washington. A registrare l'apertura di Trump a un confronto con i partner era stata anche la premier Giorgia Meloni, che ha sentito il presidente americano al telefono in occasione della riunione dei leader dell'UE a margine del vertice con l'Unione africana in Angola. E l'UE ha salutato con entusiasmo l'esito di Ginevra. "C'è un nuovo slancio nei negoziati di pace", ha assicurato il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, dopo l'incontro di Luanda. Ma certo sarà un processo lungo. E non si potranno fare veri passi avanti senza la Russia, ha avvertito la Germania. "È arrivato il momento che Mosca torni al tavolo", ha chiesto il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Ma Mosca continua a fare melina. Se Putin si mostra aperto al confronto, tocca ai suoi smorzare gli entusiasmi. "Non abbiamo ricevuto le modifiche concordate a Ginevra", ha spiegato a metà giornata il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Ma di certo non sarebbero gradite se contenessero i suggerimenti di Bruxelles: "Il piano europeo è assolutamente non costruttivo e non va bene per noi", ha chiarito Yuri Ushakov, potente consigliere di Putin per la Politica estera.

Erdogan ripropone Istanbul per i colloqui di pace

Guardano con speranza a Ginevra il leader turco Erdogan, che è tornato a offrire Istanbul come sede dei colloqui di pace, e la Cina. "Sosteniamo tutti gli sforzi profusi per la pace e auspichiamo che le parti continuino a ridurre le divergenze per raggiungere quanto prima un accordo di pace equo, duraturo e vincolante che risolva la crisi alla radice", ha detto il presidente Xi Jinping a Trump nella telefonata che hanno avuto oggi, a quanto riferito dalla stessa presidenza.

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Agi.it

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