“Il piano di Israele per governare Gaza dopo avere eliminato Hamas. Ecco il documento presentato a Netanyahu”
- Postato il 17 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Un documento di 23 pagine scritto dall’Israel Defense and Security Forum, un gruppo di oltre 35mila riservisti delle forze di sicurezza israeliane, e dal consolidato think tank Jerusalem Center for Security and Foreign Affairs. La redazione risale a fine 2023, un paio di mesi dopo l’attacco di Hamas a Israele, avvenuto il 7 ottobre. L’oggetto: ricostruire Gaza prendendone possesso, almeno in una fase iniziale, escludendo Nazioni Unite, Unrwa (l’agenzia Onu per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi) e Anp, l’Autorità nazionale palestinese. Possibile la presenza dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’Unhcr, mentre la cooperazione internazionale non è ritenuta necessaria, anche se è innegabile che “aiuterebbe innegabilmente il piano a raggiungere un successo più rapido ed efficiente”.
Si chiama “Gaza Security and Recovery Program, How Should The Day After Look Like” (Programma di sicurezza e recupero di Gaza, come dovrebbe essere il giorno dopo), è stato presentato in un momento non meglio specificato al governo di Netanyahu e “descrive come dovrebbe essere il “giorno dopo” nello scenario della caduta di Hamas. Comporta la ripresa economica, la costruzione di infrastrutture e, come affermano gli autori dello studio, “lo sradicamento di un’ideologia assassina“, etichettato anche come un processo di “denazificazione“. A riferire l’esistenza e i contenuti del documento è il sito di Euronews, che cita come fonti “un alto funzionario governativo” e “Ohad Tal e Simcha Rothman, due membri della Knesset del Partito Nazionale Religioso di estrema destra, che fa parte della coalizione di governo”.
Non viene mai citata la creazione dello Stato palestinese e non è chiaro se Israele “intenda annettere la Striscia, sebbene sia chiaramente affermato che le Forze di sicurezza israeliane (IDF) desiderano avere maggiore voce in capitolo nella gestione complessiva degli affari di Gaza”. Il documento prevede un processo in tre fasi distinte e le prime due sono considerate le più importanti: in entrambe, si legge sul sito di Euronews, “si prevede che gli israeliani prenderanno ampiamente il controllo e la gestione della Striscia, creando da zero una nuova entità”.
La premessa delle prime fasi è che Israele possa “imporre la legge marziale”, con l’esercito che assume il controllo di tutti gli affari civili, fino all’istituzione di un nuovo “meccanismo”. Questo periodo potrebbe durare da pochi mesi a un anno, secondo lo studio. Nella seconda fase, il governo israeliano istituirebbe cinque consigli amministrativi autonomi: “Striscia di Gaza settentrionale, Gaza City, Striscia di Gaza centrale, Khan Yunis e Rafah”. E l’esecutivo di Tel Aviv, che sarebbe l’attore principale del piano, istituirebbe inoltre una Direzione Generale Internazionale (IMD) per “aiuti, ricostruzione e supervisione dei consigli amministrativi”. Alcune parti del documento sembrano ricalcare le azioni che il governo israeliano ha deciso di intraprendere già a inizio maggio: il 5, ad esempio ha dato il via libera all’esercito “per avviare una massiccia operazione per prendere il controllo dell’intera striscia di Gaza“, poco dopo la mobilitazione di decine di migliaia di riservisti. In più, lo stesso giorno Netanyahu ha annunciato che “ci si dovrà aspettare un ulteriore sfollamento di 2,1 milioni di residenti di Gaza a seguito delle massicce operazioni via terra avviate”.
E l’autodeterminazione del popolo palestinese? Se ne parla solo nella fase tre, che però prevede come condizione di base la completa cancellazione “dell’attuale rete di Gaza gestita da Hamas”. In questo caso, una volta eliminato il gruppo terroristico, “l’IDF avrebbe come obiettivo quello di prendere temporaneamente il controllo dell’intera Striscia di Gaza, avendo libera circolazione sul territorio e ottenendo il controllo completo del confine di 12 chilometri tra Gaza e l’Egitto, compreso il valico di Rafah“. Anche in questo caso, la teoria sembra già parzialmente attuata, visto che è stata creata “una zona cuscinetto lungo alcuni tratti del confine. Dall’inizio di aprile – ricorda Euronews -, l’esercito israeliano ha già preso il controllo di circa metà di Gaza” e “le IDF – si legge – hanno sistematicamente demolito tutte le infrastrutture, rendendo inabitabile quella parte di territorio“. Nella zona cuscinetto citata dal piano, prosegue il documento, “non sarà consentito il traffico palestinese”.
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