Il pasticciaccio brutto del Lione: la sua esistenza ora è nelle mani del Psg

  • Postato il 4 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Forse in Europa. Forse in seconda serie. La linea dell’orizzonte dell’Olympique Lione non è mai stata così confusa. Sì perché il destino del club sette volte campione di Francia assomiglia molto a un rompicapo. O almeno così sperano i tifosi ancora pronti a scommettere sulla salvezza di una delle società storiche d’Oltralpe. Il campo ha raccontato una storia. I conti del club ne hanno fornita una completamente opposta. Il Lione ha chiuso il campionato al sesto posto. Un risultato che garantiva un posto nella prossima Europa League. Poi però nei giorni scorsi la DNCG, la Direction Nationale du Contrôle de Gestion, ossia l’organizzazione che monitora e supervisiona i conti delle società professionistiche francesi, ha stabilito la retrocessione del Lione in Ligue 2. Tutta colpa di una gestione finanziaria fin troppo allegra. E che non è migliorata neanche dopo i continui appelli dell’organo di controllo. La decisione della DNCG non è esattamente un fulmine a ciel sereno. Già dallo scorso novembre la possibilità di una retrocessione era qualcosa in più di una semplice ipotesi. E da quel momento in poi la Eagles Football Holdings Limited, conglomerata di John Textor, di fatto proprietario del club, non ha fornito nessuna garanzia su un effettivo miglioramento dei conti del Lione.

I primi problemi fra Textor e l’organo di controllo risalgono al 2023. Allora la DNCG impose al club la cessione di giocatori chiave come Bradley Barcola (finito al PSG per 45 milioni) e Castello Lukeba (al Lipsia per 30), ma il blocco del mercato impedì ai Les Gones di sostituirli. “Benvenuti nel calcio francese” commentò allora Textor. Una frase polemica che portò il numero uno del club a scaricare la colpa più o meno su chiunque. Soprattutto sull’ex proprietario e presidente del club Jean-Michel Aulas. “Mi ha nascosto le cattive notizie – ha attaccato Textor – Avrei potuto trovare una soluzione se fossi stato al corrente della situazione”. Peccato che l’ex totem del Lione abbia risposto di non aver mai avuto neanche un problema con la DNCG in 35 anni. La verità non è del tutto nel mezzo. Textor ha ereditato un club indebitato. Ma durante la sua gestione non ha fatto niente per evitare di finire contro un iceberg. Il monte ingaggi è rimasto eccessivo. E neanche le cessioni dell’OL Féminin, l’OL Reign (la squadra femminile di Seattle) e la LDLC Arena, che ospita la squadra di basket di Lione, hanno sortito l’effetto sperato. La situazione però è precipitata nel corso della scorsa estate.

Nonostante i conti poco floridi, Textor ha bruciato quasi 150 milioni di euro sul mercato, compensati solo parzialmente dai 68 milioni entrati dalle cessioni. L’obiettivo era chiaro: rientrare in Champions League. Eppure le cose sono andate in maniera diversa. A novembre c’è stato un altro incontro con la DNCG. Prima di entrare in riunione Textor si era detto assolutamente “ottimista” e “fiducioso”. Poi al termine della riunione era arrivata la stangata: mercato bloccato e retrocessione preventiva. Nelle ultime settimane Textor ha venduto le sue quote del Crystal Palace. E aveva raggiunto un accordo con il City per la cessione di Cherki per una quarantina di milioni. Il problema è che l’affare non era ancora chiuso. E quindi non poteva essere messo a bilancio. In più la Ligue 1 è attualmente senza broadcaster per la prossima stagione. Così il Lione non ha potuto contare neanche sugli introiti dei diritti televisivi. Alla fine la riunione è stata un disastro. La DNCG ha confermato la retrocessione in Ligue 2. Ma il dato più preoccupante per i tifosi è un altro. Textor, infatti, ha definito la sanzione “incomprensibile”, dimostrando di non aver compreso la lezione.

Ora il club naviga in acque scure. Se in appello riuscirà a dimostrare la ritrovata solidità dei suoi conti, potrà mantenere la categoria e soprattutto, in base a un accordo con la Uefa arrivato nei giorni scorsi, il piazzamento in Europa League. Altrimenti dovrà arrendersi e restare fra i cadetti. In attesa della sentenza, però, il club ha già iniziato a perdere pezzi. Lacazette è andato in Arabia, Tagliafico si è svincolato. E tutti i giocatori migliori sono già con le valigie in mano. I media francesi raccontano però di uno scenario clamoroso. Perché il destino del Lione sarebbe in mano del Psg. Se i campioni d’Europa decidessero di pagare in un’unica soluzione le rate restanti per il trasferimento di Barcola, il Lione avrebbe la possibilità di salvarsi. È uno scenario incerto e inquietante. Perché dimostra ancora una volta quanto il Psg, ossia il club a cui è stato permesso di acquistare Mbappé in prestito dal Monaco con obbligo di riscatto a 180 milioni, possa influenzare tutto il sistema calcio transalpino. Intanto a fine giugno la statunitense Michele Kang è stata nominata presidente dell’Olympique in sostituzione di Textor, che si è dimesso dal suo incarico all’OL e dal consiglio di amministrazione del club. Una rivoluzione sul piano amministrativo. Anche se il lato sportivo sembra indebolirsi sempre di più.

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