Il Parlamento vota il giudice della Consulta, le opposizioni unite: “Non partecipiamo”. La destra vuole Marini ma ha paura di non farcela

  • Postato il 8 ottobre 2024
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Le opposizioni fanno fronte comune: Partito Democratico, Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, Azione, Italia viva e +Europa hanno reso noto che non parteciperanno alla votazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione del giudice mancante della Corte costituzionale. I parlamentari di Avs non saranno in aula, mentre quelli di Pd e M5S non ritireranno la scheda, per mettere in evidenza la “forzatura” del centrodestra. Il governo punta tutto su Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Meloni, costituzionalista e soprattutto consulente nella redazione della riforma sul premierato.

Siamo all’ottava votazione e nella riunione del Parlamento in seduta comune serve la maggioranza dei 3/5. Conti alla mano alle forze di governo mancano solo tre “sì” . Ma Giorgia Meloni ha paura, teme di non farcela. L’obiettivo è quello di evitare franchi tiratori e convincere qualche singolo parlamentare a votare Marini: e si guarda a Svp. Tutto questo in un clima molto teso con tanto di ricerca di talpe, dopo la chat rivelata dal Fatto Quotidiano sullo sfogo della premier con i suoi parlamentari. Nei giorni scorsi tutti i partiti sono stati allertati a presentarsi in aula cancellando impegni e missioni.

“Non c’è stato nessun confronto con le opposizioni da parte della maggioranza” sulla Consulta, e “questo non è accettabile“, ha commentato Elly Schlein intervenendo a Live in di SkyTg24. “Non può esserci un atteggiamento proprietario delle istituzioni da parte della maggioranza e di Giorgia Meloni”, ha aggiunto la segretaria del Pd confermando che con gli altri partiti delle opposizioni “ci siamo sentiti e coordinati“. “I parlamentari del M5s non non risponderanno alla chiama e non ritireranno la scheda”, fanno sapere dal Movimento. “Non rompiamo il fronte, non partecipiamo al voto”, ha comunicato Carlo Calenda ai suoi. “In accordo con le opposizioni la scelta di Italia Viva è quella di non partecipare al voto per l’elezione del giudice della corte costituzionale”, afferma in una nota l’ufficio stampa del partito di Matteo Renzi.

Il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, parla di “blitz della maggioranza“: “Siamo di fronte ad una sorta di provocazione“, ha sottolineato Boccia, introducendo la riunione dei gruppi Pd. L’indicazione data è quella di non partecipare al voto e di non ritirare la scheda ma i parlamentari potrebbero entrare in Aula o meno, per il partito “è indifferente”. “Abbiamo provato in tutti i modi – ha detto Boccia – a costruire momenti di confronto con la maggioranza”. I giudici della Consulta “si votano con i 2/3 e poi, dal terzo scrutinio, con i 3/5 dei votanti: cioè è necessaria una reale condivisione per eleggerli”, ha spiegato. “Non c’è stato un confronto ma una improvvisa accelerazione da parte della maggioranza. Con convocazione via chat, manu militari, da parte dei partiti di governo. E poi c’è la questione della designazione: si sceglie il nome di Francesco Saverio Marini, principale estensore della legge sul premierato”, ha concluso Boccia. Adesso gli occhi sono puntati a Montecitorio in vista della riunione alle 12.30.

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