Il Parco Archeologico di Herakleia in Basilicata ha un nuovo percorso di arte contemporanea 

  • Postato il 23 novembre 2025
  • Arti Visive
  • Di Artribune
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Al Parco Archeologico di Herakleia, in Basilicata, prende forma Siris, progetto di valorizzazione ideato da Studio Studio Studio, il laboratorio fondato da Edoardo Tresoldi, con la direzione artistica di Antonio Oriente. Tre interventi site-specific rileggono la stratificazione della città magnogreca, intrecciando arte contemporanea, paesaggio e memoria sacra. Le opere permanenti attendono il pubblico e, nella loro reversibilità, incarnano pienamente la filosofia di un ecomuseo. 

Un canto alla memoria. L’opera di Gijs Van Vaerenbergh a Herakleia 

Nel punto in cui sorgeva un antico tempio, oggi perduto, il duo belga Gijs Van Vaerenbergh realizza Rovina Inversa: una struttura metallica sospesa che proietta nel tempo attuale l’immagine svanita dell’architettura classica. Una serie di colonne dal ritmo regolare sostiene una di trabeazione e frontone ridotte alle sue forme più essenziali. L’opera non ricostruisce, ma evoca: come nei meccanismi della memoria, i dettagli si dissolvono e rimane la forma immediata, il profilo che resiste al tempo. È la visione mentale di ciò che fu, un tempio che galleggia nell’aria come reminiscenza collettiva, restituito alla luce della contemporaneità. 

Il sacro contemporaneo. L’opera di Selva Aparicio 

Nel “Bosco Sacro”, l’artista Selva Aparicio presenta Chora: sette figure eteree che sembrano emergere dal terreno per sacralizzare i luoghi già sacri. Le sue edicole votive reinterpretano la spiritualità antica alla luce di una sensibilità contemporanea. Oltre alla dimensione concettuale, le sculture disegnano un percorso alternativo nel parco, portando il visitatore fuori dai sentieri battuti, a scoprire i colori, i suoni e i profumi della vegetazione mediterranea. Un’esperienza lenta e contemplativa, in cui le opere sembrano nascere dal paesaggio stesso. 

Uno scatto sonoro. L’opera di Max Magaldi a Herakleia 

Con Arbosonica, Max Magaldi invita all’ascolto come forma di contatto. Il suo paesaggio sonoro non si fa materia, ma connessione sensoriale con l’ambiente del parco. Per mesi l’artista ha ascoltato Herakleia e ne ha registrato le voci: il vento tra gli alberi, lo scorrere dell’acqua, il ritmo dei campanelloni delle mucche. Da questo archivio acustico ha composto soundscape che si attivano nelle cuffie del visitatore quando attraversa le aree corrispondenti, intrecciando i suoni naturali con le poesie di Claudia Fabris e le musiche di Daniela Pes, trasformando la passeggiata in un’esperienza immersiva e sensoriale. 

Max Magaldi, Claudia Fabris, Daniela Pes, Arbosonica, Siris. Progettazione delle aree sonore
Max Magaldi, Claudia Fabris, Daniela Pes, Arbosonica, Siris. Progettazione delle aree sonore

Durante l’inaugurazione, questo paesaggio sonoro ha accompagnato la performance di Claudia Fabris. L’artista ha letto dal vivo una poesia in cui i miti di Demetra e Persefone si legano alla morfologia della Lucania contemporanea, celebrando i doni essenziali della natura: il mutare delle stagioni, il profumo della terra, il rumore dell’acqua, il ciclo della vita e della morte. Ospitata all’interno della Rovina Inversa e avvolta dalla luce serale, la performance ha dato un’anima viva e calda alla rovina — a quella antica e a quella nuova. 
 
Valeria Radkevych 
 
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Autore
Artribune

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