Il Papa venuto dall’America: Sorrentino lo aveva già previsto in “The Young Pope”

  • Postato il 9 maggio 2025
  • Di Panorama
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Nel 2016 Paolo Sorrentino immaginava per la prima volta nella storia della Chiesa un Papa americano. Nove anni dopo, l’elezione del cardinale Robert Prevost, originario di Chicago, ha riacceso i riflettori su The Young Pope, la serie che molti oggi rileggono come una sorprendente profezia visiva. Sui social è esploso un revival spontaneo: clip della serie, citazioni e immagini di Jude Law in abiti papali stanno invadendo le bacheche, trasformando un prodotto d’autore in fenomeno virale.

Il Papa venuto dall’America: Sorrentino lo aveva già previsto in “The Young Pope”
Il Papa venuto dall’America: Sorrentino lo aveva già previsto in “The Young Pope”
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Il Papa venuto dall’America: Sorrentino lo aveva già previsto in “The Young Pope”
Il Papa venuto dall’America: Sorrentino lo aveva già previsto in “The Young Pope”
Il Papa venuto dall’America: Sorrentino lo aveva già previsto in “The Young Pope”
Il Papa venuto dall’America: Sorrentino lo aveva già previsto in “The Young Pope”

Ma chi era davvero quel Papa americano di Sorrentino? Un personaggio totalmente fuori dagli schemi: giovane, bello, misterioso, conservatore e profondamente iconico. Lenny Belardo – questo il suo nome anagrafico – diventa Pio XIII all’età di 47 anni. Interpretato da Jude Law, è un pontefice che sfida ogni convenzione. Indossa infradito, fuma come un turco, beve Diet Cherry Coke, gioca a bowling, ha un canguro come animale domestico e crede nel potere dell’occultamento: la forza del Papa, secondo lui, sta nell’assenza, nel non mostrarsi. “L’artista più famoso al mondo? Banksy. Lo scrittore? Salinger. Il gruppo di musica elettronica? I Daft Punk”, dice a chi lo circonda, costruendo un’ideologia mediatica fatta di sottrazione e mito.

La serie, prodotta da Sky, HBO e Canal+, fu accolta come un evento televisivo internazionale, con un cast stellare e una produzione raffinata. Accanto a Law, brillano Silvio Orlando nel ruolo del cardinale Voiello – il cinico ma geniale Segretario di Stato – e Diane Keaton nei panni di suor Mary, la figura materna che ha cresciuto Lenny in orfanotrofio dopo la morte dei suoi genitori. Alla base del personaggio, infatti, c’è un passato segnato da dolore e abbandono, che alimenta un’ossessione per il controllo e una visione ultra-conservatrice del ruolo papale. Tra le sue prime decisioni: recuperare i palazzi della Chiesa americana e far costruire un hangar per conservare i doni ricevuti.

The Young Pope è stata seguita nel 2020 da The New Pope, dove il testimone passa a John Malkovich, senza però mai oscurare l’aura magnetica del Pio XIII di Jude Law. Le due stagioni formano un dittico sul potere spirituale e la sua estetica, esplorato con lo stile inconfondibile di Sorrentino, tra eccesso, bellezza barocca e ironia.

Alla Mostra del Cinema di Venezia, Sorrentino aveva dichiarato: “The young Pope non è una sterile provocazione né una forma di pregiudizio o intolleranza nei confronti della Chiesa, ma il tentativo onesto e curioso di indagare, per quanto possibile con un film di quasi dieci ore, le contraddizioni, le difficoltà e il fascino del clero: cardinali, sacerdoti, suore e un prete diverso da tutti gli altri che è il Papa”.

Quanto al confronto con Papa Francesco, il regista aveva aggiunto: “Il Papa trattato da noi è diametralmente diverso da quello attuale ma questo non vuol dire che un Pontefice così non possa accadere in un futuro prossimo. È illusorio pensare che la Chiesa abbia imboccato un percorso verso la liberalità, anzi è verosimile che dopo questo Papa ne venga uno di segno contrario”.

Una visione che, oggi, assume i tratti inquietanti e affascinanti della premonizione. Intanto, chi volesse (ri)scoprire la serie tv, può trovare The Young Pope e The New Pope in streaming su Sky e Now.

Autore
Panorama

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