Il Papa: “I governanti non usino soldi per le armi. Popoli schiacciati da violenza e indifferenza”
- Postato il 21 settembre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Vi incoraggio a perseverare con speranza in un tempo seriamente minacciato dalla guerra. Interi popoli vengono oggi schiacciati dalla violenza e ancor più da una spudorata indifferenza, che li abbandona a un destino di miseria“. Lo ha detto il Papa nell’omelia che ha pronunciato domenica 21 settembre durante la messa nella Chiesa di Sant’Anna in Vaticano.
“Davanti a questi drammi, non vogliamo essere remissivi, ma annunciare con la parola e con le opere che Gesù è il Salvatore del mondo, Colui che ci libera da ogni male – ha aggiunto – Il suo Spirito converta i nostri cuori affinché, nutriti dall’Eucaristia, supremo tesoro della Chiesa, possiamo diventare testimoni di carità e di pace“.
Quanto ai politici, “oggi in particolare la Chiesa prega perché i governanti delle nazioni siano liberi dalla tentazione di usare la ricchezza contro l’uomo, trasformandola in armi che distruggono i popoli e in monopoli che umiliano i lavoratori. Chi serve Dio diventa libero dalla ricchezza, ma chi serve la ricchezza ne resta schiavo! Chi cerca la giustizia trasforma la ricchezza in bene comune; chi cerca il dominio trasforma il bene comune nella preda della propria avidità“.
La tentazione, secondo il Pontefice, è questa: “Pensare che senza Dio potremmo comunque vivere bene, mentre senza ricchezza saremmo tristi e afflitti da mille necessità. Davanti alla prova del bisogno ci sentiamo minacciati, ma invece di chiedere aiuto con fiducia e di condividere con fraternità, siamo portati a calcolare, ad accumulare, diventando sospettosi e diffidenti verso gli altri. Questi pensieri trasformano il prossimo in un concorrente, in un rivale, o qualcuno da cui trarre vantaggio”.
Gesù, ricorda Leone XIV, “pone un’alternativa nettissima tra Dio e la ricchezza, chiedendoci di prendere una chiara e coerente posizione. ‘Nessun servitore può servire due padroni‘, perciò ‘non potete servire Dio e la ricchezza’. Non si tratta di una scelta contingente, come tante altre, né di una opzione rivedibile nel corso del tempo, a seconda delle situazioni”. Occorre dunque decidere “un vero e proprio stile di vita – osserva il Papa – Si tratta di scegliere dove porre il nostro cuore, di chiarire chi sinceramente amiamo, chi serviamo con dedizione e qual è davvero il nostro bene. Ecco perché Gesù contrappone proprio la ricchezza a Dio: il Signore parla così perché sa che siamo creature indigenti, che la nostra vita è piena di bisogni. Sin da quando nasciamo, poveri e nudi, abbiamo tutti bisogno di cure e affetti, di una casa, del cibo, del vestito. La sete di ricchezza rischia di prendere il posto di Dio nel nostro cuore, quando riteniamo che sia essa a salvare la nostra vita, come pensa l’amministratore disonesto della parabola”.
Il Papa sottolinea poi che, come ammonisce il profeta Amos, “coloro che vogliono fare della ricchezza uno strumento di dominio non vedono l’ora di ‘comprare con denaro gli indigenti’, sfruttandone la povertà. Al contrario, Dio destina i beni del creato a tutti – sottolinea – La nostra indigenza di creature attesta allora una promessa e un legame, dei quali il Signore si prende cura in prima persona. Il salmista descrive questo stile provvidente: Dio ‘si china a guardare sui cieli e sulla terra’; Egli ‘solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero'”. E la parola del Signore “non contrappone gli uomini in classi rivali, ma sprona tutti a una rivoluzione interiore, una conversione che inizia dal cuore. Allora si apriranno le nostre mani: per donare, non per arraffare. Allora si apriranno le nostre menti: per progettare una società migliore, non per scovare affari al miglior prezzo”, conclude il pontefice.
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