Il Papa che cambiò il ruolo della donna nella Chiesa
- Postato il 21 aprile 2025
- Di Agi.it
- 1 Visualizzazioni

Il Papa che cambiò il ruolo della donna nella Chiesa
AGI - Sempre più donne nella Chiesa: se il sacerdozio femminile resta un tabù, con buona pace di molti padri sinodali, il pontificato di Francesco ha segnato un'innegabile valorizzazione della figura e del ruolo dell'altra metà del cattolicesimo. È, dicono i teologi, questione di ministeri, cioè di ruoli: l'uomo ha il petrino, che vuol dire accesso al sacerdozio e alla gerarchia, la donna il mariano. Più sfumato, sì, ma meno importante solo all'occhio disattento, e per due motivi. Il primo è la funzione tutta femminile nell'esercizio della moral suasion, vero e proprio potere di stimolo e controllo, valorizzazione di sensibilità altrimenti neglette. Si dirà: un po' poco, ma l'evanescenza non implica la mancanza di peso. Il secondo motivo:
In undici anni di pontificato Jorge Mario Bergoglio ha nominato numerose donne in posti di responsabilità. In alcuni casi, grande responsabilità.
Suor Raffaella Petrini è la numero due del Governatorato, l'ente che governa il piccolo Stato pontificio. Il presidente è il cardinale Fernando Vergez Alzaga ma la religiosa romana dell'istituto delle suore francescane dell'Eucaristia, un master in organization behavior negli Stati Uniti, è la persona che operativamente gestisce giorno per giorno tutte le grane. Dalla manutenzione degli edifici alla gestione dei Musei vaticani, dagli appalti ai contratti di lavoro, è lei che, con sorriso sottile e mano di ferro, decide.
Altro personaggio di peso è suor Simona Brambilla: arrivata da pochi mesi a ricoprire il ruolo di segretaria dei Religiosi, questa ex superiora generale delle missionarie della Consolata, discretissima, è la seconda, dopo il cardinale Joao Braz de Aviz, del dicastero responsabile per tutte le suore e tutti i frati e i monaci del mondo: un vero e proprio esercito portatore di innumerevoli esigenze, proposte, problemi.
È segretaria di dicastero anche suor Alessandra Smerilli, economista salesiana, numero due (il prefetto è il cardinale Czerny) del dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale, ossia il laboratorio di tutte le iniziative vaticane sui migranti, l'ambiente, la giustizia sociale.
Riveste un ruolo di gran rilievo anche la sottosegretaria del Sinodo — che non fa formalmente parte della Curia romana — suor Nathalie Becquart, religiosa francese della congregazione di Xavières, sulla plancia di comando delle complicate assemblee che riuniscono periodicamente a Roma vescovi e sacerdoti di tutto il mondo. Ruolo che le ha permesso di essere la prima donna nella storia moderna ad avere il diritto di voto al Sinodo (al Concilio, per dire, le poche donne presenti non votarono), ormai in buona compagnia dopo che il Papa ha incluso tra le votanti dell'ultima assemblea una cinquantina di donne.
La carica delle laiche
Sempre nell'organigramma della Santa Sede due donne, Linda Ghisoni e Gabriella Gambino, rivestono il ruolo di sottosegretarie del dicastero per i Laici, la Vita e la Famiglia.
È donna la direttrice dei Musei vaticani, la storica dell'arte Barbara Jatta.
È donna, ancora, la coordinatrice dell'inserto femminile dell'Osservatore Romano, Donna Chiesa Mondo, la giornalista Rita Pinci, che ogni mese manda in stampa un giornale che approfondisce le peculiarità e i nodi della sensibilità femminile in relazione alla Chiesa, ed è donna Cristiane Murray, la numero due della sala stampa della Santa Sede.
Ci sono, ancora, due donne tra i quadri dirigenziali delle commissioni pontificie: Nuria Calduch-Benages, suora delle Missionarie Figlie della Sacra Famiglia di Nazareth ed esperta di antico testamento è segretaria della pontificia commissione biblica, Emicle Cuda, spumeggiante politologa argentina, è segretaria della pontificia accademia per l'America latina. Tra i membri della Pontificia accademia per la vita spicca il nome dell'economista italo-americana Mariana Mazzucato, che Bergoglio ha nominato, ha detto, «per dare un po' più di umanità» al Vaticano.
Il superministero economico
In posizione meno visibile, ma di potere reale, ci sono poi suor Yvonne Reungoat, salesiana francese, e Maria Lia Zervino, consacrata argentina, che, insieme a suor Raffaella Petrini, Francesco ha voluto inserire nel dicastero dei Vescovi, ossia l'ufficio vaticano che seleziona i vescovi — maschi — di tutto il mondo. Ci sono poi ben sei donne, nessuna italiana, nel Consiglio per l'Economia (composto da otto cardinali e sette laici), una sorta di superministero che svolge funzione di indirizzo nelle finanze vaticane: Charlotte Kreuter-Kirchhof, Eva Castillo Sanz, Leslie Jane Ferrar, Marija Kolak, María Concepción Osákar Garaicoechea, Ruth Maria Kelly. Dopo tanti scandali, Bergoglio ha voltato pagina affidandosi a questo gruppo di donne.
Ancora nessuna prefetta
Nel complesso dal 2013, quando è stato eletto Papa, le dipendenti donne in Vaticano, secondo uno studio condotto quasi un anno fa da Vatican News, sono passate da 846 a 1.165, ossia da quasi il 19,2 al 23,4 per cento. Se le nomine si sono moltiplicate, le donne sono comunque meno del cinque per cento di tutti i ruoli di vertice. Con una decisione che ha suscitato critiche virulente, sebbene dissimulate dai consueti toni felpati, con la costituzione apostolica Praedicate Evangelium del 2022 Bergoglio ha messo nero su bianco la possibilità di nominare laici, e dunque anche donne, a capo di un dicastero vaticano, casella tradizionalmente occupata solo da cardinali o arcivescovi: ma sinora non lo ha mai fatto, e dunque nessuna donna ancora è divenuta prefetto.
Continua a leggere...