Il no-vax Kennedy Jr nella squadra di Trump è un rischio per vaccinazioni e ricerca

  • Postato il 15 novembre 2024
  • Di Il Foglio
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Il no-vax Kennedy Jr nella squadra di Trump è un rischio per vaccinazioni e ricerca

La scelta da parte di Trump di Robert Kennedy Jr come ministro in pectore per la salute, cioè di un soggetto che è un noto sostenitore di bufale e idee pericolose nei settori della sanità pubblica e della politica alimentare dalle quali trae ingente profitto, ha sottolineato il desiderio del presidente eletto di sconvolgere Washington con scelte di gabinetto provocatorie e tese a sottolineare il suo desiderio di vendetta nei confronti di quel sistema di norme, burocrazie e classi dirigenti che lo hanno tenuto lontano dal potere durante la presidenza Biden. Se Kennedy (o Matt Gaetz, Pete Hegseth o Tulsi Gabbard, per quel che conta) possa ottenere la conferma del Senato è un'altra questione; qui però vorrei fare alcune considerazioni in merito all’ultimo rampollo di una dinastia che fu gloria della liberal democrazia e del progresso scientifico, il quale è invece il guru esattamente dell’irrazionalismo e del cospirazionismo globale, né più né meno di molti degli altri soggetti che Trump ha messo in campo.

 

Intanto, fa sinceramente ridere che il propalatore di una teoria su Bill Gates, che vedeva l’uso dei chip come arma per costringere alla vaccinazione le persone, possa convivere con quello che pare essere diventato una musa del presidente Trump, ovvero quell’Elon Musk, formidabile ed entusiasta supporter dell’impianto di chip nel cervello umano attraverso la sua azienda Neuralink

 

Tuttavia, questo ed altri innumerevoli fatti che potrebbero dimostrare gli errori e la malafede di Kennedy, come di molti dei personaggi che si accingono a prendere il potere in America, hanno contato e conteranno sempre meno. Il punto è che la maggioranza degli americani – e sospetto ormai la maggioranza degli occidentali – ha una profonda sfiducia verso le istituzioni tradizionali, dagli scienziati ai media, il che rappresenta un ostacolo impossibile a superarsi per coloro che cercano di verificare i fatti delle affermazioni di Kennedy o del vasto mondo dei profittatori del falso. È come se ci fossero due universi di fatti diversi, i famosi “alternative facts” di Trump: coloro che diffidano delle istituzioni o di chiunque sia percepito come parte dei “potenti” sono disposti a dare il beneficio del dubbio a qualcuno che ritengono stia giustamente sfidando quel potere, e non sono interessati alle argomentazioni di persone che ritengono (in modo quasi sempre erroneo) stiano eseguendo gli ordini di quelle istituzioni.

 

Dunque, è sufficiente che chi richiama qualche fatto o verità incontrovertibile sia additato come utile a quegli stessi potenti, per eliminare ogni fastidio dell’argomentare; ed è precisamente quanto Kennedy. Musk, Trump o tutti gli altri hanno potuto fare, attraverso la polarizzazione del dibattito pubblico su vari argomenti e sulla propria stessa persona. D’altra parte, i social media sono una macchina per incrementare e sfruttare vantaggiosamente il dibattito polarizzato, come ormai sappiamo da tempo; e non per caso Elon Musk ha acquisito uno dei maggiori, visto che non è uno stupido – “c’è del metodo nella sua follia”, come scriveva il Bardo.

 

Kennedy è un veterano di questo gioco; ben prima che altri, come Trump o Musk, vi si accostassero, egli cominciò a cavalcare l’onda della disinformazione e della creazione di un mondo di fatti immaginari, da cui ha tratto e trae profitti notevolissimi attraverso la sua fondazione, e che infine gli hanno consentito di entrare alla corte del nuovo presidente, come il “distruttore di mondi” che è incaricato di mettere alla porta i rappresentanti dei fatti in ambito medico e agricolo, per promuovere le frottole così tanto mortificate dalla realtà fino ad oggi.

 

Cosa importa se proprio Donald Trump, nel suo precedente mandato, promosse uno dei più ingenti finanziamenti per lo sviluppo di un vaccino, 18 miliardi di dollari per l’operazione “Warp Speed”, a partire dal 2020?

 

E cosa importa se Trump ha espresso più volte la sua gratitudine a medici e infermieri per gli sforzi contro la recente pandemia?

 

I fatti si ignorano, i fatti cambiano, i fatti esistono o meno secondo la convenienza del momento: l’importante è che “il povero con i soldi”, quel presidente neoeletto con il voto travolgente di tante vittime del mondo moderno, dia quella lezione e quella punizione che i suoi elettori aspettano con gioia a chi fino ad oggi ha avuto l’incarico di amministrare e gestire la vita pubblica, inclusi agenzie, medici e scienziati che hanno speso parole e lavoro per gli altri. Questo è il compito che ci si aspetta che Kennedy porti a termine: quella parte del programma di “retribution” che riguarda la comunità medico-scientifica.

 

Se le vaccinazioni obbligatorie termineranno, i bambini prima di tutto cominceranno a morire di malattie come morbillo e pertosse, come si è già visto in piccola scala nei focolai accesi nelle comunità antivacciniste americane; ma il controllo della narrazione, con l’ovvio impedimento all’accertamento della verità attraverso l’ostacolo al monitoraggio e ad i medici in generale, potrebbe prolungare il danno per tempi anche lunghi.

 

Si accorgeranno prima i cittadini americani dei danni della mancata vaccinazione; ma anche noi siamo a rischio, se le odiate farmaceutiche disinvestiranno, come in passato, giudicando sconveniente il settore della medicina preventiva. I fatti hanno la testa dura; e se non si vogliono ascoltare le persone, saranno i virus a dimostrare quanto potere sbagliato si sia dato a chi sostiene le più immonde sciocchezze sulla pelle degli altri.

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Autore
Il Foglio

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