Il nemico non è più a Washington, ma a Bruxelles: così Donald Trump ha fatto cambiare idea persino a Dmitry Peskov

  • Postato il 7 marzo 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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È talmente assurda la virata, talmente capovolta la prospettiva, che qualche giornalista non ha temuto di chiedere spiegazioni in piena conferenza stampa a Dmitry Peskov. Gli Usa erano nostri nemici: lo abbiamo detto e ripetuto per mesi. E adesso? Nessuno poteva immaginare questo cambiamento, ha risposto il portavoce del Cremlino: ora la visione statunitense “coincide con la nostra in molti modi”. Trump ha rovesciato la strategia Usa e ora va rovesciata la narrazione del conflitto: non è più nemica Washington, ma Bruxelles.

L’inizio della grande svolta è iniziato netto dopo i negoziati tra delegazione russa e Usa in Arabia Saudita a febbraio scorso. Sintonizzati sulle antenne del Cremlino, agenzie di stampa, giornali e canali tv si adeguano alla nuova realtà geopolitica: non si critica più Washington, ma il “vecchio mondo”, l’Europa, l’Unione Europea, dove ci sono i nuovi Napoleone (Macron), i contrari ai negoziati che metteranno fine al conflitto, “il partito della guerra”. Così l’ha battezzato Dmitry Kiselyov, il più influente conduttore che va in onda su Rossiya1 (quello che minacciava di ridurre gli Usa in cenere nucleare): ha assicurato che ora risolveranno le cose quelli del nuovo, inedito asse, la “grande troika”, – Russia, Cina, Usa.

Gli americani di ieri, quelli di Biden, che volevano la distruzione totale della Russia, “burattinai” degli ucraini ed europei, anti-russi per eccellenza, non sono quelli del nuovo presidente americano, lodato per il suo “pragmatismo”. La sua politica lascia fiorire “certe speranze”: Putin lo ha detto prima della riunione annuale dell’Fsb, proprio mentre Zelensky veniva sbeffeggiato e umiliato nello Studio Ovale.

Per presentare questa normalizzazione dei rapporti tra Capitali storicamente nemiche si fanno i conti col passato e si torna indietro, fino all’Urss o al regno di Caterina. L’“Ovest collettivo” guerrafondaio, che comprendeva fino a poche settimane fa anche gli Stati Uniti, ora viene identificato con l’Ue. “Colonizzazione, guerre, crociate, guerra in Crimea, Napoleone, la Prima guerra mondiale, Hitler”: il diplomatico tra i più esperti al mondo, il 74enne ministro degli Esteri Sergei Lavrov, lo ha detto in tv: se guardiamo alla storia in retrospettiva, gli americani non hanno avuto un ruolo di istigatori.

Macron è come Napoleone, ma Trump è come Trump: Russia e Stati Uniti rimangono avversari strategici, ma i nuovi patti si fanno con il tycoon a cui l’omologo russo ha anche proposto una cooperazione commerciale per i giacimenti di alluminio e terre rare in Siberia. Questa alleanza però non piace a tutti nella Federazione: non piace ai patrioti Z, che vogliono la prosecuzione del conflitto, milblogger che sui social chiamano quello russo-statunitense “lo sporco accordo”.

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