Il Napoli scopre la paura di vincere: scudetto ancora in bilico
- Postato il 12 maggio 2025
- Di Panorama
- 2 Visualizzazioni


La sindrome del braccino corto ha colpito il Napoli. Si tratta di quella psicosi che paralizza il tennista in dirittura d’arrivo di un match quasi vinto, quando mancano pochi punti per chiudere il discorso e andare sotto la doccia. Alla squadra di Antonio Conte il braccino è venuto al Maradona sul più bello, in vantaggio ed apparente controllo con il Genoa dei ragazzi che nulla aveva più da chiedere al suo campionato. Ne è uscito un pareggio che equivale per la capolista ad aver sprecato il bonus a disposizione, condannandosi a fare posta piena nelle ultime due giornate contro Parma e Cagliari.
Non significa aver perso lo scudetto. Anzi. Il Napoli rimane solido favorito perché il calendario si fa preferire a quello dell’Inter, tornata a meno uno dalla vetta, e perché i partenopei continuano a poter gestire un unico impegno mentre i nerazzurri hanno la testa fatalmente proiettata verso la finale della Champions League di Monaco di Baviera del prossimo 31 maggio. Però è un dato di fatto che la planata sul quarto tricolore della storia napoletana si è fatta più difficile e da qui in poi non saranno ammessi altri passi falsi.
Come e perché sia successo è semplice da capire. Il Napoli è tornato a sbattere sui difetti di questa stagione, quelli che gli erano già costati alcuni pareggi sanguinosi come quello di Venezia: ha costruito molto, tirato tantissimo e trovato poco la porta del Genoa. Dietro ha concesso, rischiando tanto, e non sempre può andare bene come era accaduto a Lecce nel turno precedente. In più l’ansia da prestazione ha consigliato nel finale di abbassare il baricentro esponendosi al rischio, poi concretizzatosi, di portarsi in casa il nemico.
Gli azzurri scendevano in campo sapendo che l’Inter delle riserve aveva passeggiato sotto il diluvio di Torino. Non è dato sapere se la pressione abbia giocato un ruolo nella serata del Maradona, certamente lo farà nei 180 minuti che dividono le due squadre dallo scudetto e in questo Inzaghi ha un vantaggio evidente su Conte perché guida un gruppo abituato alle sfide impervie. E’ sorprendente come l’Inter continui a scegliere di restare attaccata a tutti gli obiettivi possibili, anche ora che la logica suggerirebbe di mollare il campionato per concentrarsi solo sulla finale della Champions League. Il riavvicinamento rende impossibile questo scenario, dunque Lautaro e compagni dovranno andare a tutta senza mai staccare il piede dall’acceleratore: affascinante e rischioso al tempo stesso.
Per chiudere tre riflessioni brevi. La prima è che evocare l’errore arbitrale di Fabbri in Inter-Roma (rigore negato a Bisseck come ammesso anche dall’AIA) ha poco senso: fa parte della contabilità degli episodi di una stagione e pesa come gli altri, a torto o a favore. Secondariamente, il Viminale attraverso l’Osservatorio si trova ora a gestire una patata bollente perché la trasferta dei napoletani a Parma dovrebbe essere, a logica, vietata dopo i fatti di Lecce ma diventa scivoloso immaginare di poter incidere non su una festa scudetto ma su una volata che si gioca anche sui dettagli.
Terzo e ultimo, un abbraccio fortissimo a chi in Lega Serie A scrive i calendari. A questo punto dovrà immaginare un possibile spareggio, anche se le percentuali che si avveri sono basse, provando a tenere insieme le legittime aspettative del Napoli e dell’Inter. Cui spetta poter riposare tutta la settimana prima della finale di Monaco di Baviera, una vetrina di tutto il calcio italiano.