Il Myanmar ha superato l’Afghanistan nella produzione di oppio: per le Nazioni Unite è la “coltura della sopravvivenza”
- Postato il 4 dicembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Le Nazioni Unite con il rapporto intitolato “Myanmar Opium Survey 2025 Cultivation, Production, and Implications” certificano che il Paese birmano ha superato l’Afghanistan nella produzione mondiale di oppio, in quella che viene definita “coltura della sopravvivenza”. “Il Myanmar si trova in un momento critico – ha dichiarato Delphine Schantz, responsabile dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) per il Sud-est asiatico e il Pacifico. “Questa importante espansione della coltivazione – afferma la funzionaria – dimostra fino a che punto l’economia dell’oppio si sia ristabilita negli ultimi anni e indica un potenziale di ulteriore crescita in futuro”.
L’Unodc ha sviluppato il dossier nell’ambito del programma che mira a tenere sotto osservazione i Paesi più coinvolti nella produzione di stupefacenti. Si tratta di Bolivia, Perù e Colombia, e per quel che riguarda la produzione di papavero da oppio l’ufficio delle Nazioni Unite valuta i dati di Messico, Afghanistan e Myanmar. Agli analisti appare evidente la connessione tra il conflitto armato e l’aumento della produzione di oppio perchè proprio nella regione di Sagaing, dove più forti sono gli scontri tra esercito e oppositori dopo il golpe militare del 2021, è stata registrata la presenza di 552 ettari di papaveri. Seguono le regioni di East Shan, dove la coltivazione è aumentata del 32 %, nel Chin (26 %) e in South Chan, che resta l’area principale con il 44% di campi di papavero.
Sono questi i dati che spingono le Nazioni Unite a dichiarare che Myanmar ha superato l’Afghanistan, dove il regime talebano ha imposto il divieto della coltivazione di papavero per la produzione di oppio e l’attività è crollata del 95%. “Si stima che la produzione totale di oppio ammonterà a circa 1.010 tonnellate nel 2025, ovvero più del doppio dell’attuale livello dell’Afghanistan”, scrivono le Nazioni Unite sul proprio sito.
Per quel che riguarda il traffico di eroina legato alla produzione di oppio le cifre sono esplicite: secondo il rapporto nel 2025 si stima che in Myanmar siano state consumate circa 5,8 tonnellate di eroina, per un valore di circa 64 milioni di dollari. Tra le 65 e le 116 tonnellate di eroina sono state potenzialmente esportate, per cifre comprese tra 525 e 935 milioni di dollari.
Il valore lordo dell’intera economia degli oppiacei – compreso sia il valore del consumo interno che le esportazioni di oppio ed eroina – in Myanmar nel 2025 è stimato tra 641 milioni e 1,05 miliardi di dollari, pari a circa lo 0,9-1,4% del Pil nazionale rilevato l’anno precedente. Per quel che riguarda il valore della produzione, dalla fattoria fino all’esportazione oltre confine, varia tra 341 e 564 milioni di dollari. “Questo valore rappresenta il reddito generato dai trafficanti dopo aver dedotto il costo dell’acquisto dell’oppio grezzo dai coltivatori”, si legge nel dossier.
Come si diceva, gli analisti la chiamano “coltura di sopravvivenza”. Nel 2025, i prezzi nazionali dell’oppio secco alla produzione si aggira in media sui 365 dollari al chilogrammo, più del doppio rispetto al 2019. L’Unodc stima che l’anno scorso gli agricoltori abbiano guadagnato tra i 300 e i 487 milioni di dollari dalla vendita dell’oppio. Ci sono poi le produzioni di droghe sintetiche, tra cui metanfetamina e ketamina. Delphine Schantz descrive così la situazione: “Spinti dall’intensificarsi del conflitto, dalla necessità di sopravvivere e dal fascino dell’aumento dei prezzi, gli agricoltori sono attratti dalla coltivazione del papavero. Se non vengono create alternative valide, il ciclo di povertà e dipendenza dalle coltivazioni illecite non farà che aggravarsi”.
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