Il mondo del vino ha bisogno di preparazione e formazione
- Postato il 18 agosto 2025
- Di Panorama
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È un momento delicato per il mondo del vino. Gli ultimi cinque anni sono stati segnati da eventi di vario genere: i cambiamenti climatici, il picco dei costi energetici, l’aumento dei tassi di interesse e ora i dazi americani del 15%, che condizioneranno anche a livello psicologico uno dei mercati più importanti per i nostri grandi vini. La formazione e la preparazione tecnica, ora più che mai, saranno fondamentali per superare questa crisi.
Ne parliamo con tre figure di riferimento del settore: il preside Mariagrazia Morgan dell’Istituto «G.B. Cerletti» di Conegliano, fondato nel 1876 e più antica scuola italiana per la formazione nella filiera vitivinicola; il professor Andrea Mazzoni, diplomato al Cerletti, che ha formato generazioni di enologi e oggi è consulente di importanti aziende; e Sandro Bottega, uno dei principali imprenditori italiani del vino, con un’azienda che nel 2024 ha registrato 96 milioni di ricavi (+7% rispetto al 2023) ed è presente in 165 Paesi.
Preside Mariagrazia Morgan, qual è il ruolo della scuola enologica oggi nel mondo del vino?
Cercando su qualsiasi motore di ricerca «Scuola Enologica», il primo risultato è: Istituto «G.B. Cerletti» – Scuola Enologica di Conegliano. Tutte le scuole enologiche italiane, però, si distinguono dalle altre scuole superiori per lo spirito di appartenenza che le caratterizza, e questo presuppone la memoria storica di chi ha lavorato prima di noi.
Il sistema da voi costruito su cosa si basa e come potrebbe essere esportato in altri contesti?
Fondamentale è stata la collaborazione interistituzionale con l’Università di Padova, ITS Academy Agroalimentare Veneto, il CREA (centro di ricerca ministeriale), la cooperazione con Veneto Agricoltura, nonché la Fondazione per l’insegnamento enologico e agrario e l’Unione Ex Allievi. Questo sistema ha consentito agli studenti di raggiungere una preparazione adeguata sia per il proseguimento degli studi sia per l’immediato inserimento nel mondo del lavoro. Può essere esportato in altri contesti, con le necessarie contestualizzazioni.
Professor Mazzoni, i cambiamenti climatici come hanno impattato il mondo del vino?
Hanno determinato una svolta epocale sia nel modo di coltivare la vite sia nel processo di vinificazione, richiedendo notevoli ripensamenti; non c’è più spazio per la consueta affermazione: «Noi abbiamo sempre fatto così».
Da professionista che frequenta sia il mondo della scuola sia quello dell’impresa, quali possono essere i punti critici, cause e problemi?
La scuola in genere risente di due problemi principali: il decadimento qualitativo dell’insegnamento nelle materie di base e la mancanza di ricambio generazionale fra gli insegnanti. Fare impresa significa operare con metodo e responsabilità; purtroppo, chi si limita a dilettarsi o a fare capricci lo fa a discapito dei risultati, visibili a tutti.
Dott. Sandro Bottega, che momento sta vivendo il mondo del vino?
Il settore attraversa un periodo complesso, ma ogni crisi porta con sé nuove opportunità e prelude a una crescita futura. I fatti degli ultimi anni hanno generato difficoltà enormi, ma gli italiani riescono spesso a trovare soluzioni creative, inventando progetti nuovi che attraggono il consumatore globale.
Quali strategie possono incentivare il mercato del vino, considerando i problemi legati all’alcol?
L’educazione al consumo consapevole è fondamentale per promuovere un bere corretto, costante e responsabile, e può anche contribuire a incrementare le vendite. È essenziale insegnarla nelle scuole e nelle istituzioni preposte, puntando sul sapore e non solo sull’effetto inebriante. Divulgare la dieta mediterranea, trasformare i turisti in ambasciatori e ogni italiano in promotore del buon bere sono strumenti efficaci.
Come può l’impresa contribuire alla salvaguardia del territorio e alla sua promozione?
Attraverso studio e ricerca, adottando sistemi produttivi etici, sostenibili e a basso impatto ambientale, garantendo sicurezza sia generale sia sul lavoro.
Per concludere, non esiste citazione più appropriata al momento: «Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare» (Seneca).