Il mondo del balletto classico in allarme per il Codice dello Spettacolo del Ministero della Cultura

Abolire i corpi di ballo stabili delle singole fondazioni lirico-sinfoniche e sostituirli con un unico “Corpo di ballo d’eccellenza nazionale”, una compagnia autonoma e itinerante.

Cosa dice il Codice dello spettacolo sui corpi di ballo

Questo risulta essere il progetto del Ministero della Cultura da quanto trapela dalla bozza del nuovo decreto legislativo mirato a riorganizzare e regolare il mondo dello spettacolo dal vivo e definito “Codice dello spettacolo”. Se le cose stessero davvero così, sarebbe un nuovo duro attacco non solo ai lavoratori dello spettacolo – molti i ballerini italiani d’eccellenza che già hanno scelto di lavorare all’estero – ma anche a beni immateriali patrimonio della cultura italiana (il corpo di ballo del San Carlo di Napoli fu fondato nel 1737!).

La preoccupazione di Danza Error System

La comunità del balletto classico è dunque l’ennesima voce, nel mondo dei lavoratori dello spettacolo dal vivo in Italia, che chiede attenzione sulle recenti decisioni del MiC, tra festival e compagnie storiche fortemente penalizzati se non esclusi dai finanziamenti, parametri di valutazione che alla qualità antepongono la quantità, ma anche curricula dei commissari di nomina governativa non propriamente idonei e scarsa disponibilità al dialogo e al confronto con gli addetti ai lavori di cui sopra.
Ed è ora il circuito Danza Error System a diramare un appello che sa di grido d’allarme.
Firmatari del comunicato, che pubblichiamo in versione integrale, sono: Anna Chiara Amirante, Étoile del Teatro San Carlo di Napoli; Andrea Morelli, danzatore dell’Arena di Verona e Alessandro Staiano, Étoile del Teatro San Carlo di Napoli.

Il comunicato di Danza Error System

In questi ultimi giorni sta circolando tra i lavoratori dello Spettacolo dal Vivo una bozza, datata 1 luglio 2025, del Decreto legislativo riguardante il cosiddetto Codice dello Spettacolo. Siamo entrati in possesso di questa bozza.

Da questo testo abbiamo avuto la spiacevole conferma che il Ministero della Cultura non vuole ricostituire i corpi di ballo stabili nelle fondazioni lirico-sinfoniche. Al loro posto, verrà creata una compagnia privata, esterna, autonoma e itinerante.

Nel dettaglio, il Ministero creerà una nuova entità autonoma, per lo svolgimento di attività coreutica presso le fondazioni lirico-sinfoniche ed altri teatri, chiamata “Corpo di ballo d’eccellenza nazionale”. Questa compagnia avrà la propria sede legale in una fondazione lirico-sinfonica, ma non sarà il corpo di ballo di quel teatro, essendo, appunto, un’entità a sé stante, autonoma e itinerante; in pratica affitterà le strutture e i locali del teatro e basta. La compagnia sarà composta da: un direttore generale, un direttore artistico, un direttore marketing, due maîtres de ballet, sessanta ballerini, un ispettore al ballo, due maestri collaboratori e un coordinatore. Per formare questa compagnia verrano svolte audizioni pubbliche, alle quali sarà favorito chi ha un’età tra i 18 e i 32 anni. Per i primi 5 anni i danzatori saranno tutti precari. A loro verrà applicato il C.C.N.L. dei lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche, nella parte in cui questo è compatibile. Il Ministero della Cultura finanzierà il Corpo di ballo d’eccellenza nazionale con un contributo di 3 milioni e 500 mila euro all’anno per gli anni 2027, 2028 e 2029, per un totale di 10 milioni e mezzo. Alla fine di questo triennio, questa compagnia potrà, se ne farà richiesta, accedere ai fondi ordinari dell’ex FUS.

In un primo momento potrebbe sembrare tutto positivo, potrebbe sembrare che finalmente c’è un Governo che fa qualcosa. Purtroppo, basta analizzare nel dettaglio la bozza, per capire che non c’è niente di positivo. Di seguito analizziamo i punti più cruciali e le criticità più salienti.

Punto 1

Ciò che il Ministero della Cultura sta facendo non è ciò che ha dichiarato pubblicamente. Durante gli incontri di marzo 2024, ai quali abbiamo partecipato, che hanno rappresentato l’ultima occasione pubblica di dibattito sul Codice dello Spettacolo, erano stati annunciati due nuovi corpi di ballo stabili e interni alle fondazioni lirico-sinfoniche, non una compagnia scorporata. L’attuale posizione del Ministero è totalmente in contrapposizione con la nostra e quella della quasi totalità dei colleghi dei 4+1 corpi di ballo, comunicata alla struttura ministeriale, già nel settembre 2024, attraverso una raccolta firma degli étoiles, dei primi ballerini, dei solisti, e dei danzatori dei singoli territori, nonché in contrasto con la posizione delle Organizzazioni Sindacali emersa al Coordinamento nazionale svoltosi a febbraio scorso (si trasmette in allegato il comunicato – allegato 2).

Punto 2

Il Ministero della Cultura utilizzerà 10 milioni e mezzo (soldi pubblici, le nostre tasse!) per finanziare la creazione dell’ennesima realtà privata. Appurato che ci sono 10 milioni e mezzo come finanziamento pubblico, prendiamo atto che non si tratta di una questione di tipo economico, visto che, con questa stessa somma, si sarebbero potuti riaprire, certamente, almeno quei due corpi di ballo stabili precedentemente annunciati.

Punto 3

Collocare fuori dalle fondazioni lirico-sinfoniche un’entità che, in pratica le sostituisce, rende fragile l’esistenza di entrambe le realtà. Non esistono istituti, fuori dalle fondazioni lirico-sinfoniche, che, pur ricevendo le risorse a loro spettanti dall’ex FUS, siano in grado di permettersi sessanta danzatori, direttori, coordinatori, maîtres de ballet, ecc. La tenuta economica di questa nuova entità, da una parte, e l’identità delle fondazioni lirico-sinfoniche, dall’altra, sono a rischio ancor prima che questa nuova entità nasca.

Punto 4

Si estende il tetto massimo dei contratti a tempo determinato a 5 anni, preferendo il precariato nonostante, di regola, il lavoro debba essere a tempo indeterminato. E niente viene detto su cosa succederà dopo. Dopo i primi cinque anni, ci saranno dei concorsi per stabilizzare i danzatori che hanno lavorato fino ad allora come precari oppure questi verranno sostituiti con altri nuovi danzatori, che a loro volta lavoreranno per altri cinque anni come precari e così via? Non vi è alcuna garanzia di continuità né di stabilità lavorativa. Essendo la compagnia scorporata dalle fondazioni lirico-sinfoniche, non si sa cosa può accadere.

Punto 5

Al personale del corpo di ballo scorporato si applicherà il C.C.N.L. dei dipendenti delle fondazioni liricosinfoniche, nella parte in cui questo è compatibile. Ma chi sceglie cosa sarà compatibile e cosa no? Quali saranno i diritti compatibili e i diritti non compatibili?

Punto 6

Perché lo Stato garantisce la presenza di 14 cori e 14 orchestre e, allo stesso tempo, per i corpi di ballo istituisce norme diverse. Perché ci deve essere un unico corpo di ballo itinerante per 9 fondazioni che non ne hanno uno? Questa è una forma di discriminazione. Non esiste una giustificazione logica e attendibile al diverso trattamento che subiscono i danzatori.

Punto 7

All’audizione per questa compagnia verranno preferiti i candidati di età dai 18 ai 32 anni. In generale, si può stabilire un limite di età per la partecipazione ad un’audizione pubblica solo se tale limite è giustificato da ragioni oggettive legate alla natura del ruolo o alle esigenze specifiche dell’attività da svolgere. Ma nel nostro Paese l’età pensionabile per i danzatori è 46 anni e 7 mesi. Cosa dovrebbe fare un danzatore dai 32 anni ai 47? Essere danzatore in Italia diventerà un lavoro che si può svolgere solo fino ai 32 anni? Eppure è strano, perché vediamo big della danza che danzano fino a 50 anni e oltre. Per loro va bene e per i danzatori “comuni” no?

Punto 8

Cosa succederà alle graduatorie di anzianità e di merito del Ballo dell’Arena di Verona? Stiamo parlando di circa 60 danzatori che in questi anni stanno lavorando per l’ente, ma che nella bozza di decreto sono dei fantasmi: non c’è traccia della loro esistenza. Da un lato, nella bozza, non vi è un obbligo, in questo caso da parte della Fondazione Arena, di usufruire della nuova compagnia esterna; dall’altro lato, è anche vero che la creazione di questa compagnia esterna e la possibilità che questa avrà di intromettersi nelle fondazioni liricosinfoniche possono scontrarsi con i diritti dei danzatori dipendenti che lavorano già per l’Arena di Verona.

Punto 9

Il nome dice già tutto. “Corpo di ballo d’eccellenza nazionale”. Cos’è? Una medaglia politica, uno slogan, una campagna elettorale. Secondo il Ministero, serve questa compagnia per avere l’eccellenza? E di che eccellenza stiamo parlando? Se per eccellenza si intendono solo i grandi nomi della danza, allora dovremmo avere tutti le stesse possibilità che hanno loro: gli stessi stipendi, la stessa continuità, gli stessi comfort. Chi siede nelle aule istituzionali ha visto i professionisti, i talenti che già lavorano nelle fondazioni lirico-sinfoniche? Non c’è bisogno di scorporare per avere l’eccellenza. L’eccellenza è già qui, peccato che sia precaria, invisibile, trascurata. Alla fine, molto probabilmente, questa compagnia nazionale sarà formata dai danzatori precari degli attuali 4+1 corpi di ballo, che, invece di essere stabilizzati nelle fondazioni lirico-sinfoniche, continueranno ad essere precari in un’altra compagnia. Non serve il nome “Corpo di ballo d’eccellenza nazionale” per avere l’eccellenza, servirebbero leggi giuste.

Punto 10

Dalla bozza di decreto, si evince anche che il Ministero della Cultura erogherà un contributo di massimo 1 milione e 300 mila euro, per tre anni, da spartire tra i corpi di ballo di Roma, Napoli e Palermo. Seppur questa, di fatto, rappresenta un’iniziativa giusta e condivisibile, accostandola alla creazione della compagnia scorporata e itinerante, politicamente parlando, diventa un’azione per anestetizzarci. Danno un contentino ai corpi di ballo esistenti così i danzatori staranno buoni e nel frattempo creano una compagnia nazionale che si intromette nelle fondazioni, scorporano, piazzano chi devono piazzare dove vogliono, fanno quello che pare loro, manipolando la categoria, dividendoci, sedandoci.

In conclusione, ci viene da dire solo che questo Paese ci sorprende sempre. Laddove c’è una strada giusta, semplice, dignitosa, i nostri rappresentanti politici preferiscono, troppo spesso, prenderne un’altra, fatta di favoritismi, di privatizzazioni, di medaglie politiche, di non percezione della realtà, di superficialità. Se ci guardassimo dal di fuori ci sembreremmo in un regime di dittatura. E non si tratta della destra o della sinistra: è un dato di fatto. Questo Ministero, se vuole fare una cosa, la fa, anche se gli operatori del settore, anche se i rappresentanti dei lavoratori chiedono di non farla! Ma la politica dovrebbe essere una voce rappresentativa dei cittadini, non un abuso di potere. Che interesse ha lo Stato nel prendere, unilateralmente, una decisione che va contro la categoria? Abbiamo scritto una lettera al Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, al Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura, Gianmarco Mazzi, al Direttore Generale dello Spettacolo dal Vivo, Antonio Parente, e al Presidente del Consiglio Superiore dello Spettacolo, Eleonora Abbagnato. Abbiamo chiesto loro di ascoltarci, di riaprire urgentemente il dialogo con noi professionisti, di non commettere un grave errore, che, necessariamente, avrebbe delle ripercussioni che sfocerebbero in controversie e in ostilità. Qualsiasi cosa accadrà, svegliamo le nostre coscienze, questo possiamo ancora farlo. Abbiamo dedicato la nostra vita alla danza e continueremo a farci sentire. Finché avremo tempo a disposizione, ci sarà lotta, ci sarà speranza.

L’articolo "Il mondo del balletto classico in allarme per il Codice dello Spettacolo del Ministero della Cultura" è apparso per la prima volta su Artribune®.

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Artribune