Il Mondiale per Club è l’ultima prova: l’Italia calcistica va in vacanza e dovrà affrontare l’ennesimo anno zero
- Postato il 3 luglio 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Italia fuori dalle prime otto del Mondiale per club: l’ultima legnata di una stagione disgraziata, segnata in profondità dal 3-0 incassato dagli azzurri a Oslo contro la Norvegia e dal 5-0 record rimediato dall’Inter nella finale Champions contro il Psg, ha fatto calare il sipario. Inter – ancora lei – e Juventus a casa, sculacciate da Fluminense e Real Madrid. Ai quarti, l’Al-Hilal di Simone Inzaghi, due brasiliane (Fluminense e Palmeiras), due tedesche (Bayern e Borussia Dortmund), una spagnola (i Blancos di Xabi Alonso), un’inglese (Chelsea) e i campioni d’Europa di Luis Enrique. Italia in vacanza e con parecchie rogne.
Il caos scoppiato nell’Inter dopo le accuse di Lautaro Martinez. La Juventus chiamata sempre a rifondarsi. Il Milan che cerca nel ritorno di Max Allegri l’elisir per mettersi alle spalle il nono posto in campionato e il ko nella finale di Coppa Italia di fronte al Bologna. Un’altra estate anno zero, di buoni propositi e di speranze, con un ct (Gennaro Gattuso) nuovo di zecca, dopo l’esonero di Luciano Spalletti e con un mondiale da conquistare, già in salita. Mondiale, una parola che sta diventando indigesta a tutti i livelli per il nostro calcio: dalla nazionale ai club. Questi siamo.
Little Italy. Le ammiraglie del nostro movimento devastate da batoste, liti interne, rifondazioni più o meno abbozzate, dubbi, perplessità, scommesse in atto (vedi Chivu e Tudor al comando di Inter e Juventus). Nessun calcio di primo livello, tra Inghilterra, Spagna, Germania e Francia per limitarsi all’Europa, sta vivendo il nostro travaglio. E come sempre accade in questi casi, volano gli stracci. Il Milan ha convissuto con le sue faide l’intera stagione: tutto cominciò con la rivolta plateale di Leao e Theo Hernandez contro Fonseca, a Roma contro la Lazio. Da quel giorno, scossoni periodici, coinvolti anche i giocatori approdati nel mercato invernale.
L’Inter è esplosa a fine corsa, dopo il ko con il Fluminense, con le accuse di Lautaro Martinez al fuggiasco Calhanoglu folgorato dal Galatasaray, la replica del turco, i like via social di alcuni giocatori, su tutti Thuram, per esprimere solidarietà nei confronti di Hakan. L’ultima news sulla questione è quella di una telefonata chiarificatrice Lautaro-Calha. Quello che colpisce, in questa vicenda, non è il semplice contenzioso – chi non discute in un posto di lavoro? – ma le modalità. Si va avanti a colpi di like e di faccine. Siamo tornati ai tempi di Nerone: pollice insù o pollice ingiù, that is the question.
La cifra del fallimento è anche in un dato secco: Inter, Juventus e Milan ripartiranno con allenatori diversi rispetto alla stagione scorsa. Milan e Juventus si sono portati avanti con il lavoro con gli esoneri in corso nell’annata disgraziata 24-25. I rossoneri, affidati a Allegri, hanno addirittura alternato tre coach (Fonseca, Conceiçao e ora Max de noantri). La Juventus ha cucinato a puntino Motta e riparte con Tudor, dopo aver caldeggiato l’idea di un altro tecnico al posto del croato. L’Inter, salutato Simoncino Inzaghi, ha puntato forte su Fabregas, ma di fronte al rifiuto dello spagnolo – l’ex centrocampista di Barcellona, Arsenal e Chelsea ha preferito il progetto-Como ai nerazzurri, prendere nota – ha ripiegato su Chivu, reduce dalla salvezza del Parma. Detto che anche Roma (da Ranieri a Gasperini), Lazio (via Baroni, riecco Sarri, subito travolto dai problemi di liquidità del club), Atalanta (staffetta Gasperini-Juric) e Fiorentina (ciao Palladino, si riparte con Pioli) hanno cambiato, la morale è che il nostro calcio è specchio fedele di un paese in cui si naviga a vista. Si abusa della parola progetto, si passa con facilità estrema da un dogma all’altro e non c’è mai, con l’eccezione di Atalanta e ora dell’emergente Bologna, una continuità aziendale. Chiamala, se vuoi, coerenza. La barca va, diceva Fellini. Ma quando ti affidi alle onde, rischi di affondare: come sta capitando, tra nazionale e club, al nostro vecchio caro pallone.
L'articolo Il Mondiale per Club è l’ultima prova: l’Italia calcistica va in vacanza e dovrà affrontare l’ennesimo anno zero proviene da Il Fatto Quotidiano.