“Il mio rimpianto è non essere stato a quella festa”, l’allenatore di Simona Cinà: “Era sana”

  • Postato il 5 agosto 2025
  • Cronaca Nera
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

“Intraprendente, testarda” Riccardo Garofalo, maestro di beach volley, descrive così Simona Cinà – la pallavolista di 21 anni morta a Bagheria nella notte tra il 1 e il 2 agosto scorsi. Fondatore e direttore della Gala Sport Academy in una intervista a Repubblica ha spiegato che la ragazza era sana. Dopo diversi anni nella pallavolo agonistica, la ragazza era passata al beach. “Era parte dello staff, una persona essenziale”, la ricorda ancora Garofalo, “l’ho sempre ritenuta il mio braccio destro: era un’atleta determinata”. “Il mio rimpianto è non essere stato a quella festa con i miei ragazzi.”, racconta l’allenatore, che quel giorno non stava bene e aveva così rinunciato alla festa in piscina per la laurea di un altro atleta “eravamo come una famiglia”.

Su cosa sia successo quella sera stanno indagando gli inquirenti, ma Garofalo si dice sicuro della salute della giovane: “da iscritta alla Federazione pallavolo Simona era obbligata a presentare un certificato agonistico sul suo stato di salute. Era un’atleta sana.”, conferma, specificando che “Si allenava tre volte a settimana al campo e due in palestra a fare pesi”. “Non voglio parlare di quella sera, spetterà a chi di dovere dare verità e giustizia alla famiglia” ha aggiunto, concludendo con uno sguardo al futuro “farò realizzare un murale in suo onore, vicino al campetto di beach volley del Don Orione di Palermo.”, il campo dove fino a pochi giorni fa la ventenne seguiva la sua passione.

Ieri la procura di Termini Imerese è intervenuta per rispondere alle richieste di chiarimenti della famiglia della ragazza su alcuni presunti oscuri. Gli inquirenti con una nota hanno spiegato con una nota che nella villa di Bagheria dove si è tenuta la festa di laurea “sono stati sequestrate bottiglie di alcolici”. E appena i ragazzi si sono accorti del corpo della ventenne “esanime sul fondo della piscina, in un angolo distante e poco illuminato”, in “almeno due si sono tuffati” nel tentativo di prestarle soccorso. Inoltre, tutti i ragazzi sentiti come finora testimoni “hanno avuto un comportamento collaborativo”.

I legali della famiglia, gli avvocati Gabriele Giambrone e Davide Carnese, hanno poi chiarito che “la famiglia ha piena fiducia nell’operato della Procura di Termini Imerese e dei carabinieri per quello che è stato fatto sin qui nel rispetto dell’attività investigativa in corso. La loro posizione resta una e una soltanto: desiderano sapere la verità su come è morta Simona. Non cercano un colpevole o la prova che necessariamente sia avvenuto qualcosa di anomalo e sono certi che l’autopsia fissata per giovedì potrà dare molte risposte ai loro legittimi dubbi”.

L'articolo “Il mio rimpianto è non essere stato a quella festa”, l’allenatore di Simona Cinà: “Era sana” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti