“Il mio pc è sparito, è finito in una fessura ed è caduto nella stiva”: passeggero perde il computer, volo intercontinentale diretto a Roma inverte la rotta e torna indietro

  • Postato il 31 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Non sappiamo in che stato sia, non possiamo accedervi, non possiamo vederlo. La nostra decisione è di tornare a Dulles e trovare questo laptop prima di poter continuare sull’oceano”. È con questa comunicazione, calma ma decisa, che il pilota del volo United Airlines 126 ha informato i controllori di volo della sua decisione di invertire improvvisamente la rotta. Il motivo? Un computer portatile smarrito, caduto in una fessura e finito in un’area irraggiungibile della stiva. L’episodio, avvenuto lo scorso 15 ottobre ma raccontato solo ora dal Washington Post, evidenzia la crescente preoccupazione delle compagnie aeree per il rischio, raro ma potenzialmente catastrofico, rappresentato dalle batterie al litio.

Il volo, con 216 passeggeri a bordo, era partito dall’aeroporto Dulles di Washington ed era diretto a Roma. Era in volo da circa un’ora e si trovava a sud-est di Boston quando un passeggero ha segnalato un problema: il suo computer portatile era sparito. Come ha spiegato in seguito la compagnia aerea, il computer “era caduto dietro un pannello della cabina attraverso una piccola fessura, finendo nella stiva”. Il pilota, parlando con i controllori di volo di Boston, ha specificato di non voler dichiarare un’emergenza, ma di agire per “estrema cautela”. Il problema era duplice: il laptop era acceso e, soprattutto, si trovava in un’area del Boeing 767 non coperta dai sistemi antincendio automatici.

Il rischio, seppur remoto, era che la batteria al litio potesse surriscaldarsi – a causa di un danno nella caduta o di una pressione – e innescare un incendio in una zona inaccessibile per l’equipaggio durante la traversata atlantica. Di fronte a questo scenario, la decisione di tornare indietro è stata inevitabile. “Non ho mai sentito nulla del genere prima. Bella storia da raccontare al lounge dei piloti“, ha commentato, stupito, il controllore di volo. L’aereo è atterrato di nuovo a Dulles poco più di due ore dopo la partenza. Una volta a terra, le squadre di manutenzione sono riuscite a localizzare e recuperare il computer. Dopo un’ispezione completa, l’aereo è decollato di nuovo per l’Italia poco prima delle 3:30 del mattino, atterrando a Fiumicino con quattro ore e mezza di ritardo sul programma.

L’incidente, seppur insolito, non è un caso isolato. Le autorità aeronautiche sono sempre più preoccupate per i rischi legati ai dispositivi elettronici. La Federal Aviation Administration (FAA) statunitense vieta di imbarcare batterie al litio sfuse o sigarette elettroniche nel bagaglio da stiva, richiedendo che siano portate in cabina, “in luoghi dove un potenziale surriscaldamento sia visibile e accessibile”. La stessa FAA ha citato 50 incidenti legati a batterie al litio su voli statunitensi solo nell’ultimo anno, tra fumo, fiamme e calore estremo. E quest’anno, due voli Air France diretti ai Caraibi sono tornati indietro per motivi simili: passeggeri che avevano smarrito il loro cellulare tra le fessure dei sedili. Come ha spiegato al Washington Post Hassan Shahidi, CEO della Flight Safety Foundation, “qualsiasi pressione sul telefono se lasciato incustodito all’interno del sedile, è un pericolo. È uno spazio molto difficile in cui intervenire se inizia a prendere fuoco o a fumare”.

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