“Il mio migliore amico mi ha urlato di scappare via e mi ha salvato la vita. Ma lui è morto travolto dalla frana”: la storia scioccante di Khaled El Gamal

  • Postato il 25 giugno 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Due amici, un tragico incidente e un miracolo. È quello che è accaduto al 33enne Hamza Benhilal e al 28enne Khaled El Gamal, che – come programmato da tempo – sono andati al Parco Nazionale Banff a Calgary, in Canada, giovedì 19 giugno. Durante la loro camminata, la parete rocciosa su cui si trovavano ha ceduto, formando una frana non assolutamente prevista. Benhilal ha visto i massi cadere e ha urlato a El Gamal di scappare, ma lo stesso Benhilal è morto travolto dalla frana stessa.

I due si trovavano sul sentiero escursionistico delle Bow Glacier Falls, nel parco nazionale di Calgary, quando il lato della parete è crollato intorno alle 13:30 di giovedì 19 giugno. Benhilal e El Gamal hanno sentito un forte rumore, che secondo El Gamal sembrava un temporale. Poi si è girato per guardare la fonte del rumore e ha visto un grosso masso cadere dalla montagna e poi frantumarsi.

“Mi sono bloccato come un cervo abbagliato dai fari”, ha raccontato El Gamal alla Canadian Press, aggiungendo di essere stato scosso dalla trance quando Benhilal gli ha urlato di correre. “Mi ha salvato urlando“.

El Gamal a CTV News ha poi aggiunto: “Ha urlato a squarciagola, dicendomi di correre, correre, correre. Ed è questo che mi ha aiutato a riprendere i sensi e a ricominciare a correre, perché ero sotto shock. Sembrava una scena da film, vedere solo le rocce arrivare di lato. Se non fosse stato per lui, sarei rimasto lì impalato sotto shock. Non so, la mia mente si è semplicemente distratta in quel momento. E lui ha urlato e mi ha detto di correre, correre, correre. E poi sono sopravvissuto”.

“Le rocce ovviamente erano così veloci che cadevano – ha raccontato -. Così mi hanno colpito le gambe e sono caduto a terra. E poi tutto ciò che ricordo è che ho nascosto la testa, me la sono coperta con le braccia, ho tenuto la schiena rivolta verso le rocce che mi colpivano una dietro l’altra. Sanguinavo e mi guardavo intorno. Ero inzuppato di sangue e facevo fatica a controllarmi. Ho anche vomitato un paio di volte.”È stata l’esperienza più dolorosa che abbia mai avuto”.

El Gamal non ha riportato ferite gravi: fratture alla scapola e al bacino, oltre a tagli e lacerazioni al viso, alla spalla, alla schiena, alle gambe e ai piedi.

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