Il legame tra aviaria e uccelli che rubano il cibo

  • Postato il 12 ottobre 2024
  • Di Focus.it
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Il cleptoparassitismo è la particolare tendenza di alcuni animali di rubare letteralmente il cibo a un altro. Una pratica diffusa per esempio tra gli uccelli marini: fregate e stercorari, per esempio, hanno l'abitudine di costringere altri uccelli a rigurgitare le loro prede. Ebbene, tale tecnica di caccia nasconde dei rischi potenzialmente letali per queste specie: il nuovo studio pubblicato su Conservation Letters dimostra come la curiosa forma di parassitismo in questione sia un potenziale veicolo di trasmissione dell'influenza aviaria, a livello locale ma anche globale. . L'aviaria e gli uccelli marini. L'influenza aviaria H5N1 è comparsa per la prima volta nel 1996, ma è diventata particolarmente preoccupante dal 2021, quando in Europa e Africa è comparsa la variante 2.3.4.4b: è molto virulenta, con una grande capacità di diffusione, ma anche molto più pericolosa per la salute degli uccelli che la contraggono.Negli ultimi tre anni si è allargata a (quasi) tutto il mondo: nel 2021 è arrivata in Nord America, nel 2022 in Sud America e all'inizio del 2024 addirittura in Antartide. Gli uccelli marini risultano particolarmente vulnerabili all'aviaria, un dato preoccupante per un gruppo di volatili già a rischio sopravvivenza per altri motivi. L'abitudine che più li espone al contagio è quella di riunirsi in grandi gruppi, soprattutto durante la stagione degli amori: insiemi che diventano inevitabilmente potenziali bacini di diffusione del virus. . Passaggio di "consegne". Ma come fanno fregate e stercorari (le due specie prese in considerazione dallo studio) a contrarre l'aviaria? La colpa, come detto, è del cleptoparassitismo: se decidono di derubare un uccello contaminato, il passaggio di cibo comporta anche un passaggio di virus. In questo modo il predatore si ammala, e può trasmettere la malattia anche ad altri esemplari. Non solo: spesso gli uccelli marini sono migratori, e percorrono anche migliaia di chilometri nei loro viaggi; questo significa che possono trasportare il virus anche a grandissime distanze, facilitandone ulteriormente la diffusione. Lo studio è stato condotto da un team australiano: nel continente l'aviaria non è ancora arrivata, e la scoperta di questo nuovo potenziale veicolo di trasmissione potrà aiutare le autorità locali a prevenire il virus, invece che curarlo..
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Focus.it

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