Il leader dei dem alla Camera Usa batte ogni record: parla 9 ore per ritardare il voto sul Big beautiful bill di Trump
- Postato il 4 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Giovedì è stata una giornata funesta per i democratici Usa, con il varo alla Camera del Big beautiful bill fortemente voluto da Donald Trump. I dem hanno però dimostrato una certa vitalità con l’intervento del leader alla Camera Hakeem Jeffries che ha stabilito un nuovo record per il discorso più lungo mai pronunciato in quell’aula parlando per 8 ore e 40 minuti. Ha così superato il precedente primato dell’ex speaker repubblicano Kevin McCarthy, che nel 2021 aveva parlato per poco più di otto ore per rallentare l’approvazione di un disegno di legge democratico. E, secondo molti osservatori, per la prima volta ha dimostrato non solo una resistenza e tenacia da vero capo di partito ma anche una capacità retorica degna del miglior Barack Obama, presentandosi come un possibile nuovo leader per ricostruire l’opposizione sfiduciata e divisa.
Il lungo intervento, permesso dalla regola del cosiddetto “magic minute” riservata ai leader di partito, è stato un atto di ostruzionismo contro il maxi provvedimento di spesa promosso dai repubblicani, che Jeffries ha definito “disgustoso abominio“ riprendendo testualmente le parole dell’ex braccio destro di Trump Elon Musk. Il 54enne Jeffries è rimasto ininterrottamente al podio per tutta la durata del discorso, sfogliando raccoglitori di appunti e ricevendo ripetute ovazioni dai colleghi democratici, compatti nel sostegno alla sua maratona oratoria.
Nel suo intervento, iniziato prima delle 5 del mattino (le 11 italiane), Jeffries ha denunciato i tagli previsti per Medicaid e i sussidi alimentari Snap, leggendo testimonianze di cittadini che verrebbero colpiti negativamente dalle modifiche. Definendo il disegno di legge “Grande, brutto e crudele” (storpiatura del nome scelto da Trump), ha sottolineato come il provvedimento priverà milioni di americani dell’assistenza sanitaria, mentre destina ingenti fondi all’immigrazione e al comparto militare e riduce i crediti fiscali per l’energia pulita. Pur consapevole che il suo discorso non cambierà il risultato finale, ha dichiarato di voler “prendersi tutto il tempo necessario per difendere il popolo americano” perché “noi non lavoriamo per Donald Trump. Lavoriamo per il popolo americano”, ha dichiarato in uno dei momenti più intensi. Ha anche citato il Vangelo mescolando elementi di politica a considerazioni spirituali come nella tradizione della chiesa ‘black’ d’America di cui, a tratti, è sembrato riecheggiare i ritmi.
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