Il Lago di Monticolo e la leggenda dell’Uomo selvaggio che viveva nella casetta del bosco
- Postato il 14 agosto 2025
- Vacanze Natura
- Di SiViaggia.it
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Il Lago di Monticolo o Laghi di Monticolo – perché di fatto sono due, l’uno attaccato all’altro – sono due piccoli gioielli alpini poco conosciuti, immersi nella foresta del Monte di Mezzo, la foresta di Monticolo, appunto, sopra il Comune di Appiano sulla Strada del Vino, in provincia di Bolzano.
Il Lago Grande, il più ampio, e il Lago Piccolo, più tranquillo, sono di origine glaciale. Se d’inverno ci si può pattinare sopra, d’estate sono completamente balneabili e l’acqua è pulitissima e sono una delle più belle escursioni che si possano fare, fuori dalle solite rotte turistiche. Proprio nella stagione estiva, infatti, si può godere della piccola spiaggia del Lago Piccolo e addirittura di una piscina con tanto di scivolo adatta sia agli adulti sia ai bambini.
La gita verso i Laghi di Monticolo è una delle più pittoresche da fare d’estate, e lo scarso numero di escursionisti che si incontrano in questa zona dell’Alto Adige fa davvero la differenza rispetto ad altre super gettonate e dove si soffre l’overtourism. Ci sono diversi anelli facili immersi nel bosco che collegano i due laghi, ideali anche per famiglie con bambini o con i propri cani (che si raccomanda di tenere sempre al guinzaglio perché si potrebbero incrociare degli animali) da percorrere quindi a piedi o in mountain bike. Tra gli alberi del bosco si incontrano spiaggette ombreggiate, panchine e tavoli dove fare una sosta pic-nic. Tra l’altro, nei dintorni del Grande Lago si trovano anche dei resti preistorici.

Le rovine megalitiche del Lago di Monticolo
Sopra i Laghi di Monticolo, sul Monte di Mezzo, nascoste tra la fitta vegetazione, si trovano le rovine megalitiche del Colle Jobe, considerate da alcuni un osservatorio astronomico preistorico. Il sito conserva resti di un vecchio castelliere, un insediamento fortificato dell’età del Bronzo, sebbene oggi si trovi in un certo stato di abbandono. Negli Anni ’30, l’ingegnere Georg Innerebner fu tra i primi ad analizzarlo, affermando che si trattasse di una stazione per l’osservazione degli allineamenti astronomici, con un orientamento verso i punti in cui sorge e tramonta il Sole. In seguito, l’ingegnere Mario Codebò avanzò l’ipotesi che i resti fossero di epoca medievale, sollevando dubbi sulla datazione e sulla funzione originaria del sito. Luogo sacro allineato al ciclo solare, piuttosto che struttura militare difensiva, fatto sta che Colle Joben è considerato uno dei primi siti archeoastronomici studiati in Italia.
La leggenda dell’Uomo selvaggio che viveva nella casetta del bosco
Ma non è l’unica curiosità legata ai Laghi di Monticolo, perché si narra una leggenda legata a un uomo misterioso che avrebbe vissuto in una casetta nel bosco. C’era una volta una misteriosa casetta nel bosco di Monticolo, dalla quale la gente si teneva alla larga. La leggenda narra che proprio in quella casetta abitasse un selvaggio, una persona di grande statura, forte e cattiva, conosciuta da tutti come “l’Uomo selvaggio di Monticolo”. Tante sono le vicende che si naranno a proposito di questa creatura spaventosa. Una volta accadde che una donna anziana si recò nel bosco per raccogliere dei rami secchi per fare il fuoco. Nel frattempo, il sole tramontò e la notte arrivò ancora prima che la donna potesse prendere la via di ritorno. Quella sera non face ritorno a casa, ma nessuno ebbe il coraggio di andare nel bosco a cercarla. Quando la mattina seguente la gente si mise a cercare l’anziana, ritrovarono soltanto degli avanzi vicino alla misteriosa casetta sul Col dell’Uomo e ancora oggi si narra che fu divorata proprio dall’Uomo selvaggio (in tedesco, Wilder Mann).

Un altro giorno, invece, accadde che l’Uomo selvaggio si recò in località Colterenzio, vicino ad Appiano, e rubò alcuni buoi da una stalla. Il contadino che se ne accorse lo seguì tra i boschi e vide che i buoi stavano trasportando dei grandi massi sulla collina. Troppo spaventato per avvicinarsi, il contadino tornò a casa senza poter far nulla. Ma il giorno successivo, con sua grande sorpresa, trovò i buoi nuovamente nella loro stalla, ingrassati e molto più forti di prima. Quindi l’Uomo selvaggio non era per forza cattivo.
Un’altra volta, quindi, alcune persone che si erano recate nel bosco per raccogliere del fogliame passarono nei pressi della casetta dell’Uomo selvaggio, dal quale già da tempo non si avevano più notizie. Poiché erano molto curiosi, decisero di dare un’occhiata all’interno. Spalancata la porta, videro una grandissima cava. Decisero di scendere e, non appena furono dentro la fossa, tutto incominciò a girare a tal punto che a tutti vennero le vertigini. All’improvviso, tutte le pareti del fosso si trasformarono in oro e tutto attorno a loro brillò. Spaventati a morte, cercarono di uscire dalla cava il più velocemente possibile ma dando un’occhiata dietro di loro si accorsero che l’oro era sparito e che la fossa era vuota.