Il governo non prevede ostacoli sul cammino della riforma della giustizia
- Postato il 5 marzo 2025
- Di Agi.it
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Il governo non prevede ostacoli sul cammino della riforma della giustizia
AGI - "Avanti rapidi e senza modifiche". Dopo gli incontri a Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni con i rappresentanti dell'Unione delle Camere penali e dell'Associazione nazionale dei magistrati, governo e centrodestra non prevedono ostacoli sul cammino della separazione delle carriere e anzi - il ragionamento della maggioranza - se le opposizioni faranno le barricate, l'intenzione è di accelerare e andare in Aula, al Senato, senza mandato al relatore. Oggi sono previste altre sei audizioni nella commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, guidata da Alberto Balboni (FdI), tra cui quelle all'ex pm di Mani Pulite Antonio Di Pietro, dell'ex presidente della Camera Luciano Violante e dell'ex senatrice dem, Anna Finocchiaro.
La settimana prossima si completerà poi il ciclo con il termine degli emendamenti e con il via libera della Commissione entro fine mese con la possibilità, quindi, che tra gli ultimi giorni di marzo e inizio aprile il provvedimento approderà in aula al Senato. Poi la spinta è per gli ulteriori passaggi delle Camere entro fine anno e, infine, si tirerà dritto fino al referendum. Nel centrodestra, tra l'altro, c'è la convinzione che nella partita sulla riforma della Giustizia, la maggioranza si possa 'allargare' anche alle forze moderate del centrosinistra.
Intanto Giorgia Meloni tiene il punto a Palazzo Chigi prima davanti ai penalisti ribadendo che la "separazione delle carriere" è un elemento "ineludibile" perché il "giusto processo si attua, in contraddittorio, davanti a un giudice che non deve solo essere terzo, ma che deve anche apparire terzo". Poi nell'incontro di mercoledì di oltre due ore con la delegazione dell'Anm (arrivata nella sede del governo con tanto di coccarda tricolore sulla giacca): nessuna trattativa né offerta, è emerso dalla riunione, sui capisaldi della riforma ma la disponibilità dell'esecutivo ad aprire un tavolo di confronto sulle leggi ordinarie di attuazione e sul documento in otto punti presentato dall'Anm che riguarda l'amministrazione della giustizia.
Un colloquio "franco e proficuo", lo definisce Palazzo Chigi, "un momento di chiarezza" per l'Anm, dove comunque le posizioni tra esecutivo e magistrati rimangono distanti. Tanto che se da una parte il governo spinge per approvare "in tempi rapidi" la riforma della Giustizia, la magistratura associata conferma la mobilitazione contro la separazione delle carriere con "manifestazioni di vario tipo, interventi televisivi, sui social, pubblicazioni, opuscoli e incontri con la gente", spiega il presidente dell'Anm, Cesare Parodi.
Nel corso dell'incontro - a cui hanno partecipato anche i due vicepremier Tajani e Salvini, il ministro Nordio e il sottosegretario Mantovano - il confronto, si apprende, si è allargato anche ai rapporti tra governo e magistratura. Parodi ha chiesto alla premier e ai rappresentanti dell'esecutivo "un maggiore rispetto per i magistrati che vengono spesso accusati di produrre i provvedimenti non giurisdizionali ma ideologici". Dal canto suo la premier avrebbe replicato che la "politica a sua volta sente di essere attaccata in qualche misura" dalle toghe, ha riferito sempre il presidente dell'Anm. Il governo infine, ha derubricato come "illazione giornalistica" l'ipotesi di togliere la direzione della polizia giudiziaria ai pubblici ministeri. Una netta smentita, dunque, accolta come "unico dato assolutamente positivo" dall'Anm al termine dell'incontro a Palazzo Chigi.
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