Il governo Lecornu vacilla già

  • Postato il 6 ottobre 2025
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  • Di Agi.it
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Il governo Lecornu vacilla già

AGI - A meno di ventiquattro ore dalla sua nascita, il nuovo governo del premier francese Sébastien Lecornu appare già sull'orlo della crisi, riaccendendo lo spettro dell'instabilità politica in un momento delicato per le finanze pubbliche del Paese. Terzo esecutivo in un anno e quinto dall'inizio della presidenza Macron, il governo Lecornu - composto da 18 ministri, in gran parte già in carica nel precedente - è atteso oggi pomeriggio all'Eliseo per il primo Consiglio dei ministri. Ma le tensioni interne e le critiche esterne mettono già a rischio la sua sopravvivenza.

Il ministro dell'Interno Bruno Retailleau, appena riconfermato, ha denunciato un esecutivo che "non riflette la rottura promessa", e ha convocato una riunione d'emergenza del suo partito, i Républicains. Diversi dirigenti della maggioranza presidenziale temono una possibile uscita della destra dal governo, che potrebbe compromettere la dichiarazione di politica generale di Lecornu prevista domani all'Assemblea nazionale.

Un premier in un contesto frammentato

Il nuovo premier, 38 anni, ex ministro delle Forze armate e uomo di fiducia di Emmanuel Macron, eredita una scena politica frammentata dopo la dissoluzione dell'Assemblea nazionale decisa dal presidente nel giugno 2024. L'emiciclo è oggi diviso in tre blocchi - sinistracentro macronista e destra radicale - nessuno dei quali dispone di una maggioranza assoluta.

La ricerca di compromessi per il bilancio 2026

Per evitare la sorte del suo predecessore François Bayrou, costretto alle dimissioni dopo la bocciatura del bilancio, Lecornu ha moltiplicato le consultazioni e chiesto ai suoi ministri di "trovare compromessi" con le opposizioni in vista del voto sul bilancio 2026, considerato un passaggio cruciale per la sopravvivenza del governo.

Polemiche e nomine controverse

Ma le polemiche non si placano: "riciclo", "provocazione", "negazione della democrazia", sono alcuni dei termini usati dalle opposizioni per definire una squadra giudicata "senza slancio e senza rinnovamento". Dodici dei diciotto ministri erano già nel precedente esecutivo, tra cui Jean-Noël Barrot agli Esteri e Gérald Darmanin alla Giustizia. La nomina più discussa è quella di Bruno Le Maire, storico ministro dell'Economia dal 2017 al 2024, che assume ora la guida del ministero delle Forze armate, mentre Roland Lescure diventa nuovo titolare dell'Economia e delle Finanze, incaricato di presentare un bilancio 2026 credibile in un Paese gravato da una debolezza record3.300 miliardi di euro di debito, pari al 115% del PIL.

Le reazioni politiche e il futuro incerto

"L'ostinazione dei macronisti sta trascinando il Paese nel caos", ha attaccato il socialista Boris Vallaud, mentre Marine Le Pen ha definito "incomprensibile" il ritorno di Le Maire, "l'uomo che ha messo la Francia in fallimento". Il governo Lecornu, nato dopo quattro settimane di trattative, rischia così di durare meno dei suoi predecessori, prima ancora di aver affrontato la prova del Parlamento.

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Agi.it

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